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Yuki Kawauchi, il maratoneta in giacca e cravatta che può salvare i giovani giapponesi

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Sembra una scena di un video di PSY: un uomo, asiatico, che corre una maratona o mezza maratona in mocassini, giacca, cravatta e giustamente pettorina numerica. Il protagonista di questa strana storia non è però coreano come il cantante di Gangnam Style, bensì giapponese e si chiama Yuki Kawauchi.

Di lavoro sarebbe un impiegato d’ufficio, grande passione per la corsa che lo ha portato, o lo porterà per essere più precisi, a rappresentare il Giappone alle Olimpiadi di Rio 2016 grazie all’ottima prestazione alla Maratona di New York chiusa in 2h08′.

Per la maratona di Kuki, “in casa”, ha provato un esperimento, quello di correre con il suo consueto abbigliamento da lavoro chiudendola in un’ora, sei minuti e quarantadue secondi. Il ragazzo corre forte anche se fa sorridere perché il record assoluto di una mezza maratona è stato stabilito da Zersenay Tadesse, un eritreo, a Lisbona finendo i 21km circa in 58’23”. Grande risultato dunque per il nostro Yuki visto che una corsa senza scarpe da ginnastica è molto più difficile di quello che si possa immaginare.

Tutti abbiamo nella mente impresse le immagini di Bikila Abebe che a Roma nel ’60 gareggia senza scarpe, e vince, ma difficoltà simili le si hanno con i piatti mocassini che stressano in maniera incredibile sia le gambe che i piedi.

Come potete immaginare, in Giappone è divenuto una Star anche perché non è la prima volta che si diverte in questo modo. A raccontare la sua storia è stato il magazine sportivo più importante del sol Levante, Courir: “I giovani giapponesi lo guardano con ammirazione perché Yuki Kawauchi ha mostrato loro una nuova concezione sportiva, che va oltre il competere solamente. Si gareggia per divertirsi, per stare in forma, la maratona per lui è solo un hobby anche se è così veloce”.

Durante la settimana, il maratoneta rock star, com’è stato soprannominato sulla rivista, è un Nerd impiegato d’azienda con grandi passione per Manga ed Anime e le parole del direttore di Courir sono da prendere molto più seriamente di quello che si possa immaginare. In Giappone la competizione è presa molto, forse troppo sul serio, ed il retaggio storico del seppuku si sente ancora oggi tant’è che il suicidio è la prima causa di morte tra gli Under24 per motivi che si trovano anche nel resto del mondo, come disoccupazione o depressione. Un’altra motivazione di tale pratica è invece “La cultura della vergogna” ancora molto presente nel Paese e che raggiunge i ragazzi che non riescono ad ottenere un diploma in tempi rapidi (la cerimonia del diploma è molto importante nella cultura nipponica ed è un evento sentito in tutta la famiglia), o con problemi al college. Una pratica simile è l’hikikomori una sorta di autoimposto “ritiro” dalla società, che nei giovani consiste nel chiudersi nella loro camera anche per lunghi periodi, senza mai uscirne, spesso “coperti” da famiglia e istituzioni scolastiche.

L’avvento di Yuki Kawauchi insomma, oltre a far sorridere il mondo per il modo spensierato in cui si avvicina alla disciplina, può davvero essere di insegnamento ad un Paese meraviglioso e pieno di contraddizioni, qual è il Giappone.

FOTO: www.ilbuzz.it.eurosport.com

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