Maria Sharapova dopata? O ingenua. O entrambe? La conferenza stampa della tennista siberiana scuote le fondamenta del tennis, già provate dagli scandali sulle partite truccate.
La notizia è nota: Maria Sharapova, 5 titoli Slam, 35 tornei vinti in totale, tennista più bella e pagata al mondo, non ha superato un controllo anti-doping a Melbourne. Il farmaco che la inchioda è il Meldonium. La ragazza ammette di assumerlo regolarmente da 10 anni, su prescrizione medica, per la cura contro il diabete. E poi si scusa per un errore imperdonabile. Le è sfuggita una mail: una comunicazione della WADA che ha inserito il Meldonium fra i medicinali vietati. Perché dopanti. Un dettaglio che può infangare una carriera costellata di vittorie e successi. Su cui, adesso, pende la spada di Damocle del dubbio. Masha, in conferenza stampa urbi et orbi, si dichiara reo confessa, e cerca di salvare il salvabile.
Il suo messaggio: sono stata ingenua. Il dubbio dell’opinione pubblica: ha giocato pulito?
Meglio un po’ di chiarezza. In primis: cosa è il Meldonium? Trattasi di mildonatro. Farmaco anti – ischemia prodotto e commercializzato dalla Grindeks, società farmaceutica che ha sede in Lettonia. Informazioni basilari. Da approfondire. Come? Attingendo a “Pubmed” database di letteratura scientifica biomedica dal 1949 ad oggi. Non è difficile: basta un pizzico di pazienza, un buon vocabolario d’inglese.
Dalla ricerca emerge che il Meldonium è un farmaco con funzione cardioprotettiva. Si utilizza per i trattamenti di scompensi cardiaci, infarto del miocardio, aritmia, ateroscelorosi e diabete. A livello sportivo, il Mildronato garantisce aumento delle prestazioni, resistenza una migliore riabilitazione dopo l’esercizio fisico, la protezione contro lo stress. E il diabete? Nelle indicazioni fornite da pubmed, il Meldonium cura anche questa patologia. É anche vero, però, che solo una fase molto avanzata del diabete provoca scompensi cardiaci e deficit circolatori. Chi è in queste condizioni, non supererebbe la prova di idoneità sportiva. E non sembra, questo, il caso di Maria Sharapova.
Premesso ciò: che senso ha l’assunzione di un farmaco che, di base, aiuta il cuore, se non si hanno problemi cardiaci?
É possibile che Maria Sharapova sia totalmente autonoma nelle proprie scelte riguardo l’assunzione di farmaci?
É mai possibile che a nessuno del suo staff medico (la Sharapova avrà almeno qualche dottore che la segue e sia aggiornato sulle novità provenienti dalla Wada?) abbia letto quella mail “casualmente” sfuggita alla Sharapova?
La sensazione è che la Sharapova sia nei guai e voglia raccontarci una favola nascondendosi dietro un sorriso d’angelo e la maschera di bronzo. Come il suo alter-ego Masha, la ragazzina russa che combina guai e poi chiede scusa. Questo, però, non è un cartoon. E l’orso del sospetto è particolarmente suscettibile e poco incline al perdono. Non si scioglierà certo di fronte a qualche lacrima. Nel dubbio, alcuni dei suoi più illustri sponsor la hanno già scaricata. Masha piange, chiede scusa. Quel viso pulito ha giocato pulito in questi anni? Lei, faccia d’angelo, giura di sì. Credergli è difficile. Decideranno, comunque, i giudici.
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