[themoneytizer id=”27127-1″]
Striscioni digitali, Cori registrati e Spettatori di cartone: Benvenuti nel Tifo 2.0
Gli stendardi e le pezze rappresentano, per il mondo ultras, un vero e proprio simbolo di appartenenza a un determinato gruppo. Quante volte, nei settori ospiti dei vari stadi italiani, si sono verificati momenti di tensione tra i presenti perchè non ci si metteva d’accordo sulla disposizione delle varie “pezze” e dei vari stendardi?
Purtroppo, anche in questo campo sembrano avvenire importanti e, almeno per chi scrive, inquietanti cambiamenti. Tutto questo, per i più romantici, riporta alla mente quelli ideali legati al famigerato “calcio moderno” che sta sempre più cambiando il mondo del pallone attuale in vari angoli del globo.
Poche ore fa, ad esempio, durante la partita di Premier League tra Manchester City-Leicester, giocata nello stadio di casa della squadra di Guardiola: l’Etihad, è successo un fatto abbastanza inusuale. I tifosi dei Citizens, infatti, non hanno esposto le loro pezze sulle tribune e curve dello stadio.
Gli stendardi, infatti, venivano fatti scorrere sui cosiddetti “digital banners”: dei veri e propri tabelloni elettronici ben visibili da ogni angolo dell’impianto. Tale fatto, secondo alcuni storici rivali dei Citizens come il Liverpool ed il Manchester United, mette ben in evidenza una passione mai del tutto sbocciata nella zona blu della città, nonostante il ribaltamento delle gerarchie e l’emozionante lotta per la conquista della Premier League.
Tale evento, che si è guadagnato dei veri e propri cori di sfottò da parte dei tifosi dei Red Devils, fa riaprire un dibattito, mai sopito, riguardo al fatto se il team di Guardiola sia riuscito ad conquistare realmente i suoi tifosi durante i march giocati in casa e in trasferta, in tutte le competizioni a cui partecipa. Purtroppo anche i tifosi dell’altra parte di Manchester stanno cercando di portare avanti una specifica lotta contro il calcio moderno.
I tifosi dell’Old Trafford, vista la non proprio brillante stagione conclusasi con la mancata qualificazione alla prossima edizione della Champions League, hanno deciso di “colpire” la squadra allenata da Solskjaer su uno specifico punto: il core business. I supporter, infatti, accusano il club di avere un’attitudine manageriale per cui ciò che conta è aumentare i ricavi commerciali piuttosto che migliorare il rendimento sul campo.
Per questa ragione, circa 10mila tifosi hanno tolto il following al profilo ufficiale del Manchester United su Twitter. Contemporaneamente hanno cominciato ad utilizzare l’hashtag: #UnfollowManUnited.
Tornando alla questione degli “aiuti negli stadi” vogliamo ricordare che questo fatto non interessa solo la squadra dei Citizens ma anche altri team, sia della Premier League inglese che di altri campionati mondiali. Vediamone, di seguito, qualche esempio.
Pochi giorni fa, infatti, anche i tifosi di un’altra importate squadra del regno di sua maestà sono stati accusati di aver usato alcuni trucchi per nascondere la reale e fredda passione dei suoi tifosi. Il team chiamato in discussione è il Tottenham che, guarda caso, solamente pochi giorni fa ha inaugurato il suo nuovo stadio ultra-moderno: il Tottenham Hotspur Stadium.
Anche in questo caso, a far luce su questa possibile presa in giro, sono stati i supporter di due rivali storiche del Tottenham: l’Arsenal e il West Ham. Quello che viene messo in discussione è facile da capire: l’atmosfera creata dentro al nuovo impianto londinese sarebbe principalmente artificiale, una trovata della società stessa per dare “man forte” ai supporter in modo da rendere l’impianto una bolgia pressante per la squadra avversaria.
Nello specifico si tratterebbe di un coro registrato e non cantato dai tifosi reali presenti sugli spalti. Tutto ciò non farebbe onore alla storia calcistica di una paese come l’Inghilterra diventato celebre a livello mondiale soprattutto per l’ambiente e lo stile di tifo che si annusa in tutti gli stadi di oltremanica. Anche in Italia, purtroppo, non mancano esempi che cercano, in vari modi, di levare quel lato “romantico” al mondo calcistico nostrano. I due esempi che vorremmo trattare nello specifico riguardano le società calcistiche e le tifoserie di due città della regione del Friuli Venezia-Giulia: Udine e Trieste.
La società di Pozzo è riuscita, nel gennaio 2016, a esordire nel nuovo stadio chiamato “Dacia Arena”. Tralasciando il fatto che l’impianto si chiama come il nome di una famosa marca di automobili, il fatto che lascia più interdetti è che i seggiolini siano tutti di colore diverso.
Tutto ciò perchè, se visti da una determinata prospettiva, questi seggiolini danno l’impressione di essere pieni quando invece, la maggior parte delle volte, sono terribilmente vuoti. Insomma, anche in questo caso, si sta provando a nascondere l’affievolimento della tifoseria locale che negli ultimi tempi sta diventando sempre più forte.
A Trieste invece, allo stadio Nereo Rocco, si è andati oltre. Visti i risultati non eccellenti della squadra, nel 2010 la società ha pensato bene di installare, sulle tribune, gigantografie di supporter immortalati durante i grandi pienoni allo stadio, per offrire un’immagine colorata e viva alle telecamere.
Anche in questo caso piuttosto che cercare di riavvicinare veramente i tifosi allo stadio e al team locale si è cercato un vero e proprio rifugio “digitale”.
Per chiudere, infine, vogliamo mettere in risalto un fatto calcistico che ha visto per protagonista la Corea del Nord. Nel paese con capitale Pyongyang, però, sono molti gli ambiti in cui il regime al potere cerca di nascondere le sue gravi carenze.
Il caso in questione risale al 2010, durante il mondiale in Sudafrica, anno in cui la nazionale di calcio nord-coreana riuscì a qualificarsi ad un mondiale dopo ben 44 di assenza. Durante la partita con il Brasile, molti notarono una netta differenza tra i tifosi sugli spalti.
Mentre quelli verdeoro, con l’appoggio degli autoctoni sudafricani, supportarono la loro squadra per l’intera durata del match; quelli coreani rimasero in un silenzio assordante senza un reale motivo. Furono molte le voci che si levarono su quell’episodio. Secondo alcuni, i tifosi sugli spalti, non erano veramente nord-coreani ma attori cinesi pagati, oppure persone graziose pagate dal regime per dare una bella immagine di sé.
A mettere in giro questa voce fu un giornalista del “ Los Angeles Times”: un quotidiano di un paese che non vede di buon occhio il regime di Pyongyang e quindi la notizia andrebbe presa con le molle in tutti i sensi. Come andarono veramente le cose non fu mai svelato ed il mistero resta tuttora irrisolto.
Chissà se, anche in questo, ambito trionferà appieno la logica del cosiddetto calcio moderno. Comunque vadano in futuro le cose però, chi scrive, è certo che anche questo nuovo lato del mondo del calcio sarà visto, dalla maggior parte degli ultras romantici attuali, secondo quella logica legata al cosiddetto “odio eterno”.
[themoneytizer id=”27127-28″]