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Tavecchio:”Campi degradati, bisogna incentivare gli investimenti privati”

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Si è conclusa ieri a Bari la 33esima Assemblea ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani. All’incontro hanno partecipato il presidente del Coni Giovanni Malagò, il commissario straordinario dell’Istituto per il Credito Sportivo Paolo D’Alessio e il presidente della FIGC Carlo Tavecchio. Proprio il numero 1 del calcio italiano è intervenuto evidenziando la situazione disastrosa che vive lo sport sul territorio, soffermandosi soprattutto sulla situazione dei campi sportivi e la necessità di incentivare gli investimenti privati per la manutenzione e l’ammodernamento e l’importanza che lo sport deve avere con le giovani generazioni: “I Comuni rappresentano il nostro punto di riferimento sul territorio, sono i nostri interlocutori diretti per quanto riguarda l’impiantistica e l’attività giovanile. Perché lo sport, il calcio in particolare con oltre un milione di tesserati, contribuisce a qualificare il tempo libero degli italiani e a crescere nuovi cittadini. Ci sono 17mila campi sportivi in Italia, il 95% di proprietà comunale. Per la manutenzione di questi impianti, che sono in degrado, a intervenire sono le società calcistiche. Abbiamo leggi che ci mettono dei vincoli, bisogna intervenire con i finanziamenti, il credito sportivo è una opportunità ma bisogna dare al privato la possibilità di costruire qualcosa di conveniente per lo sviluppo del calcio“.

Pochi giorni fa, sempre Tavecchio aveva aperto alla riqualificazione dello Stadio Flaminio a Roma, in totale abbandono, con l’intento di far diventare l’impianto la casa della Nazionale Italiana, mettendolo come uno dei punti fondamentali del suo programma elettorale in occasione della fine del mandato previsto per il prossimo anno. Tra le criticità del calcio italiano anche l’aspetto giovanile:”Abbiamo oltre 1 milione di tesserati; subito dopo l’istruzione c’è lo sport. Interventi nel campo sportivo devono essere assolutamente incentivati e va creata maggiore osmosi tra scuola e sport: non è possibile che alle elementari non si faccia sport“.

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