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Stu Ungar, tra aneddoti e realtà, la vita del più noto pokerista di sempre

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Lo statunitense Stuart Errol Ungar, meglio noto come Stu Ungar, è ormai una leggenda del poker, probabilmente noto anche ai non appassionati del settore per le sue imprese legate al gioco.

Nato a New York nel settembre del 1953, Stu Ungar è stato infatti per ben tre volte ufficiosamente campione del principale evento in ambito delle “World Series of Poker”.

I suo soprannomi erano “The Kid” e “Stuey”, e le sue specialità nel gioco delle carte erano il Texas hold ‘em e il Gin rummy.

Il primo approccio di Stu Ungar al mondo del gioco cominciò nel bar club gestito dal padre, e continuò, dopo la morte del genitore – congiunta all’inabilità della madre -, nella New York del gioco d’azzardo, ambiente frequentato anche dal gangster Victor Romano.

In quell’ambiente Stuey iniziò a sviluppare un interesse verso il calcolo di probabilità nel gioco d’azzardo, e a collezionare i primi successi nei tornei: nel 1963, a soli dieci anni, vinse un torneo di Gin rummy.

A questo trionfo ne susseguirono altri, ma l’idea di lasciare la scuola per dedicarsi al gioco e per aiutare la madre e la sorella non fu altrettanto fortunata, visto che accumulò numerosi debiti, scommettendo sulle meno affini corse di cani e cavalli.

Avvenne così, alla fine degli anni Settanta, il suo trasferimento a Las Vegas, città nella quale il futuro campione iniziò a prendere confidenza con quella che sarebbe stata la sua specialità: il poker.

La sua abilità e la sua fortuna, indiscusse anche nel Blackjack, erano ormai all’apice: in quegli anni egli conobbe la futura moglie Madeline – con la quale poi ebbe una figlia, Stefanie – ma soprattutto sconfisse il mito del poker Doyle Brunson, conquistandosi così il titolo di “più giovane campione del mondo nella storia”.

Ai successi seguirono però l’esclusione del campione dai maggiori tornei di gioco, proprio a causa della sua geniale imbattibilità. Nonostante i suoi successi abbiano generato sospetti di irregolarità, sembra che questi fossero dovuti alla sua abilitá nel contare le carte.

Ancora al giorno d’oggi, pur non essendo illegale contare le carte al poker, se tale pratica viene riconosciuta dai gestori dei casinò fisici si chiede al giocatore di abbandonare lo stabilimento. Per questo, spesso i giocatori high roller preferiscono giocare su siti poker online sicuri, una alternativa che ai tempi di Stu ancora non esisteva.

Alla sua esclusione forzata dal gioco, seguirono problemi sentimentali – culminati con il divorzio – , nonché l’inizio di una tossicodipendenza grave, che lo portò negli anni alla rovina, ai debiti, e infine alla morte, avvenuta nel 1998 presso l’Oasis Motel di Las Vegas.

A questo proposito alcuni aneddoti su Stuey, inserito nel 2001 nella “Poker Hall of Fame”, sono particolarmente interessanti, come quelli degli amici, che hanno sempre messo in risalto la generosità del campione. Dai soldi prestati al compagno di scommesse Michael “Baseball Mike” Salem fino ai pranzi offerti agli amici, rigorosamente frugali per non sottrarre tempo utile al gioco.

Un modo anche questo per dire che la storia dei campioni di ogni disciplina è fatta di tanti ingredienti: passione, talento, ma anche tanta generosità.

Non a caso alla storia di Stu Ungar è stato dedicato anche un film, ovvero “High Roller: The Stu Ungar Story”, diretto da A.W. Vidmer nel 2003.

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