L’apertura della Figc verso il Cts, con il protocollo modificato prontamente, e la data suggerita ieri dalla Lega Serie A (13 giugno) per la ripresa del campionato, sembravano due indizi che lasciavano presagire una strada in discesa. Tutto è cambiato in poche ore con i malumori e i dubbi di molti club verso le stringenti regole del protocollo. Inter, Napoli, Milan, Cagliari, Verona, Brescia, Atalanta, Sassuolo, Fiorentina, Sampdoria e Genoa non accettano le direttive imposte dal Comitato Tecnico Scientifico.
Secondo le società troppi aspetti sugli allenamenti collettivi sono impraticabili e a ciò si aggiungono le difficoltà logistiche come il nodo della “clausura” in hotel, per quanto concerne il ritiro precampionato. C’è poi la questione che riguarda i medici sociali che sarebbero investiti di una responsabilità troppo grande e il nodo cruciale della quarantena collettiva di una squadra e dell’avversario, che rischierebbe di fermare il campionato dopo una sola positività. La Serie A chiede che venga attuato il “modello Bundesliga”, richiesta che il Cts considera irricevibile. Al momento la Serie A è ferma al palo e difficilmente si staccherà da esso.