Conrad McRae, “Icaro Mangiafuoco” della palla a spicchi
Avrebbe compiuto oggi 52 anni Conrad McRae, lo sfortunato cestista che nel Basket Europeo ha lasciato un’impronta indelebile e che solo un destino infame poteva fermare. Vi raccontiamo la sua storia.
Prodezze da funambolo per un’intera carriera, sino al giorno dello stop obbligato per problemi cardiaci, amara anticamera del cinico sipario che già si affacciava all’orizzonte. Conrad aveva un segreto: sapeva che ogni partita poteva essere per lui l’ultima, camminava su un filo sospeso tra la vita. Soffriva di una forma congenita di tachicardia ventricolare (il padre è morto anche lui stroncato da un infarto). Era il suo segreto. Non lo avevano smascherato nemmeno gli esami medici ai quali si era sottoposto ogni stagione, cambiando sempre squadra e città. Uno svenimento a Denver nel 1999, quindi un test sotto sforzo e perse di nuovo conoscenza. Gli dissero di chiudere con il basket ma Conrad rispose che non era ancora pronto a lasciare tutto. Sapeva bene a cosa stava andando incontro, lo sapeva sin da quando anni alla Syracuse University, a 17 anni, il medico del team rilevò il suo battito cardiaco irregolare. Conrad McRae, da ragazzino, aveva stretto un patto col diavolo. Non ha mai smesso di giocare e non ha mai smesso di sorridere e far divertire la gente.