Nella notte tra domenica e lunedì, ore 2.00 italiane, andrà in scena gara sette, atto conclusivo della stagione NBA tra i Golden State Warriors, campioni in carica, ed i Cleveland Cavaliers. Si torna nella Bay Area, precisamente alla Oracle arena di Oakland, dove sarà presente il tutto esaurito con la solita marea gialla dei tifosi di casa per spingere Curry & co. alla conquista del secondo titolo consecutivo.
LA PARTITA DEL SECOLO:
E’ questa la definizione data a questa partita dai media a stelle e strisce per via dei tanti intrecci, le tante polemiche e, soprattutto, il tanto equilibrio della serie non solo dal punto di vista del risultato, 3 a 3, ma anche di gioco. Due filosofie cestistiche agli antipodi: il gioco tutto corsa e tiri dal perimetro di GS, il cosiddetto Run&Gun, a cui si oppone il gioco maschio, molto fisico, alla ricerca dei mismatch nel pitturato da parte dei Cavaliers. E poi ci sono loro, Curry e James, le due superstar assolute, gli Akron’s Sons (nati entrambi ad Akron – Ohio, a tre anni di distanza), pronti a dar spettacolo sul parquet per una sfida esplosiva che avrà, verosimilmente, un finale al cardiopalmo.
LA REGOLA DEI TRE GIORNI DI RIPOSO “ANTI GOLDEN STATE”
Con la panchina lunga ed il loro gioco ad alta intensità fatto di tanta corsa e passaggi veloci, affrontare e cercare di fermare i Warriors costa agli avversari un dispendio di energie notevole. Il caso ha voluto che in questa edizione delle NBA Finals, il commissioner Adam Silver abbia deciso che quando ci si dovrà spostare da una costa all’altra, i giorni di riposo saranno tre invece che due. Inutile dire che questa cosa non è andata giù all’ambiente Warriors, Steve Kerr coach dei californiani ha detto: “Il giorno in più di riposo permette alle squadre in svantaggio nella serie di pensare, invece di tornare subito a giocare”. Chiaro il suo riferimento ai Cavaliers che fino a due gare fa erano sotto per 3-1.
WARRIORS: NERVOSISMO, MULTE E L’OMBRA DEL FALLIMENTO
Non è dei più rosei il clima in casa Golden State. Dopo la brutta e senza storia sconfitta in gara 6 a Cleveland, la macchina perfetta ammirata in regular season in questi playoffs si sta inceppando troppo spesso, con un inevitabile nervosismo che ha colpito i protagonisti più in auge. Curry, espulso per sei falli a 4:22 dalla fine di gara 6, ha lanciato il suo paradenti alla panchina avversaria beccandosi 25.000$ di multa dalla Lega. Stessa sorte anche per il coach Steve Kerr, reo di aver criticato l’operato dei direttori di gara: “Non credo che gli arbitri abbiano concesso a Curry il rispetto che un doppio MPV merita”.
Infine la moglie del numero 30, Ayesha, su Twitter ha cinguettato parole al veleno contro la NBA: “Ho perso tutto il rispetto, mi dispiace ma questo è tutto falsato, tutto per soldi o per gli indici di ascolti. Scusate ma non riesco a starmene in silenzio, si può vedere palesemente anche in diretta”. Parole che hanno generato oltre 90mila retweet prima di essere cancellate e sostituite da un altro post, questo di scuse per aver commentato troppo a caldo. L’unico a cercare di calmare gli animi è stato Klay Thompson, che in modo molto realistico ha dichiarato: “Se dovessimo perdere sarebbe una stagione fallimentare. Non mi sento ancora sconfitto, anzi, abbiamo l’ultima partita in casa davanti al nostro pubblico”.
CAVALIERS: ALLA RICERCA DEL PRIMO TITOLO NBA CON LA PAURA CHE JAMES POSSA LASCIARE
In casa Cavaliers il fomento è palpabile e si ripercuote anche nelle strade della città. Una vittoria netta, schiacciante, annichilente in gara 6. Una prestazione super, la consapevolezza di aver trovato il modo definitivo per fermare i Warriors e la sensazione che questa volta l’inerzia è tutta nelle loro mani. Da 3 a 1 a 3 a 3, con la possibilità di una rimonta con sorpasso che avrebbe dell’incredibile. Lebron sta giocando da fuoriclasse assoluto aggiungendo, partita dopo partita, cose e numeri sempre più sensazionali. Già, Lebron, si vocifera che se dovesse vincere il titolo, sentendosi di aver ripagato il debito con i Cavaliers dopo il “tradimento” per Miami, in virtù anche del salary cap che, visto l’accordo tra la NBA e le televisioni da 2.5 miliardi di dollari per la stagione 2016-2017, salirà da 70 a 94 mln di dollari per franchigia, potrebbe lasciare Cleveland perché da freeagent avrebbe la possibilità di vagliare tutte le offerte che per un giocatore come lui, più di 10 anni di carriera NBA, significherebbe firmare contratti oltre i 30 mln di dollari annui.
PREZZI PAZZI:
Abbiamo accennato sopra che questa partita è considerata la partita del secolo. Ovvio che questo abbia avuto effetti anche sul prezzo dei biglietti. Si parla infatti di 2792 dollari di media per un biglietto per assistere alla sfida decisiva tra Curry e James alla Oracle Arena, 1000 dollari in più rispetto al prezzo prima delle Finals. Addirittura c’è chi ha comprato sul famoso sito StubHub due biglietti di prima fila al “modico” prezzo di 49.500 $ l’uno.