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Stefano Cucchi, che “praticava lo sport e amava la vita”

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Stefano Cucchi, che “praticava lo sport e amava la vita”

Il 22 ottobre 2009 moriva, all’età di 31 anni da poco compiuti, Stefano Cucchi. Sul cadavere del ragazzo erano ben visibili numerose lesioni ed ematomi di cui non si conosceva la provenienza.

Il geometra romano era stato arrestato una settimana prima, il 15 ottobre, perchè trovato in possesso di sostanze stupefacenti. Oltre alle lesioni ciò che lasciò impressionati i familiari, al momento dell’identificazione della salma, fu la magrezza del ragazzo che al momento del decesso pesava solamente 37 kg,

Ancora non si può dire con esattezza cosa avvenne in quella settimana di carcere a Stefano. E’ infatti in corso un processo contro alcuni rappresentanti delle Forze dell’Ordine accusati di aver picchiato brutalmente il ragazzo.

Per fortuna, dopo anni di silenzio di omertà e silenzio da parte degli uomini e delle donne in divisa forse ci si sta avvicinando ad una verità sul questa tragica vicenda. Nel giugno 2018, il carabiniere Francesco Tedesco ha sporto denuncia verso alcuni suoi colleghi accusandoli di aver picchiato Stefano Cucchi. Così facendo ha fatto partire un nuovo filone di indagini su questo assurdo decesso. Il primo processo si era chiuso nel luglio 2016 con l’assoluzione piena di tutti gli imputati: 5 appartenenti all’arma dei Carabinieri e 6 medici dell’ospedale Pertini. I 6 medici del Pertini erano accusati di non aver portato le giuste cure al giovane lasciandolo morire sul letto di ospedale.

In questo pezzo noi di Io Gioco Pulito vorremmo raccontarvi alcuni aneddoti sportivi legati alla figura di Stefano Cucchi. E’ risaputo, infatti, che fosse appassionato di molti sport quando era in vita; tra questi ne possiamo citare due in particolare: il calcio e la boxe.

Nel campo del pallone era conosciuta da molti la passione che Stefano aveva per la squadra della Lazio. Frequentatore della Curva Nord, il cuore del tifo più caldo biancoazzurro, questo giovane ragazzo era molto legato ai colori bianco-celesti ed aveva gioito per alcuni trofei che il club di Claudio Lotito era riuscito a vincere: l’ultimo, in ordine cronologico, fu la Supercoppa Italiana conquistata a Pechino nell’agosto 2009 contro l’Inter.

Nel 2007, secondo alcune testimonianze, Cucchi aveva partecipato ai funerali di Gabriele Sandri. Lo stesso Sandri era un tifoso laziale che era morto in una circostanza che vedeva imputato un appartenente alle forze dell’ordine, Luigi Spaccarotella, accusato di aver sparato ad altezza d’uomo su una piazzola di sosta lungo l’autostrada del Sole nel novembre di quell’anno.

La sorella del geometra, Ilaria Cucchi, ha confermato tale fede calcistica del fratello. In una intervista rilasciata nel quinto anniversario della morte, Ilaria raccontò come era nata questa sua forte passione per i colori bianco-celesti:La nostra era una famiglia di romanisti e lui da  bambino simpatizzava per la Roma. Quando il nonno morì, dal momento che era attaccatissimo a lui, diventò tifoso della Lazio, ma laziale vero”.

A Stefano Cucchi, però, oltre che vederlo lo sport gli piaceva praticarlo. Ed anche in questo caso aveva una disciplina “prediletta”: la boxe.

Per il geometra salire su un ring con un paio di guantoni addosso non era un semplice momento di svago ma una questione quasi vitale. A darci conferma di ciò è, ancora una volta, la sorella Ilaria che durante il primo Memorial Stefano Cucchi, organizzato dalla società Team Boxe Roma XI nel marzo 2010, affermò che il fratello non era “la larva di cui ha parlato qualcuno, ma un ragazzo vitale, che amava il pugilato”.

Anche un suo amico e compagno di allenamenti, il pugile Emanuele “Ruspa” Della Rosa, ha raccontato che Stefano era un appassionato del ring e del mondo dei guantoni. Difatti, secondo le sue parole, Stefano non perdeva mai occasione di parlare di boxe con qualcuno: “Era un amante del pugilato, mi chiedeva consigli e stava sempre attento a quello che mangiava anche se facevamo una piccola eccezione per la pizza”.

La passione del giovane per la boxe era talmente accesa che quando Ruspa nel dicembre 2009, in Germania, ha combattuto per il titolo mondiale dei pesi WBC avrebbe voluto dedicare la vittoria all’amico scomparso solamente pochi mesi prima. Purtroppo il match in questione contro il campione di casa, Sebastian Zbik, si concluse con la vittoria di quest’ultimo.

Stefano Cucchi per un periodo si iscrisse anche in una famosa palestra di pugilistica capitolina per allenarsi seriamente e magari diventare un pugile di fama mondiale. Oltre a ciò questo ragazzo andava a correre ogni giorno per tenere il corpo in allenamento visto che, come ricorda Ilaria, “praticava degli sport e amava la vita”.

Caso del destino la boxe era uno sport in cui erano fondamentali ideali, come onestà e rispetto per l’avversario, che gli assassini di Stefano non hanno certo provato nei suoi confronti. A parlare così è uno degli stessi organizzatori del Memorial Cucchi: “Nel pugilato c’è una grande lealtà, una correttezza di fondo tra te e il tuo avversario. Non l’aggressività e la violenza con cui qualcuno ha infierito su di lui. Perciò abbiamo voluto ricordarlo attraverso questa iniziativa

Chissà dove sarebbe potuto arrivare, da un punto di vista dei risultati raggiunti, una eventuale carriera di un giovane ragazzo della periferia romana che, nel suo passato, aveva commesso qualche errore. A noi ci piace immaginarlo mentre felice si appresta a sollevare qualche trofeo di pugilato dopo un bell’incontro contro uno dei suoi vari idoli del ring.

Tutto questo però non lo sapremo mai visto che, in una nottata di inizio autunno di 10 anni fa, un gruppo di individui con la divisa “gli cercarono l’anima a forza di botte”…….Ciao Stefano!

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