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Snooker Tips: Chiamare qualcuno “Coach”

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Lo snooker è un gioco strano e bellissimo. Sembra antico perchè la foggia dei suoi enormi tavoli da dodici piedi per sei (360 cm x 180 cm) è tuttora quasi invariata rispetto alla tarda epoca vittoriana che lo ha partorito. Eppure è la specialità del biliardo più telegenica di sempre, con un pubblico di telespettatori che ha fatto la fortuna di mamma BBC da quando ha introdotto le riprese a colori all’inizio degli anni settanta fino ad oggi e si può tranquillamente aggiungere che su youtube è sport seguitissimo. E’ stato inventato circa 150 anni orsono da un giovane ufficiale dell’esercito coloniale di Sua Maestà, ma è dal 1969 con l’avvento della TV a colori che ha dimostrato tutto il suo potenziale comunicativo. Anche nei nostri giorni, esempio paradossale ma indicativo di questo fenomeno di ascolti, insieme a milioni di appassionati di ogni età, una moltitudine di anziane signore, britanniche e non, restano incollate allo schermo per seguire i duelli di questi eleganti cavalieri moderni, quasi impassibili alle sofferenze profonde di un match, che si congedano anche dopo le più brucianti sconfitte con una cavalleresca stretta di mano.

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Parlando di televisione e audience, l’argomento che segue naturalmente riguarda l’economia generale di questo sport. Rispetto alle altre specialità del biliardo, nel commercio di materiali da gioco ha una mole di affari inferiore, le stecche sono meno elaborate e la loro produzione non comporta grandi difficoltà di lavorazione. Per conseguenza, i prezzi sono molto più abbordabili rispetto al Pool americano, al nostrano 5 birilli o alla carambola francese. L’evoluzione tecnica dei materiali procede molto più a rilento, quasi seguendo l’indole conservativa caratteristica del popolo che ha inventato questo bellissimo gioco. La forma dei tavoli, anch’essi non troppo costosi, tranne qualche esperimento compiuto a cavallo degli anni settanta e ottanta, non presenta grandi innovazioni se non per le discutibili colorazioni dorate o argentate, di gusto nettamente asiatico, recentemente introdotte dai grandi costruttori cinesi. Lo snooker però, proprio in virtù dei materiali e delle misure che adotta, ha un asso nella manica e presenta il più fiorente mercato nella trasmissione del “know how” tecnico e agonistico.

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In parole più semplici significa che la necessità di apprendere con ordine ed in buona coscienza i fondamenti tecnici è molto più vincolante che in altre specialità. Colpire la palla correttamente per farla procedere in traiettoria lineare è la base di tutto il successivo sviluppo delle capacità avanzate e, pur sembrando l’affermazione una banalità, il fatto è tutt’altro che scontato. Provare per credere. Questa premessa è necessaria per comprendere che lo snooker, principe del biliardo televisivo, ha milioni di appassionati in tutto il mondo perché giocato a livello professionistico ha qualcosa di prodigioso, al limite del funambolismo da circo e suscita smisurata ammirazione per i suoi protagonisti.

L’approccio al tiro è governato da leggi autoctone, avulse dalle percezioni ordinarie, tutto si regge su linee immaginarie che dobbiamo riuscire a vedere ad occhio nudo e senza filtri. La famosa “line of aim”, letteralmente “linea di mira”, che unisce la nostra impugnatura con il centro della palla battente, va seguita come bussola in alto mare. Così, sin dall’inizio di questo nostro tentativo di diffusione, uno dei problemi principali che si sono profilati nell’orizzonte italiano è stato quello della formazione tecnica in assenza di materiali autorevoli e ben tradotti nella nostra lingua. Imparare a tirare dritto, colpire correttamente le bilie, sembra l’imperativo che questo gioco ci mette davanti e la nostra cultura biliardistica non sembra in grado di sopperire a tali lacune. Noi ci intendiamo di sponde e rimanenze, elaboriamo sistemi, geometrici e matematici, siamo maestri nei tiri di calcio e di sensibilità ma, nella precisione assoluta del punto palla e nel controllo della battente per i giochi di serie siamo disarmati, disallineati, non efficaci.

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Così, cercando di diffondere lo snooker attraverso il canale della pratica effettiva sul tavolo, il dilemma di scegliere l’adesione ad una delle principali linee di insegnamento è stato il primo scalino da superare. Obiettivo primario: formare i primi veri Coach italiani, iniziare un cammino di formazione presso una grande scuola, metterli in grado di creare altre figure uguali e di essere a disposizione dei giocatori di ogni livello.  Dopo aver visitato i siti web dei principali coach del panorama europeo, visto innumerevoli filmati su youtube e seguito blog inglesi specializzati, la scelta di affidare questo primo passo nella storia del nostro snooker non è andata verso l’inghilterra e neppure nel Regno Unito ma confinante e verdissima Repubblica di Irlanda. E finalmente parliamo di Patrick Joseph Nolan, irlandese purosangue, 25 anni di esperienza effettiva sul campo, migliaia di studenti di ogni età: l’uomo giusto. Sotto la guida di Terry Griffiths e Steve Davis ha conseguito la massima qualifica come istruttore della WPBSA ed è tuttora Head Coach EBSA, massima organizzazione europea per lo snooker amatoriale, porta sicura per il professionismo.  In definitiva, PJ Nolan è uno dei Coach più accreditati del mondo e dal suo curriculum possiamo capire che ha assunto la missione di diffondere correttamente le basi tecniche dello snooker, in modo che possa venire giocato con soddisfazione nonostante le grandi difficoltà che presenta ai principianti e le asperità che neppure i professionisti riescono a superare con disinvoltura. PJ Nolan è stato da subito la giusta guida, paziente e preciso, professionista di altissimo livello, aperto all’innovazione con i nuovi strumenti, capace di operare costantemente una sintesi delle migliori istanze del coaching internazionale, senza alcuna prosopopea e con una forte simpatia per il nostro paese.

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Il suo primo Camp italiano è stato convocato direttamente da F.I.Bi.S. nel febbraio 2015 per formare i primi EBSA Coaches, tuttora operanti nelle rispettive academy di Milano, Roma, Verona e Tirano. Il secondo ed il terzo seminario, rivolti esclusivamente alla formazione dei giocatori, sono stati organizzati da Ambrosian Academy in settembre 2016 e gennaio 2017 con partecipazione da ogni parte d’Italia. Seguiranno altri appuntamenti con il nostro PJ, nume tutelare al quale abbiamo affidato la crescita della nostra passione. Il suo efficace insegnamento, possiamo annunciarlo con gioia e partecipazione, ha portato il brillante 21enne Josh Boileau, passato professionista grazie alla vittoria del Campionato EBSA Under 21 del 2016,  a vincere in questi giorni il suo primo grande incontro da professionista nel Welsh Open 2017 contro il campione del mondo 2005 Shaun Murphy!

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 Questa rubrica, che sarà come le altre ad appuntamento mensile, fornirà consigli ed esempi sulle questioni tecniche di base, le più importanti, seguendo principalmente la scuola di Nolan e della sua 147 Academy ma con elementi di confronto estratti dai testi di altri coach internazionali. Commenteremo passo dopo  passo gli argomenti fondamentali come ad esempio STANCE, ALIGNMENT, GRIP, BRIDGE, ADDRESS POSITION, AIMING TECHNIQUE, TIMING e CUE ACTION, illustreremo gli esercizi consigliati da eseguire sul tavolo vero e quelli pensati apposta per essere fatti sul tavolo della cucina di casa. Poi parleremo di tattica, partite famose, filosofie di gioco in attacco o difesa, di molti altri argomenti che fino ad ora non hanno mai trovato adeguata traduzione nel nostro idioma. Tutto questo grazie alla combinazione detonante di due fattori: la nostra acerba passione e la competenza che questo grande tecnico dello snooker ci mette instancabilmente a disposizione. Ecco perchè, ogni volta che lo chiamo su skype, al telefono o in chat per chiedere un consiglio, inizio sempre con una frase che mi riempie di soddisfazione e di sicurezza, sperando che un giorno, non lontano, anche nelle nostre academy, centinaia di appassionati possano salutare con fiducia qualcuno che si occupa di loro con un semplice: “Ciao Coach, oggi che facciamo?”

 E così mettere in moto il grande universo del biliardo sportivo, l’unico biliardo che ci interessa e non a caso nel blog di “IO GIOCO PULITO” ha trovato finalmente la sua casa.

0 Comments

  1. Provare per credere…purtroppo l’ho fatto e ora devo gestire una nuova e virale passione. Ottimo spazio per far conoscere un gioco che non appaga mai. Ottimo Davide.

  2. Bell’articolo !! C’è da dire che purtroppo in Italia Coach come il grande Nolan non ce sono e avendo fatto Coaching per il secondo anno consecutivo con lui ma dalla durata di un solo giorni all’anno non è abbastanza…. gli insegnamenti e consigli dei fondamenti di Snooker sono di un’altro livello rispetto alla realtà italiana e si può percepire da giocatore quanto ci sia da lavorare. Bisognerebbe (sempre a giudizio personale) avere più costanza e tempo da dedicare a questo gioco ma qui (in Italia) bisognerebbe avere molte più sale da Snooker e di conseguenza avere più possibilità di giocare e più tavoli con orari di gestione continuativi da mattina a sera per esigenze di un pubblico possibilmente più vasto.

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