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Bennet Omalu, l’uomo che scoprì la malattia che uccide i giocatori di Football Americano

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Bennet Omalu, l’uomo che scoprì la malattia che uccide i giocatori di Football Americano

E’ iniziata questa notte la stagione numero 100 di Nfl, il campionato statunitense di Football Americano. Uno Sport che ha attirato l’attenzione dei medici circa i rischi che corrono i giocatori che praticano questa disciplina. Tra coloro che più di altri hanno approfondito la questione c’è Bennet Omalu, l’uomo che scoprì la CTE. Ecco di cosa si tratta.

La questione era salita alla ribalta grazie al film “Zona D’ombra – Una scomoda verità”, titolo originale “Concussion”. Protagonista della pellicola il Dr. Bennet Omalu, interpretato da Will Smith, l’uomo che scoprì la “CTE” (Chronic traumatic encephalopathy – Encefalopatia traumatica cronica), una malattia, incurabile, che colpisce maggiormente gli atleti degli sport quali football americano, boxe, wrestling, rodeo e motocross. Dagli Stati Uniti è arrivata tempo fa la notizia sugli sconvolgenti risultati di uno studio condotto da Ann McKee, a capo del dipartimento di neuropatologia del VA Boston Healthcare System, che ha esaminato il cervello di ex giocatori di football americano deceduti, rivelando che su 111 atleti 110 soffrivano di questa patologia. 

Ma cos’è la CTE?

La Chronic traumatic encephalopathy – Encefalopatia traumatica cronica è una condizione del cervello che si può verificare dopo l’aver subito numerosi colpi alla testa. I sintomi sono problemi cognitivi, perdita di memoria, cambio di personalità e di umore, depressione, atteggiamento immotivatamente aggressivo, impulsi suicidi. Questa condizione può non dare nessun segno della sua presenza anche fino a anni o decenni dopo l’ultimo infortunio alla testa subito. Purtroppo l’unica diagnosi di questa malattia si può fare con l’autopsia del soggetto dopo la sua morte. Non esiste cura ma solo prevenzione verso i colpi alla testa.

Chi è Bennet Omalu

Bennet Ifeakandu Omalu è un medico, patologo forense e neuropatologo. Nato a Nnokwa, sud-est della Nigeria, nel 1968, è il sesto di sette fratelli. Nato durante la guerra civile nigeriana, la sua famiglia fu costretta ad emigrare quando lui era ancora in fasce. Omalu è lo scopritore della “Encefalopatia traumatica cronica”. Ora è capo medico alla contea di San Joaquin, California, e professore del dipartimento di medicina all’Università della California.

LA SCOPERTA DELLA “CTE” E L’OSTRUZIONISMO DELLA NFL 

Anno 2002,  Pittsburgh , Bennet Omalu,  allora medico legale, è chiamato a fare l’autopsia di Mike Webster, ex centro dei Pittsburgh Steelers morto improvvisamente ed inaspettatamente, a soli cinquant’anni,  dopo anni di difficoltà tra diminuzione delle facoltà cognitive ed intellettuali, sbalzi d’umore, depressione, abuso di droghe e ripetuti tentativi di suicidio. A prima vista il cervello di Webster sembra normale, Omalu però non è convinto e decide di fare, in modo autonomo e autofinanziato, delle analisi supplementari perché sospetta che Webster soffrisse di “demenza pugilistica”, ovvero quel tipo di demenza indotta dai ripetuti colpi alla testa subiti nel corso della carriera, prima associata solamente al mondo del pugilato. Con queste analisi Omalu scopre un accumulo della proteina Tau nel cervello di Webster, proteina che influenza l’umore, le emozioni e le funzioni esecutive.

Omalu pubblica le sue scoperte, nel 2005, sulla rivista Neurosurgery, in un articolo denominato “Chronic Traumatic Encephalopathy in a National Football League Player”. Omalu crede che i dottori della NFL rimarranno compiaciuti delle sue scoperte e, anzi, le useranno per risolvere il problema. Dopo una piccola attenzione iniziale, i membri del “Mild Traumatic Brain Injury” (MTBI) della NFL considerano gli studi di Omalu completamente sbagliati e addirittura un fallimento. Il luminare nativo della Nigeria però non si dà per vinto e continua la sua ricerca.

Nel Novembre 2006 arriva la seconda pubblicazione, sempre sulla rivista Neurosurgery, basata sulle scoperte fatte sul cervello di Terry Long, anche lui ex giocatore di NFL, suicidatosi a soli 45 anni. Anche in questo caso la concentrazione della proteina Tau presente nel cervello della vittima è alle stelle. Stessa altissima concentrazione di proteina Tau anche nei cervelli di Justin Strzelczyk, morto a 36 anni, Andrew Waters, morto a 44 anni, e Tom McHale, morto a 45 anni. Tutti ex giocatori di football americano.

Nel 2007 Omalu presenta di nuovo la sua ricerca al Commissioner NFL Roger Goodell, ma la ricerca viene di nuovo confutata ed archiviata. Il presidente della MTBI, Dr. Ira Casson afferma alla stampa: “La mia opinione è che è scientificamente provato con valide prove che la encefalopatia cronica sia collegata solamente agli atleti del pugilato”.

La NFL, la massima lega di Football Americano, non ha riconosciuto nessun collegamento tra le commozioni cerebrali del football e l’Encefalopatia traumatica cronica sino al 2009, sette anni dopo la scoperta di Bennet Omalu. Gli studi di Omalu, con la forte opposizione da parte della NFL, vennero portati alla luce dalla giornalista Jeanne Marie Laskas sulla rivista GQ in un numero del 2009. La stessa giornalista, scrisse in seguito il libro “Concussion” che da il nome, in lingua originale, al film uscito lo scorso anno. Una parte dei proventi del film sono stati utilizzati per la creazione di centri di ricerca contro la “CTE”.

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Nato a Roma nel 1990, anno delle notti magiche. Ex giocatore di basket, nonostante gli studi in legge, dopo una lunga parentesi personale negli States, decide di seguire la sua passione per lo sport e per il giornalismo.
Giornalista iscritto all'albo, da quattro anni vice caporedattore di GiocoPulito.it, speaker radiofonico a Tele Radio Stereo e co-conduttore a TeleRoma 56.

11 Comments

  1. Da ex giocatore di Football Americano (linea di difesa), comincio a preoccuparmi ma avendo superato i 50 tiro un sospiro di sollievo… forse….

      • Negli USA “business is business” e “the show must go on” costi quello che costi in termini di salute e vite umane. Si tace anche sulla quantita’ di farmaci, in teoria proibiti, che vengono fatti assumere a tutti gli atleti. Quando scrivo che molti campioni sportivi USA hanbo il cervello “spappolato’, manie depressive, etc…mi etichettano come anti americano, ma questi dati su “leggono” bene nel futuro di questi ex supermen

  2. Salve;
    Sto scrivendo per la prima volta in questo forum; ho visto il film ZONA D’OMBRA proprio ieri sera e mi ha fatto molto pensare…
    pensare cio’ che riesce a fare il ” DIO DENARO” !!..
    condivido quello descritto dal sig. Romano Monti..non si tratta di essere antiamericani..ma loro, tutto cio’ che è “l’ESSERE EROI” o “Campioni”, ha la PRIORITA’ !! Gente molto esaltata, maniaca di grandezza a tutti i costi…
    alla prossima..

  3. Agli americani non puoi togliere i loro miti a costo di negare l’ evidenza. A costo di far morire le persone pur di mantenere i loro giocattoli.

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