L’antico Porto Romano, denominato anche Porto Vecchio, accoglie i naviganti al momento dell’arrivo a Ventotene. La minuscola isola, con una superficie di 1,54 km² è per dimensioni il comune più piccolo dell’Italia centrale, ed è attraversata da via Olivi, la strada principale lunga poco più di due chilometri che inizia nella zona del porto e termina nei pressi di Punta Olivi. A Ventotene spicca senza dubbio un marcato rispetto della storia e dell’ambiente, valorizzato dalle politiche locali che hanno contribuito a mantenere intatto l’ecosistema senza cadere nella trappola delle speculazioni edilizie e di un turismo troppo facile o “aggressivo”. Dal 1997 il suo mare è ufficialmente zona protetta e denominata “Area naturale marina protetta Isole di Ventotene e Santo Stefano”.
E’ su quest’isola che Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, durante il periodo di confino, redigettero il cosiddetto Manifesto di Ventotene che, nel 1941, in pieno conflitto mondiale chiedeva una unione dei paesi europei. Altre due stradine si congiungono con via Olivi: una è via Parata Grande e consente di costeggiare l’omonima cala, l’altra è via Calanave e conduce nella zona Fontanelle, sul lato sud est dell’isola. Nella parte più settentrionale, prima di Punta Eolo, sorgono i resti di un’antica villa romana denominata Villa Giulia, un luogo in cui venivano rinchiuse le donne colpevoli di non seguire il buon costume imperiale.
Lungo il tragitto di via Olivi, a pochi minuti da piazza Castello (dove si può visitare un Museo Archeologico), si possono ammirare due cisterne romane scavate nel tufo e distanziate tra loro circa 400 metri, la Cisterna di Villa Stefania e la Cisterna dei Detenuti. Prima di doppiare Punta dell’Arco, lembo estremo di Sud Ovest che con i suoi 140 metri è il punto più alto dell’isola, sono visibili le Saliere, particolari buche nella roccia che servivano per la raccolta del sale. Nei paraggi sorge anche il Museo Ornitologico che si trova in una costruzione risalente alla II guerra mondiale conosciuta come “Il Semaforo”, oggi completamente ristrutturata. Nella stessa area ci si può concedere un bagno rigenerante nei fondali blu di Cala Battaglia. A circa un miglio da Ventotene si delinea nitidamente l’isola di Santo Stefano dove nell’omonimo carcere costruito nel 1795 e visitabile con l’ausilio di guide turistiche, furono rinchiusi lo scrittore Luigi Settembrini, il brigante Carmine Crocco, l’anarchico Gaetano Bresci e, durante il ventennio fascista, il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Ogni anno, dal 18 al 20 settembre, a Ventotene si festeggia Santa Candida, una celebrazione molto sentita dalla popolazione che merita di essere vissuta in prima persona.
Dove mangiare a Ventotene
In via Olivi 43 il ristorante “Il Giardino” offre un’autentica cucina di piatti isolani, tra cui la gustosa “Cianfotta” (una minestra a base di verdure che si cucina con gli ortaggi di stagione coltivati nelle campagne di Ventotene) e un’attenta selezione della materia prima come il pescato di giornata, le rinomate lenticchie del luogo e i prodotti naturali della terra. In via Pozzillo, racchiuso in un anfratto di mare tra la spiaggia di Cala Nave ed il Porto Romano, il ristorante “Da Benito”, dove oltre a succulenti piatti di pesce locale si può gustare la zuppa di lenticchie, il tipico piatto locale. In via Porto Romano, per gli amanti del “chilometro zero”, la tappa obbligata si chiama “Un Mare di Sapori”. Si tratta di un’enoteca dove si possono trovare tutte le specialità tipiche del territorio, coltivate nelle campagne dell’isola, come le lenticchie, i capperi e l’origano. Non mancano altri prodotti tipici del territorio pontino come vini, olii e biscotti.