Il proprietario di una palestra di arti marziali, l’Olympic Taekwondo/Karate Inc., a Georgetown (Ontario, Canada), è stato accusato, il 14 marzo scorso, di reati connessi all‘impiego non autorizzato di cittadini stranieri senza permesso di soggiorno.
Parliamo di Felix Kofi Ayensu. A quanto leggiamo della sua biografia su internet, è originario del Ghana, paese nel quale ha iniziato a praticare il Taekwondo nel 1974, è proprietario della palestra sopra citata ed è il direttore del Battle of Warriors (International Open Martial Arts Championship in Georgetown), realtà importante, arrivata alla sua diciottesima edizione, per questa disciplina in Canada.
L’unica nota ambigua, in un percorso tanto ben delineato, è la sua dichiarata partecipazione alle Olimpiadi di Seul del 1988 (la disciplina era presente come sport dimostrativo), fatto messo in discussione da alcuni feedback negativi su dojos.co (social network dedicato unicamente alle palestre e club di arti marziali canadesi) riguardanti, oltre la qualità dell’insegnamento nella sua palestra, la sua effettiva presenza ai Giochi olimpici. Su internet non è possibile trovare informazioni, è comunque certo che non partecipò effettivamente alle gare ma non possiamo escludere una sua presenza nel team ghanese.
Un uomo, Grand Master Ayensu (cintura nera 8° Dan), che può vantare una carriera di tutto rispetto che rischia di venir rovinata da un’accusa così grave, in particolare se si prendono in considerazione paesi come il Canada dove le leggi sull’immigrazione sono tanto severe quanto sentite.
L’indagine di cinque mesi condotta dagli investigatori del CBSA (Canada Border Services Agency) ha rivelato che Ayensu avrebbe impiegato cittadini stranieri non autorizzati a lavorare in Canada a dispetto di ogni norma della legge sull’immigrazione e protezione dei rifugiati (IRPA).
Questi cittadini stranieri venivano reclutati all’estero e portati in Canada per insegnare Taekwondo presso tre club di arti marziali, anch’essi accusati ed indagati: l’Olympic Taekwondo / Karate Inc., la Georgetown Taekwondo Martial Arts Inc., e il Milton Olympic Taekwondo / Karate Inc.
Sulla sua testa pendono nove capi d’accusa: sei per l’impiego di cittadini stranieri non autorizzati; due accuse per falsa testimonianza e uno per false dichiarazioni.
Possiamo constatare come questa storia ci ricordi, ahinoi, la più famosa, alle cronache italiane, Passaportopoli, lo scandalo che vide coinvolte le maggiori squadre della serie A italiana riguardo alla naturalizzazione illecita di alcuni calciatori extracomunitari.
Nonostante si tratti di due casi profondamente diversi, entrambi mostrano la natura a volte malata dello sport. Quella che può portare importanti società sportive o atleti, che dell’insegnamento della propria disciplina hanno fatto la loro vita, ad andare contro il più alto dei comandamenti che accomuna tutti gli sport, quello del rispetto delle regole.
Intanto non ci resta che aspettare domani (12 Aprile) per l’esito di questa vicenda, quando Grand Master Ayensu comparirà davanti alla Corte di Giustizia a Milton, Ontario.