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Stadi Mondiali: Ekaterinburg Arena, pragmatismo e acciaio

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Ekaterinburg (Екатеринбург), nel Circondario federale degli Urali, a 40 km dal confine euroasiatico, sarà la città più orientale ad ospitare una partita del prossimo Mondiale di Russia 2018. Negli ultimi giorni lo stadio, sede prescelta di quattro match della competizione tra il 15 e il 27 giugno, è salito all’onore delle cronache per la pragmatica soluzione, unica nel suo genere, adottata al fine di aumentarne la capacità per soddisfare i requisiti FIFA.

Lo Stadio Centrale (Центральный стадион) di Ekaterinburg viene inaugurato nel 1957, sul sito che in precedenza ha ospitato altri impianti sportivi: dal 1900 il Velodromo; dal 1928 lo Stadio Regionale e dal 1936 lo stadio Metallurg Vostoka (Металлург Востока). Nel corso degli anni ospita diversi eventi, diventando una delle più importanti arene a livello mondiale del pattinaggio di velocità. Inoltre, vi si tengono le fasi finali delle prime quattro edizioni delle Spartachiadi invernali dei Popoli dell’Unione Sovietica (Зимние спартакиады народов СССР) nel 1962, 1966, 1974 e 1978. Nel 2004 viene costituita una società per azioni da parte della municipalità di Ekaterinburg e dell’Oblast’ di Sverdlovsk che prevede il coinvolgimento dell’impresa privata Sinara Group per la proprietà dell’impianto e la ristrutturazione dell’intero edificio, effettuata tra il 2006 e il 2011. Nel 2012 Ekaterinburg viene scelta tra le città ospitanti del Mondiale 2018 e in virtù di ciò si opta per una ricostruzione dello Stadio Centrale che ne preservi le storiche facciate, eredità architettoniche dello stile neoclassico sovietico.

Tale decisione crea immediati problemi di progettazione e un lungo dibattito. Nel piano finale viene prevista la conservazione e il restauro delle mura e delle facciate occidentali e orientali e delle relative biglietterie e cancellate, ma alla fine del settembre 2013 si concorda con la FIFA di diminuire la capacità prevista dello stadio da 45.000 a 35.000 posti. Nel settembre 2015 la società Sinara Group sigla il contratto di 12,2 miliardi di rubli con lo Stato per la ricostruzione. Hanno inizio così i lavori di demolizione delle gradinate interne e in ottobre si procede alla riedificazione dell’impianto. I lavori continuano ininterrottamente anche durante l’inverno con la temperatura che in diverse occasioni scende a -35°C. Entro agosto 2016 vengono completate le strutture in cemento armato nel settore meridionale e in quello settentrionale e l’installazione delle reti di approvvigionamento idrico, dell’impianto di ventilazione e del sistema fognario. Tra febbraio e maggio 2017 si completano la ricopertura circolare a 45,5 m di altezza e gli impianti di irrigazione, drenaggio e riscaldamento. Alla data del 5 settembre 2017 lo stadio risulta pronto per l’87% e si entra nella fase di riqualificazione paesaggistica con la creazione nel perimetro dell’impianto di aeree coperte per i tifosi. Si ipotizza la conclusione dei lavori per la fine del mese di ottobre con la realizzazione del sistema di illuminazione e la completa restaurazione del patrimonio storico delle facciate.

A causa della dimensione limitata dall’antico perimetro costituito dalle mura (57.000 m2 ) lo stadio è stato progettato per svilupparsi in altezza, per questo motivo sono state erette due strutture temporanee da 12.000 posti totali che si estendono al di fuori dell’impianto nelle zone nord e sud per venire incontro alle richieste della FIFA di soddisfare il requisito dei 35.000 spettatori. Lo stadio, rinominato Ekaterinburg Arena (Екатеринбург Арена) per l’occasione, avrà una volta concluso una capienza totale di 35.696 posti, di cui il 30% sarà al coperto nei settori est ed ovest. Il campo da gioco sarà in sintetico. Alla conclusione della manifestazione la capacità verrà ridotta a 23.000 unità con la rimozione delle gradinate esterne e l’arena ritornerà ad essere la casa della società di calcio FC Ural (ФК Урал).

Il progetto ha generato un elevato numero di critiche, innanzitutto legate al fatto di ricostruire sul sito di un impianto ristrutturato di recente. Inoltre, l’inevitabile intervento di modifica del patrimonio architettonico e le strutture temporanee, considerate sicure ma quantomeno antiestetiche, non hanno fatto altro che aumentare le voci contrarie. A questo punto non resta che aspettare i Mondiali per giudicare definitivamente la soluzione pragmatica delle gradinate esterne che, sebbene non sembrino regalare una visione chiara e ravvicinata del campo da gioco, sono in grado comunque di donare, in ragione della prospettiva sospesa nel vuoto, scariche di adrenalina purissima.

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