Una rimonta che riscrive la storia e…i libri contabili. La Roma sbarca, italiana in solitaria, nelle semifinali di Champions. Un risultato che, al netto del merito sportivo, è inestimabile anche da quello finanziario. O, meglio lo diviene per il valore che assume: 81 milioni.
La Roma ringrazia…Oliver
L’eliminazione della Juventus ha permesso alla Roma di godere dei benefici della dipartita bianconera. Nessuna antipatia, anzi. I rapporti fra le due società sono ottimi. Però quanto accaduto al Bernabeu arricchisce ancor di più i giallorossi che giocando due partite in più rispetto ai bianconeri che si “fermano” a quota 79,4. Il market pool però dipende anche dal numero di partite giocate rispetto a quelle totali della nazione di appartenenza. E in questo senso ecco piovere altri 10 milioni che permettono di raggiungere e superare gli ottanta milioni. Senza contare gli incassi dello stadio. Ecco, appunto.
Adesso lo stadio
Il presidente James Pallotta è stato chiaro: vuole lo stadio, giudicato un asset indispensabile per la crescita economica della squadra. Indispensabile per mantenerla ai livelli raggiunti. Si dirà che lo stadio non aiuta a vincere trofei. Del resto la Juventus è fuori dalla Champions e negli anni, nonostante i soldi provenienti dall’Europa che conta e i proventi dello Stadium non è riuscita a trattenere Pogba. E le altre? In Italia vi sono altre quattro società con lo stadio di proprietà. La Reggiana, ma ci gioca il Sassuolo. L’Atlanta che ha acquistato l’Atleti Azzurri d’Italia. L’Udinese che naviga a metà classifica e il Frosinone che prova a tornare in Serie A. Dunque si potrebbe dire che non è cosi decisivo? Altrettanto innegabile però, che uno stadio di proprietà incrementa e non poco il fatturato.
Fatturato e addio FPF: i due fattori di crescita
Già, il fatturato. La parola magica. Ciò che serve alla Roma per far quadrare i conti in ottica FPF. Un compagno di viaggio che influisce sulla capacità della Roma per trattenere i campioni. Inutile girarci intorno: le cessioni più recenti, quelle di Salah e Rudiger e di Pjanic e Benatia, dipendono anche e soprattutto dal Fair Play finanziario. Il settlment agreement prevede il “break even” ovvero un pareggio di bilancio sino alla stagione in corso. Ciò significa che il raggiungimento delle semifinali è molto più di una boccata di ossigeno. Le cessioni eccellenti sono scongiurate e si può resistere anche agli assalti, prevedibili, per i top player come Manolas, Alisson e Dzeko. Se andranno via, sarà per scelta (anche dei calciatori, come è successo per Salah) e non per obbligo. Premesse più che rosee. E il percorso, fra l’altro, non è finito qui…