Dopo più di dieci anni, finisce in manette colui che può essere considerato il Robin Hood del calcio a pagamento. Nella giornata di ieri, infatti, è stato arrestato Igor Seoane, amministratore unico del sito Roja Directa, il portale internet per eccellenza dello streaming illegale. Un vero e proprio punto di riferimento per coloro che, non potendo permettersi un abbonamento alle payTv, accedevano ai tanti canali messi a disposizione sul sito per vedere le partite direttamente dal computer. Una violazione dei diritti di autore che, nel corso degli anni, ha fatto dannare i colossi del broadcasting mondiale, minacciati dalla perdita di potenziali clienti della loro offerta sportiva.
Ieri, dopo essersi presentato spontaneamente al Tribunale di La Coruna, in Galizia, Seoane, con tanto di casco in testa per tenere anonima la sua identità come fanno i supereroi mascherati, è stato fermato dalla polizia, anche se alcune fonti giudiziarie fanno sapere che la detenzione sarebbe distinta dalle recenti indagini. Roja Directa è online dal lontano 2005 e ad oggi, risulterebbe quasi impossibile trovare qualcuno che non ha mai avuto accesso al suo streaming. Con il logo di Pierluigi Collina che estrae il cartellino rosso, da qui il nome del sito, ha rappresentato un porto sicuro per tutti i pirati dell’etere, un rifugio contro le esclusive e i contratti faraonici dei diritti tv, corpo e anima del calcio moderno. Negli anni, le autorità hanno cercato in tutti i modi di oscurare le sue trasmissioni e, puntualmente, ogni qualvolta che il portale veniva messo al bando, poche ore dopo riappariva con un dominio diverso, un redirect da altri siti e quant’altro.
Tra buffering, problemi di segnale, pubblicità spam e banner di ogni genere, riusciva a “regalarti”, in un modo o in un altro, la partita, al fianco di telecronisti arabi, esagitati spagnoli e, se ti diceva bene, un Caressa/Bergomi con la voce metallica. E come il protagonista della leggenda popolare inglese, il nostro Robin Hood Seoane era sempre riuscito a farla franca, nascondendosi nei meandri sterminati della rete digitale, come in una fantascientifica Foresta di Sherwood. Sembra ora giunta al capolinea la sua missione di redistribuzione della passione verso il basso per colui che, pur navigando nella completa illegalità, quindi condannabile senza contestazioni, ha rappresentato un paladino per tutti coloro che non potevano permettersi di pagare per vedere una semplice partita di calcio. Ma il calcio va avanti, come ogni industria, con i soldi, e non staremo qui a fare facile retorica, dicendo che i criminali sono altri. Igor Seoane ha ammainato le vele del suo vascello pirata, per adesso, e la Marina dei Diritti Tv può solcare l’Oceano pallonaro con il vento a favore e in tutta tranquillità. O no?
Buffering…