Non dimenticatelo, e non ricordatelo solo per l’imitazione di Maurizio Crozza ai suoi tempi d’oro del Perugia. Serse Cosmi è ripartito da Trapani, dove è arrivato a marzo 2015, e dopo un anno di distanza, ha agguantato i playoff per la Serie A. L’impresa ora è dura, ma il risultato – in conformità anche alla rosa a disposizione – è sorprendente, e inserisce di diritto sia Cosmi che il suo Trapani nella lista dei promossi 2015-2016.
CARRIERA – Serse Cosmi, bisogna ammetterlo, non ha vissuto le esperienze migliori nelle sue ultime panchine in Serie A: andando indietro nel tempo sino a più di dieci anni fa, ritroviamo il ritorno nella massima serie del Genoa, squadra che dichiarò di tifare con cui condivise una gioia non vissuta a causa dell’illecito sportivo che retrocesse i liguri in C. Cosmi vuole restare in contatto con la A, e firma con l’Udinese, vivendo anche le emozioni della Champions ma senza incidere: lascia il Friuli a febbraio. Dopo un anno allena in B il Brescia, per poi cominciare una lunga gimcana dove risolleva squadre in bilico tra salvezza e retrocessione, grazie al suo carattere energico e combattivo che però non cambia i vari andamenti: zero vittorie in 13 partite a Livorno (stagione 2009-2010): esonerato. L’anno dopo va alla corte di Zamparini il mangia-allenatori: tre sconfitte e un pareggio in quattro partite, quanto basta al patron rosanero per farlo fuori secondo le sue abitudini. Riparte da Lecce subentrando ad un acerbo Eusebio di Francesco (che oggi si lancia verso l’Europa): la sua esperienza rimette i salentini in corsa per la salvezza, in un testa a testa con quel Genoa che non potette allenare in A. L’impresa è sfiorata, ma non raggiunta: un rallentamento proprio nelle battute conclusive della stagione ferma il Lecce a quota 36 punti, e arriva la retrocessione, che Cosmi commenta come meglio non potrebbe: «l’aritmetica dice che sono retrocesso con il Lecce, ma poi c’è un’altra classifica che è quella dei tifosi. E allora a Lecce ho vinto uno scudetto».
Come si dice tra appassionati, questa è mentalità. Non confermato in Salento, si sposta a Siena da una squadra che inizia il campionato col segno meno. Ottiene una storica vittoria a San Siro contro l’Inter, ma un 4-1 contro la Fiorentina gli costa l’esonero alla 17ª giornata lasciando il Siena all’ultimo posto, condizionato però dall’handicap nei punti. Da qui, Cosmi si ridimensiona e torna ad allenare solo due anni dopo, il 24 febbraio 2014, quando sale alla guida del Pescara, dove non verrà confermato (ma per il Pescara quella era un’annata storta sin da subito). Trascorre ancora un anno senza impiego, fino a quando sbarca in Sicilia: è l’inizio di un importante processo di resilienza.
TRAPANI – Quando diventa tecnico dei granata, Cosmi raccoglie un’eredità pesantissima, quella del siciliano doc Roberto Boscaglia, artefice della cavalcata dalla D sino alla storica B nel 2013. In conferenza stampa si presenta come un libro aperto: «se voi oggi mi chiedete se è più importante lo spareggio vinto in Prima Categoria o la vittoria a San Siro contro il Milan o la Champions a Barcellona, se parlo di sensazioni forse vi dico lo spareggio. È questa la magia del calcio, è il conto in banca che è diverso».
Cosmi è l’amico dei tifosi, che a Trapani riesce a farsi amare in fretta: è l’11 marzo, c’è una salvezza da rincorrere. Con 19 punti in 12 partite Cosmi salva i granata evitando anche i playout, e ottiene la conferma come da contratto. Un attento mercato estivo, due colpacci a gennaio, e il Trapani è la squadra rivelazione della Serie B, posizionata ad un incredibile quarto posto (ad un solo punto dal Bari, terzo) che ha garantito l’accesso ai playoff, obiettivo che non era in agenda. Cosmi ha ricreato uno spogliatoio prendendo le redini di una squadra che sotto la guida di Boscaglia aveva già saputo dare il meglio di sé. Dopo due salvezze, Cosmi ne ha rilanciato le qualità sorprendendo tutti.
Tra i giocatori più significativi, sicuramente Nicola Citro (una sua rassegna qui), ma soprattutto Bruno Petkovic, arrivato a gennaio dal Catania e trascinatore nel girone di ritorno, per i tifosi granata è già the new Ibra. Petricone, Eramo, il portiere Nicolas, e Scognamiglio si sono dimostrati ottimi giocatori per la serie cadetta, e una menzione speciale va anche a Felipe Sodinha ritiratosi a stagione in corso rendendo Serse Cosmi scrittore di una sincera lettera d’addio. Ora il Trapani guarda lì dove non ha mai osato. Con o senza promozione, c’è una certezza, un ritorno, un rispolvero della memoria quando pensiamo ad allenatori che meritano un imprescindibile rispetto. Serse Cosmi è tra questi: promosso. Ma il suo Trapani, lo è ancora di più, ancor prima di cominciare i playoff.
ottimo trapani e un grande serse cosmi