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Stadio della Roma: con il nuovo progetto verranno spesi anche soldi pubblici?

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Mentre si attendono i nuovi sviluppi sull’esito della Conferenza dei Servizi, e in attesa che venga presentata ufficialmente il nuovo progetto dopo l’accordo tra Campidoglio e proponenti, sulla nuova versione dello stadio della Roma (definita 2.0 dalla sindaca Virginia Raggi) si può già provare a fornire qualche cifra. Infatti, come ampiamente già detto e scritto nelle ultime settimane, il progetto approvato dalla giunta Marino è stato ampiamente rivisto con una riduzione complessiva delle cubature per almeno un 50% rispetto alla versione iniziale. Che prevedeva a sua volta, per la realizzazione del progetto (composto di stadio, Business Park, “Nuova Trigoria”, parco fluviale e opere di pubblica utilità) un investimento complessivo di soldi privati, per oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro. Che adesso però, inevitabilmente, con la nuova versione, verrà fortemente ridotto. Ma da questo punto di vista, le domande da porre potrebbero essere alcune: se con il vecchio progetto i soldi da spendere sarebbero stati privati (come è stato spiegato anche da uno studio sull’impatto economico del progetto elaborato dalla facoltà di Economia dell’Università di Roma “La Sapienza” presentato nel novembre scorso) adesso, con la nuova versione, alla luce delle modifiche, chi metterà i soldi? Saranno sempre i privati oppure verranno spesi anche soldi pubblici? E l’interessante emerge proprio da quello  che racconta Vincenzo Bisbiglia sulle colonne del Fattoquotidiano.it il quale scrive di aver “passato al setaccio la bozza di accordo” che la Raggi e i proponenti hanno annunciato di aver raggiunto la sera del 23 febbraio scorso. In ragione del quale, come già anticipato, nel nuovo progetto, oltre ad una riduzione della capienza dello stadio (che dovrebbe passare dai 61mila iniziali a 55mila spettatori) spariranno le famose “torri di Libeskind per far spazio ad edifici più bassi (massimo 10 piani). E ci saranno modifiche che riguarderanno anche le opere di pubblica utilità (che secondo il progetto iniziale sarebbero state finanziate interamente con la rendita del Business Park).

Nel progetto 2.0 quella che è certa è la messa in sicurezza del Fosso di Vallerano e dunque del quartiere di Decima. Come dovrebbe restare anche il Parco fluviale ma con alcune modifiche rispetto al progetto iniziale. Per quanto riguarda invece il trasporto su ferro, dalla nuova versione sparirà completamente il prolungamento della metro B (richiesto dalla giunta Marino come possibile alternativa per fare in modo che nei giorni delle partite fossero garantiti 16 treni all’ora per un costo stimato di 50 milioni circa) per fare spazio al potenziamento della Roma-Lido, ipotesi già presa in considerazione nella delibera di Marino, ma preferita dalla giunta di Virginia Raggi. Ma la scelta della Roma-Lido potrebbe comportare dei cambiamenti anche dal punto di vista finanziario. Perché se i proponenti garantiranno la realizzazione della nuova stazione e l’acquisto di “un paio” di nuovi convogli, come riporta anche Il Fatto,  potrebbe diventare “di vitale importanza” il progetto della Regione Lazio che prevede lo stanziamento di fondi per 400 milioni (di cui 180 già stati stanziati per la manutenzione della Roma-Lido) “per la modernizzazione della linea”. Dove quindi verrebbero impiegati anche soldi pubblici. Inoltre, anche se il vice presidente della commissione Mobilità del Campidoglio Pietro Calabrese ne assicura la conferma, nella bozza del nuovo progetto non ci sarebbe spazio neanche per il ponte ciclopedonale che collegherebbe la stazione Magliana della linea ferroviaria Orte-Fiumicino Aeroporto (attualmente divisa dal Tevere) allo stadio.

Un’opera il cui costo stimato sarebbe di circa 7,5 milioni di euro e tutto a carico dei privati. Resterebbe invece l’adeguamento della via del Mare con la via Ostiense già previsto dalla giunta Marino per un costo di 38 milioni, che aveva richiesto anche, sempre a carico dei privati, la realizzazione dello svincolo sulla Roma-Fiumicino e di un altro ponte sul Tevere (detto “ponte di Traiano” per un costo di 93,7 milioni). Dalla nuova versione sparirebbe lo svincolo che però potrebbe essere costruito in un secondo momento, e a questo punto sarebbe a carico dell’amministrazione capitolina. E ancora, secondo quanto riporta sempre Il Fatto, l’intenzione della giunta Raggi sarebbe quella di chiedere al Cipe di rinunciare ai 140 milioni previsti per la realizzazione del ponte dei Congressi e di destinarli sia per il ponte di Traiano che per l’ulteriore potenziamento delle opere di mobilità su ferro. In questo caso però, ci sarebbe un “dirottamento” di soldi pubblici già stanziati.

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