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A tu per tu con l’arbitro Diana Di Meo

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A Tu per Tu con Diana Di Meo. Diana, che è arbitro, per precisione assistente, ha una grande passione per il calcio e fa parte della sezione di Pescara. Non è solo impegnata nel campo dello sport, ma anche nel campo degli studi con ottimi risultati, e studia Servizi Giuridici per l’Impresa.

Ecco cosa ci ha raccontato in esclusiva.

Ciao Diana, come e quando ti sei avvicinata al mondo del calcio e in particolare al mondo degli arbitri?

Per quanto riguarda il mondo del calcio lo seguo fin da piccola poiché sono cresciuta in una famiglia di uomini. Nel 2015 a scuola sono venuti i ragazzi della sezione di Pescara  e ho deciso di provare. Iniziai il corso ad Ottobre 2015 e a Dicembre 2015 superai il corso.

Da quando sei arbitro qual è il ricordo più bello a cui sei legata e quale quello più brutto?

Ricordo più brutto è un parolone, ma sicuramente i 10 minuti prima di entrare in campo al mio debutto. Adesso è una formalità ma vista la mia età di allora (16 anni ndr), vista la prima volta avevo tanta tensione. Invece il ricordo più bello è il ritorno in campo dopo lo stop forzato dei campionati a causa del Covid.

Fare l’arbitro non è semplice come sembra. Puoi illustrarci la tua preparazione fisica prima di una partita?

I miei allenamenti sono pianificati. Il nostro comitato regionale ci indica quali sono gli allenamenti che poi gestiamo con il gruppo degli arbitri. E generalmente facciamo tre allenamenti in campo, e vado quattro volte in palestra a fare pesistica.

Generalmente si associano i calciatori ad allenamento e a diete ferree. Nel tuo caso segui una dieta particolare o serve soltanto un buon allenamento?

Seguo una dieta fatta su misura da un nutrizionista sportivo, che insieme all’allenamento dà una grande mano in campo. Più che dieta direi che è uno stile di vita.

Siamo nel 2021 e se prima far parte della terna arbitrale era un qualcosa di prettamente  maschile adesso ci sono tante tue colleghe. Credi che tra qualche anno ci saranno sempre più arbitri femminili in serie A e in Champions League vista la crescita e la bravura dimostrata nel settore da voi donne?

Mi auguro che possano esserci sempre più arbitri femminili perché l’Associazione ha fatto passi da gigante in tal senso. Ci sono tante ragazze che si mettono in gioco. L’esempio pratico in Italia è l’assistente Can, Francesca Di Monte (abruzzese anche lei ndr), che si occupa di Serie A e B ed è l’unico assistente donna. E spero che sia il primo di una lunga serie di nomi.

Oltre ad essere arbitro sei anche impegnata nel campo degli studi. Cosa studi intanto? E voglio sapere se riesci a conciliare studio e sport o hai delle difficoltà.

Intanto studio Servizi Giuridici per l’Impresa. Se vuoi fare qualcosa che ti piace riesci davvero a conciliare il tutto, sia lo studio, sia gli allenamenti, ma anche il tempo libero. E devo dire che riesco a conciliare il tutto e mi sento davvero felice.

In ultimo ti voglio chiedere quali sono i tuoi sogni e obiettivi sia a livello sportivo che di vita.

Io spero di vivermi il più possibile questa esperienza da arbitro e di costruire la mia carriera partita dopo partita e arrivare il più lontano possibile, perché le cose belle hanno il passo lento. Spero di poter calcare l’erbetta di qualche stadio importante come San Siro, che è il mio sogno. E poi comunque di poter rimanere a lavorare nel campo del fitness in cui mi sento a mio agio.

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