Salisburgo è città di confine e di cultura. Il richiamo al secondo dei due elementi sorge spontaneo pensando a Wolfgang Amadeus Mozart, che in Salisburgo ha la sua città natale. Il primo, alla vicinanza con la Baviera. Una contiguità in cui ha fatto breccia il colosso Red Bull. A farne spese, l’Austria Salisburgo, storica squadra biancoviola della città austriaca, i cui tifosi sentono ancora un forte attaccamento ai colori, tanto da lanciare un nuovo supporters’ trust. Ma prima, serve sapere qualcosa di più su chi ha letteralmente messo le ali.
IMPERO RED BULL – Nel 2005, la multinazionale della bevanda energetica dà vita ai Red Bull Salisburgo: Dietrich Mateschitz, numero uno della Red Bull, acquisisce i violett weiss dell’Austria Salisburgo, squadra in vita dal 1933. Si parte quindi da casa propria. Due anni dopo, si penetra anche nel mondo dell’hockey: i Red Bull Salzburg oggi sono la squadra più forte dell’Austria, campioni in carica da due stagioni, e partecipanti alla finale nelle ultime tre. Dall’altro lato del confine, a Monaco, nascono anche i Red Bull München grazie ad un accordo di stretta partnership di sponsor con una squadra di recente nascita (1998). L’anno scorso, i RB Monaco hanno vinto il loro primo campionato tedesco. Un trionfo per le lattine che mettono le ali, se contiamo anche l’esponenziale crescita dell’odiatissimo Lipsia, oggi secondo in Bundesliga, dietro al Bayern Monaco di Ancelotti. Nel calcio austriaco, i due tori rossi della Red Bull dominano al pari di quanto fanno i colleghi dell’hockey su ghiaccio. Il Red Bull Salzburg è la squadra leader (con costanti risultati scadenti in Europa). La lunga introduzione sul Red Bull world serve ad introdurre i cugini minori dell’Austria Salisburgo. È il settembre 2005, la nuova Red Bull Arena è pronta per l’inaugurazione, ma tra i tifosi scoppia il malcontento: al minuto 72’ (per celebrare i 72 anni di storia dell’Austria Salzburg) della sfida contro l’Austria Vienna (il caso vuole, squadra dal colore viola), i tifosi salisburghesi lasciano lo stadio, promettendo di non rimetterci più piede. Motivo? La grande provocazione di Mateschitz: occhialini con lenti viola, «per vedere la partita ricordando i vecchi colori sociali». La risposta è una: «l’Austria Salzburg sopravvive a tutti voi». Parafrasi: la nostra passione è più forte di qualsiasi multinazionale. I violett wiess rinascono dalla settima serie, con tutte le difficoltà economiche del caso, in cui l’allestimento di una squadra competitiva è solo l’ultima delle voci in agenda. La solidarietà dei tifosi però non vuol far morire l’Austria Salzburg una seconda volta, e così non sarà. Inoltre, c’è un sogno: giocare contro la squadra in lattina che si è presa tutta Salisburgo, ma non la passione vera e viola.
ASCESA VIOLA – Con un percorso graduale ma costante, l’Austria Salisburgo scala la gerarchia del calcio austriaco di anno in anno, e nel 2010 arriva alle porte del professionismo, grazie anche all’aiuto di tanti atleti scesi di categoria per sposare la causa popolare. Ma nella stagione 2012/2013 la scalata è fermata sul più bello dal Liefering durante gli spareggi per la promozione in seconda divisione. Il caso vuole (anche qui) che la squadra sia controllata da Red Bull. Oltre al danno, la beffa. Nel resto dell’Austria, sospiri di sollievo: la squadra degli ultras che non piace e non convince l’opinione pubblica, per fortuna non riesce a fare le scarpe al colosso internazionale che tanto fa parlare della piccola Austria. Ma l’appuntamento con la storia è solo rimandato alla stagione 2014/2015, quando l’Austria Salzburg torna in serie B e riabbraccia il calcio che conta (sui maxischermi). Con la promozione arrivano anche i problemi finanziari che portano con sé lo spettro del fallimento, scacciato grazie alla solidarietà del mondo dei tifosi e di alcuni creditori, coprendo parte dei debiti ed evitando il crac finanziario. Quando riammodernare uno stadio diventa un salasso per la società. Il ripianamento dei debiti e una gestione calmierata dei costi, obbliga i viola a fare un passo indietro ed accettare la retrocessione automatica in Serie C.
CROWDFUNDING – Ma le logiche del business soccer sono esterne all’universo popolare che circonda i violett weiss. Per proseguire la battaglia e puntare ai livelli più alti del calcio austriaco, i tifosi dell’Austria Salzburg hanno chiesto aiuto ai tifosi di tutto il mondo, attraverso il consolidato strumento di partecipazione e unione sportiva e non solo: il crowdfunding. Il 17 ottobre è nato il progetto «Tradition Hat Zukunft» (la tradizione ha un futuro). Sulla piattaforma Kickrs.net è attiva una campagna per racimolare la quota di iniziale di 25.000€, con l’obiettivo ultimo di arrivare però a 100.000€, da destinare ad affitto dello stadio, sviluppo infrastrutturale e sezione giovanile. Se la quota verrà superata, è prevista una seconda sorpresa. Al pari del Sheffield FC, che richiama tutto il mondo per tornare a Olive Grove, l’Austria Salzburg vuole vincere le logiche di chi mettendo le ali ha snaturato il mondo del pallone a Salisburgo, città fra le più attive sportivamente in tutta l’Austria. La campagna – che in italiano è tradtotta in Il futuro della tradizione – è consultabile approfonditamente qui: varie forme di partecipazione, di sostegno e donazione economici (dall’online banking al classico bonifico), così come sono varie le forme premiali destinate ai supporters digitali: braccialetti, magliette, sciarpe cena con l’ex leggenda tra i pali Otto Konrad, il tutto come segno di riconoscimento per la partecipazione alla causa viola, senza dimenticare la festa di fine stagione come ringraziamento collettivo verso tutti. Il video sovraimpresso può forse trasmettervi le motivazioni giuste per fare parte della battaglia viola della Salisburgo vera. C’è un colosso del legame business-sport che a Salisburgo è ritenuto scomodo, e una tradizione a cui serve dare un futuro. Perché, per dirla in termini austriaci, #traditionhatzunkfunt.