Uno Scudetto con il Milan, una Coppa d’Asia con il Giappone e tante soddisfazioni con l’Udinese dei miracoli che portò per la prima volta in Europa. Questo è il profilo, parziale, di Alberto Zaccheroni che abbiamo intervistato per parlare con lui dei Mondiali appena terminati e della prossimo campionato ormai alle porte.
Un suo giudizio sui mondiali appena terminati
Il Mondiale è stato un successo. Per me è stato un gran bel Mondiale, soprattutto per noi italiani, perché con l’assenza della Nazionale, abbiamo seguito il Mondiale nella sua interezza e non solo l’Italia. Dal punto di vista del gioco non abbiamo visto grosse novità. Le squadre hanno rischiato pochissimo, senza sperimentare qualcosa di diverso. Molti hanno parlato di fallimento del Guardiolismo, ma in nazionale è impossibile. Noi Ct non abbiamo trovato un modo per applicarlo perché il tempo è poco e certe filosofie di gioco hanno bisogno di allenamenti ed esercitazioni. Non è un caso che a vincere sia stata una squadra che ha pensato più a contenere che ad attaccare.
Ha vinto la Francia, pensa sia stata la più forte a vincere?
Secondo me no. Di solito chi vince il Mondiale ha il centravanti di grande livello, cosa che Giroud non è. In questo caso la Francia ha avuto grandi protagonisti come Mbappè e Griezmann ed una grande diga a centrocampo fatta di grandissima fisicità e tecnica. Io rimango dell’idea che comunque Pogba a destra soffra ed è stato un po’ frenato. Lui le cose migliori le fa a sinistra, perché riesce a vedere più campo.
La sorpresa negativa e quella positiva di questi mondiali?
Senza dubbio la Croazia la metto tra le note positive del Mondiale. In genere i croati fanno fatica a fare gruppo, mentre in questo caso ci sono riusciti anche aiutati dallo scandalo della Federazione che li ha aiutati a compattarsi. Un po’ come capitò all’Italia nell’82 e nel 2006, quando avevamo l’obbligo di ripulire l’immagine del calcio nostrano. Il Belgio anche è andato bene ma pensavo potesse farcela ad arrivare fino in fondo. Mi aspettavo comunque qualcosa in più da loro. Nelle note negative non posso non mettere l’Argentina ed il Brasile. Sono stato molto sorpreso dall’uscita della Selecao. Sinceramente non mi è piaciuto neanche l’approccio di Neymar perché ha avuto un atteggiamento sbagliato a questo Mondiale. Ho in mente la prima palla toccata da Neymar che voleva subito irridere l’avversario. E’ stato un brutto spot per lui e per il Brasile. Delle volte sembra che ci voglia un pallone solo per lui. E’ un peccato perché è un giocatore eccezionale e rischia di rimanere prigioniero del suo personaggio.
Vedendo questo mondiale pensa che l’italia avrebbe potuto recitare un ruolo importante in questa coppa del Mondo?
Ora le Nazionali sono tutte organizzatissime. Guardiamo la stessa Svezia che ci ha eliminato. E’ una squadra ordinata, senza grosse qualità ma consapevole di quello che fa in campo. Penso che la mancata qualificazione ai Mondiali sia stata una grossa mazzata per il nostro calcio. Una mazzata che però ci farà ripartire ci farà fare bene in futuro. In Italia i talenti li abbiamo sempre avuti e li avremo sempre. Sinceramente non sono preoccupato sotto questo punto di vista, ma dal fatto che dovremo crescere tatticamente per permettere a questi talenti di potersi esprimere al meglio. Purtroppo però i giovani talenti che abbiamo li stiamo già caricando troppo. Ad esempio Chiesa è un giocatore importante che però non deve sempre cercare la giocata individuale per risolvere lui la partita. La nostra Nazionale ha anche un grande talento come Mario Balotelli che se mettesse un po’ la testa a posto potrebbe davvero fare la differenza. Balotelli è uno di quei giocatori che non vanno sgridati o punti ma cercare di portarli dalla tua parte con il dialogo. Rimango dell’idea che comunque l’Italia sarà sempre una Nazionale importante.
Che ne pensa di Mancini?
Lo hanno voluto un po’ tutti. In questo momento rappresentava il nome migliore da mettere sulla panchina della Nazionale. Ora è importante che anche il quadro dirigenziale si completi, dato che la FIGC è ancora commissariata. Se non si creano tutte le condizioni migliori per lavorare, poi si rischia di dare alibi ai giocatori e questo non deve mai succedere. La Nazionale l’ho seguita per lavoro e fino alla partita con la Spagna persa a Madrid era una squadra piena di entusiasmo in cui ogni giocatore che entrava da il meglio di sé. Dopo quella sconfitta deve essere successo qualcosa che ha destabilizzato il gruppo. La squadra non ha più reagito e non ha provato neanche più a giocare, ognuno giocava per sé e alla fine sono andati male tutti, nessuno escluso.
Il suo ex Giappone è riuscito a superare il primo turno, salvo poi divorarsi l’opportunità di arrivare ai quarti contro il Belgio. Una sua opinione?
I giocatori giapponesi che sono andati al Mondiale li conosco come le mie tasche perché li ho allenati tutti. Purtroppo al calcio giapponese manca la malizia. Cose come fallo tattico o qualche furbata, sono cose neanche si possono nominare. Contro il Belgio hanno preso un gol incredibile in contropiede al 90′ perché non hanno neanche fatto un fallo tattico. Nel loro campionato gli arbitri non danno mai un giallo perché non ci sono falli tattici o cattivi. Nella mia avventura lì ho provato a cambiare la loro mentalità cercando di far fare la partita e non subirla, mettendo in evidenza le loro grandi caratteristiche tecniche e di resistenza.
Lei mi parlava del suo grande lavoro in Giappone. Come sta cambiando la figura dell’allenatore in questi anni?
Il vero mestiere dell’allenatore è quello di migliorare i giocatori e costruire la squadra. Più si alza il livello di crescita e più si hanno possibilità di vincere. La figura dell’allenatore soprattutto a livello giovanile è cambiata e si cerca più la vittoria che la valorizzazione dei giocatori. Questo si ripercuote anche a livello tecnico, infatti non si vedono più dribbling in campo ma solo calciatori che si allungano la palla e superano l’avversario in velocità. Quelli non sono dribbling! Va bene fare cose nuove, ma le basi del calcio devono essere sempre fissate. I difensori ad esempio non sanno più marcare gli avversari e la maggior parte dei gol arrivano su palla laterale. Non è possibile che gli attaccanti segnino completamente da soli.
Chiudiamo il discorso nazionali con i suoi obiettivi come Ct degli Emirati Arabi Uniti. Prossimo anno ci sarà la Coppa d’Asia che lei vinse proprio con il Giappone.
Negli Emirati ci tengono moltissimo. Sento la responsabilità di onorare al meglio questa Coppa. Fino ad adesso ho giocato due competizioni da CT ed abbiamo fatto abbastanza bene. A fine mese andremo in ritiro in Austria per poter prepararci. Nella Rosa ho tre-quattro giocatori di talento che però non conosce nessuno perché non hanno interesse nell’andare via perché gli stipendi sono quelli che sono e allora preferiscono rimanere lì. Io vado a vedermi tutte le partite che mi interessano dato che vivo proprio negli Emirati Arabi.
Lasciamo il mondiale e torniamo a casa nostra. Tra un mese scarso parte il campionato e la Juve con Ronaldo sembra aver scavato un solco ancora più profondo con le inseguitrici.
Nelle ultime due stagioni la Juve ha dovuto soffrire per vincere il titolo. Di certo l’arrivo di Cristiano Ronaldo alza il tasso tecnico e anche l’interesse sul nostro campionato. Anche a livello di diritti televisivi esteri l’arrivo del portoghese può rappresentare un vero affare per il calcio italiano. Sotto l’aspetto tecnico penso sia uno stimolo in più’ per gli avversari, anche perché la Juve davanti aveva un certo Higuain, ed ora ha preso un giocatore straordinario. Il portoghese è un giocatore che anche da solo può spostare gli equilibri.
Oltre a Ronaldo in Italia è tornato un grande allenatore come Ancelotti.
Un grande colpo per il Napoli. Carlo è un allenatore che porta equilibrio ed ha una capacità di farsi capire dal gruppo. Soprattutto con i Big, Ancelotti riesce sempre a coinvolgerli. Se riesci a coinvolgere i migliori questi poi si portano dietro tutto il resto del gruppo. L’importante che a Napoli si capisca che ora si ha un allenatore diverso da prima e non si facciano confronti con il passato. Per un nuovo allenatore è sempre difficile partire bene ed è importante è che l’ambiente stia con l’allenatore.
Le altre invece? Che squadre stanno nascendo? Chi può dare fastidio alla Juve?
Alla Roma si respira una bell’aria, c’è grande entusiasmo. Di Francesco è sostenuto anche dalla tifoseria. A me piace molto il tecnico abruzzese, anche se all’inizio avevo qualche perplessità su di lui perché mi sembrava molto rigido nel suo credo. Nel corso della stagione ha poi dimostrato di non essere così ed è riuscito a valorizzare le caratteristiche dei suoi giocatori. L’Inter tutti gli anni fa una bella squadra ma manca di equilibrio nell’arco della stagione. Spalletti sembra aver trovato una bella soluzione con Brozovic a centrocampo e non scordiamoci di Icardi lì davanti. Per una squadra così ambiziosa è necessario trovare un modo per riempire l’area di rigore. Rimane il Milan che però al momento è un’incognita.
Chiudiamo l’analisi del calcio italiano con una riflessione amara. Lei è romagnolo ed è notizia di pochi giorni che il Cesena cosi come il Bari e la Reggiana non hanno potuto iscriversi.
Io ho Cesena qui vicino e può immaginare l’amarezza. Teoricamente era la squadra della Romagna e per anni ha dato lustro al calcio romagnolo. E’ una perdita grave e non ho neanche idea di come potranno ripartire. La Federazione dovrebbe monitorare maggiormente la situazione delle squadre anche in Serie B perché non è possibile poterle farle arrivare a questo punto con tutti questi debiti accumulati. Io al Cesena? No dopo gli Emirati mi godrò la mia famiglia.