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Tutti a Tir…ah, no

Visto dall’alto, sembra uno di quei plastici della Lego esposti nei negozi di giocattoli. Bello eh, per carità; un gioiellino, come è stato definito. Ma ino ino, per l’appunto, che non si è ristretto negli ultimi mesi a causa della siccità: era proprio così da quando sono stati ultimati i lavori, l’Air Albania Stadium, che sfiora i 22.000 posti quanto a capienza. Omaggi compresi e già tutti accaparrati.

L’aeroporto invece visto dall’alto sembra una di quelle stazioncine che abbelliscono le rotaie dei trenini elettrici, quindi non c’è bisogno di arrivare sugli spalti dell’impianto perché si generi caos; basta pensare all’afflusso di tifosi romanisti e del Feyenoord (questi ultimi non erano stati avvisati circa le tempistiche della procedura di vendita) e alla congestione data da una logistica che non permette di gestire un arrivo separato allo stadio. Fermo restando che da Rotterdam molti arriveranno in Barcaccia.

Certo, l’UEFA è stata sfortunata, va detto: da una probabilissima finale tra i cechi dello Jablonec e i kazaki del Kairat si è ritrovata con due club dalle tifoserie numerose e appassionate; forse i dirigenti qualche sospettuccio potrebbero averlo avuto dalle semifinali in poi, con anche il Marsiglia e il Leicester di mezzo, ma sono stati evidentemente rassicurati dalle parole dell’architetto Casamonti, che ha gestito in tempi record la costruzione dello stadio, quando ha detto che la visibilità è perfetta e che l’illuminazione a led è a bassissimo impatto ambientale. Ora non troviamo i passaggi in cui dice che la capienza si può ampliare fino a sessantamila e che il sistema tecnologico permette di catapultare italiani e olandesi nell’impianto, ma è un problema nostro. In realtà è un problema nostro anche quello degli alberghi e dei biglietti, delle prenotazioni effettuate e poi svanite, dei prezzi decuplicati finanche nei B&B; del fatto che i tagliandi per la partita in numero considerevole sono stati messi a disposizione dei residenti in Albania.

Se non fossimo anime candide penseremmo a un bagarinaggio legalizzato degli alloggi e a uno quasi “federale” dei tagliandi, ma siamo tranquillizzati dal fatto che i dirigenti del massimo organo calcistico continentale non si stanno pronunciando sulle questioni, così come il governo albanese. Ora ci sarebbe anche qualche altra questioncina come quella dei tifosi che proveranno ad arrivare senza biglietto, però crediamo sia solo una catastrofica profezia del Presidente della Federcalcio albanese Tomorri, improvvisatosi indovino a causa dello stress per la finale.

Adesso però ci scusiamo perché le righe a nostra disposizione erano poche e se continuassimo faremmo come una casa automobilistica che, dovendo presentare un nuovo modello da pubblicizzare, scegliesse di farlo in un garage condominiale dove si fa fatica persino a fare manovra in retromarcia. Come ha fatto l’UEFA con la finale di Conference. Ma senza retromarcia.

Romano, 47 anni, voce di Radio Radio; editorialista; opinionista televisivo; scrittore, è autore di libri sulle leggende dello sport: tra gli altri, “Villeneuve - Il cuore e l’asfalto”, “Senna - Prost: il duello”, “Muhammad Ali - Il pugno di Dio”. Al mattino, insegna lettere.

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