Dopo l’ennesimo avvicendamento sulla panchina del Palermo, con l’esonero di Novellino e il ritorno di Ballardini, il presidente mangia allenatori Maurizio Zamparini sembra ormai rassegnato al peggio: i rosanero occupano la terzultima posizione in classifica in virtù di una differenza reti inferiore rispetto al Carpi, anche esso a 28 punti come la squadra siciliana, in piena zona retrocessione Ma come dichiara lo stesso imprenditore friulano, questa discesa nella serie cadetta, non rappresenta per lui un grosso danno.
Il motivo di queste sue parole è ricercabile nella norma della lega, il così detto paracadute, secondo il quale le squadre che retrocedono hanno diritto ad una somma di denaro che, se fino a qualche tempo fa era di 30 milioni, da quest’anno è stata allargata a 60, distribuiti seconde regole derivanti dalla permanenza, negli anni, della squadra nella massima serie. Se, infatti, nell’ultima retrocessione del Palermo, il presidente ha dichiarato di aver perso 30 milioni, in questo caso, riuscirebbe a colmare le passività in virtù proprio di queste risorse concesse dalla Lega.
La compagine siciliana è in Serie A da due anni e, per questo, potrebbe raccogliere ben 15 milioni dei 60 disponibili, di cui altri 25 andrebbero al Verona ( da 3 anni in A) che potrebbe vedere aumentare di altri 10 il suo paracadute in caso di mancata immediata promozione nella stagione successiva. I restanti 10 sarebbero destinati al Carpi o al Frosinone, in caso di B, in quanto neopromosse. Come si evince dal calcolo, quindi, la norma consente a chi ha una storia “migliore” in A di poter usufruire di risorse in grado, almeno teoricamente, di riportarla nell’Olimpo in pochi anni, vista anche la situazione non certo aurea in cui versano le altre squadre del campionato cadetto.