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“Se le parlo al telefono, lei capisce che ho origini africane?”. Così scherzava Daisy Osakue, qualche mese fa con un giornalista. In effetti se le parlate per telefono, sentite un fortissimo accento piemontese.

Già perché Daisy, è nata all’ospedale Mauriziano di Torino. I genitori sono nigeriani, ma non l’hanno mai portata al paese di origine, per paura della situazione politica molto instabile. Papà e mamma sono anche loro sportivi. Judoka lui, giocatrice di pallamano lei. 

Daisy per ottenere la cittadinanza italiana ha fatto tutto il da farsi. Nel 2013 bisognava fare una lunga trafila burocratica. E lei ha portato vaccinazioni, scontrini di libri scolastici, perfino la testimonianza delle maestre d’asilo. Si allena tra l’Italia e l’America in lancio del disco e del peso. Record di lancio del disco under 23 polverizzato dopo 39 anni. Nel frattempo studia giustizia criminale. 

Daisy la notte scorsa è stata colpita da un’auto in corsa con un uovo in faccia. Ha una lesione oftalmica e dovrà essere operata.
Io spero ci sia chi pubblicamente prenda posizione per un’atleta, una ragazza che rischia di saltare gli Europei di atletica. E da atleta italiana, questo rischia di pregiudicare il nostro prestigio.

Altro non dico, in questo clima in cui noto una bilaterale violenza verbale. Spero solo di tifare per lei agli Europei. E di vederle polverizzare record. È la volta che mi affeziono all’atletica leggera.

 

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