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Unione Anconitana: la nuova vita in mano ai tifosi

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L’Ancona diventa ufficialmente club di proprietà dei tifosi attraverso la Fondazione “Unione Anconitana”. In data giovedì 17 dicembre è stato firmato l’atto costitutivo è stato firmato a Milano, in uno studio notarile alla presenza di Raffaele Vietri, presidente di SosteniamolAncona, Fiorello Gramillano, e l’ormai ex presidente Andrea Marinelli. Un passaggio storico per i dorici, pronti a vivere la nuova avventura con la scelta di una fondazione eretta a patrimonio collettivo, a «massimo strumento di garanzia per una gestione corretta, sostenibile e trasparente di una società calcistica», come si legge nel comunicato ufficiale pubblicato sul sito della squadra. Un progetto di inclusione sociale che punterà «sulla valorizzazione, sulla promozione e sulla diffusione dello sport tra i giovani e sull’insegnamento dei valori etici e culturali che caratterizzano il calcio sano e lo sport leale», promuovendo iniziative di crowdfunding e raccolta fondi in sinergia con i principi dell’azionariato popolare, lo strumento di governance dal quale è cominciato tutto.

Perché quella del nuovo Ancona, è una storia dal passato turbolento. Nato sulle ceneri dell’ultimo fallimento risalente al 2010, rappresenta il percorso di una vera rinascita sportiva per la gente, per una città che forse non vive il calcio in maniera spasmodica come nelle altre città marchigiane, San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno. Negli ultimi decenni la passione calcistica è stata piuttosto soporifera. Poco prima del 2010, in occasione del derby Adriatico contro il Pescara, uno striscione comparve nella trafficata bretella che da Ancona porta verso Sud: «Tutti a Pescara!» Il richiamo all’esodo fu iniziativa di chi aveva ritrovato la fede persa dopo la brutta figura in Serie A nel 2004 seguita dalla prima bancarotta causata da Ermanno Pieroni.

Cinque stagioni in C e il ritorno in B nel 2008, accolto come l’occasione per ripopolare lo Stadio Del Conero, nonostante fosse imminente il secondo fallimento in meno di dieci anni. L’idea della trasferta a Pescara fu accolta in città con un drappo di risposta: «Sì, a piglià le botte!» In Ancona, non tutti avevano interesse per i biancorossi. Nel 2009 arriva la radiazione con esclusione dalla Terza Categoria, l’anno dopo si riparte dall’Eccellenza, acquisendo le prestazioni sportive dell’Unione Sportiva Piano San Lazzaro, che si trasforma in Ancona.

La rinascita passa dalle mani di SosteniamolAncona (http://www.sosteniamolancona.it/), un supporters’ trust per stare vicini alla squadra, visto che la fiducia verso le svariate presidenze era ormai ridotta ai minimi termini. Il progetto funzionò sin dalle prime battute, trovando anche il supporto del sindaco Fiorello Gramillano. Nel 2011 ai tifosi viene ceduto un simbolico 2% delle quote del club. Sul campo, tre anni di dilettanti e approdo in Lega Pro l’anno scorso, quando la musica comincia a cambiare. Poco prima il Presidente Andrea Marinelli si era adoperato per recuperare il cavaliere armato, storico simbolo del club. Un’operazione costata 40.000€. Poi, durante la scorsa stagione, l’apertura ai tifosi, comunicata a RadioTua con una frase che suonava da monito: «Lascio la squadra in mano ai tifosi, hanno voluto la società e ora se la prendono. Così l’amministrazione comunale si rapporterà con loro».

I tifosi non se lo fanno ripetere due volte, e si apre il tavolo delle trattative. Il direttivo di SosteniamolAncona sonda il terreno e accetta la proposta di Marinelli, che resta nell’orbita della squadra trasferendo però l’intera gestione ai tifosi, sulla base di due accordi: l’impegno a garantire un sostentamento economico per tre anni, e la permanenza del direttore generale Sandro Marcaccio, che invece lascerà a fine campionato, avvicinato alla scrivania della Ternana.

La seconda stagione in Lega Pro si apre sotto i migliori auspici e l’ownership pianificata ad inizio estate prende vita. Ai tifosi dell’Ancona andrà l’88% delle quote del club, concesse gratuitamente da Andrea Marinelli. «La Fondazione sarà costituita da quattro organi principali: un’assemblea generale, un consiglio di indirizzo (composto dal presidente Fiorello Gramillano e da Lorenzo Gambelli, Franco Lorenzini, Paolo Bartola, Andrea Biekar, Claudio Matteini e Lorenzo Mondini) e da un Revisore unico».

«C’avemo i moscioli, e ce piace el vì» (trad. «abbiamo le cozze e ci piace il vino»), il coro dal linguaggio tipicamente anconetano che taglia le ultime parole della frasi, racchiudeva in sé lo spirito popolare dei tifosi con sciarpa, bandiera e fumogeno, quei tifosi che in mezzo ai due fallimenti si trovarono porte in faccia dai propri concittadini per una trasferta di breve distanza. Gli stessi che avevano paura di prendere le “botte” a Pescara, oggi entrano nell’organigramma della loro squadra del cuore. Altro che moscioli e vì.

FOTO: www.stopandgoal.net

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7 Comments

  1. Complimenti per aver dato spazio all’esperienza di Ancona.
    Una precisazione: la quota del 2% non era simbolica. Era una “golden share”: a prescindere dalla percentuale Sosteniamolancona aveva il diritto di nominare 2 amministratori, il diritto di discutere il budget e il diritto di veto su marchio, sede e colori sociali. Lo statuto della US Ancona 1905 con tali caratteristiche è stato preso a modello in altri Paesi e in Italia a Taranto sin dal 2012 vi è un’esperienza analoga a quella iniziale di Ancona.
    È in corso un cambiamento culturale ed è importante dare voce e risalto.
    Un cambiamento che ha anche visto settimana scorsa l’elezione nel consiglio di Lega Pro di David Miani, Presidente e MAmministratore Delegato della US Ancona 1905, ma prima ancora è stato presidente di Sosteniamolancona, l’associazione rappresentativa di tutti i tifosi Anconetani da cui tutto è partito e che controlla la Fondazione Unione Anconitana. E così si continua in un percorso non improvvisato e con solide basi. Infatti, Ancona non nasce oggi e che costituisce uno degli esempi del percorso di tifosi e gruppi di tifosi iniziato nel 2010 e volto a porre i tifosi al centro del gioco, nei meccanismi decisionali delle società sportive e delle istituzioni sportive. Percorso che ha portato alla costituzione di Supporters in Campo (www.supporters-in-campo.org), braccio italiano di Supporters Direct Europe (cui Supporters in Campo è affiliata) e tra i principali risultati del progetto finanziato dalla Commissione europea nel 2013-2014 (“Migliorare la governance del calcio tramite la partecipazione dei tifosi). L’esperienza di Sosteniamolancona (tra i soci fondatori di Supporters in Campo) è una di tali esperienze (le realtà riconosciute da Supporters in Campo sono 20).
    Diego Riva (Presidente di Supporters in Campo, colpo

  2. Sig. Lorenzo, mancava solo una ultima frase per fare di questo articolo, un capolavoro del giornalismo sportivo obiettivo…bastava aggiungere un “forza Pescara” e che ci voleva?! Non ti offenderai se in linguaggio tipicamente anconetano ( ma non si definiva dialetto? )te mando affà’ …un Buon Natale.

  3. grandi! anche io con la Fondazione Taras ho aderito a simile cosa anche se il Taranto ha una storia un’anticchia più complessa degli amici dorici. che dire? che quel malandrino di Ermanno Pieroni ha fatto fessi anche noi tarantini e spero che prima o poi paghi le sue malefatte non con la galera ma coi rimorsi di coscienza sempre che sappia cosa sia. nel frattempo propongo una sorta di gemellaggio Ancona Taranto??? se accettate non avete che da invitarci! anche a noi piacciono i moccioli e i vi e noi di cozze si che ce ne intendiamo!!!ah dimenticavo, grazie per l’ospitalità che mi avete donato in 3 anni di vita tra Ancona e Senigallia! con affetto

    Fabrizio Toma

  4. Buongiorno,
    è per me motivo di sorpresa vedere come un giornale autorevole e punto di riferimento per moltissimi lettori (tra cui io) possa far comparire on line quest’articolo scritto da una persona che ,evidentemente, tutto interessa tranne che il discorso “Supporter Trust”.Mi dite cosa c’entra il discorso Ancona e Pescara con l’argomento “società in mano ai tifosi?”.Il titolo recita:”UNIONE ANCONITANA: LA NUOVA VITA IN MANO AI TIFOSI”…allora spiegatemi il senso di mettere (in risalto) botta e risposta in una trasferta tra tifosi dell’Ancona e quelli del Pescara.Se non è disinformazione questa…
    In un sistema che fa acqua da tutte le parti come quello del calcio l’iniziativa degli anconetani dovrebbe essere presa ad esempio,esaltata,messa in evidenza,sottolineata,spiegata e portata a conoscenza dei più.Potrebbe essere l’alba del calcio moderno e vederla strumentalizzata per farne un semplice sfottò tra due tifoserie è alquanto vomitevole.Allora io dico che questo signore o è un fan pescarese o è contro un certo tipo di discorso di gestione societaria.Tutto bene,ma allora perchè non scrivere un articolo su questi due ultimi argomenti?

  5. Articolo vergognoso è partito per parlare di una lodevole iniziativa in un mondo schifoso come quello del calcio e si è trovato a insultare e denigrare la tifoseria dorica come un ragazzino delle medie come l’ultimo ultras da tastiera. Pessima figura del giornale

  6. Ma non leggete gli articoli o non capite l’italiano? Mi sembra che in questo articolo si faccia di tutto tranne che denigrare la tifoseria dell’ancona.
    Viene esaltata l’iniziativa. Che problemi avete? Probabilmente solo di non avere la capacità di leggere e capire…

  7. Da tifoso dell’ancona non posso che sottoscrivere ciò che è stato scritto in questo articolo. Chi critica non conosce i fatti o semplicemete soffre la verità.

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