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Stato vs Società: chi paga la sicurezza e l’ordine pubblico?
Gli scontri prima della finale di Coppa Italia tra Atalanta e Lazio hanno riaperto l’annoso dibattito sulla sicurezza e su chi e come deve contribuire nel mantenimento dell’ordine pubblico.
Da una parte il vice Premier Salvini ha più volte detto di voler dare attuazione tramite emendamenti attuativi ad una norma già approvata che chiederebbe alle società un contributo per garantire l’ordine pubblico.
Si parla di una cifra che varia tra il 5 e il 10 % dell’incasso del botteghino annuo. Il Ministro dell’Interno ha anche detto di trovare ingiusto il fatto che le società di calcio guadagnino molto da questi eventi sportivi ma che invece tutte le grane e conseguenze siano oneri e spettino delle singole città.
Allo Stato, per voce di Salvini, si contrappone il pensiero delle società di calcio, di cui Lotito si fa portavoce: “le società non devono diventare un bancomat per tutti quanti. Bisogna fare le cose con buon senso”. A dare forza e valore al pensiero del patron della Lazio ci ha pensato la Lega Calcio che ha fatto notare come i club contribuiscano già con una cifra consistente, circa 20 milioni, alle spese per videosorveglianza e stewards, che molti incidenti avvengono ormai lontani dagli stadi, e che altri organizzatori di eventi non devono versare nulla allo Stato. Insomma, i club di calcio sembrano contrari a pagare ancora e lo scontro resta aperto. intanto, però, tra i due litiganti il terzo gode. Il tifo violento.
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