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Serie A: il calcio italiano continua a perdere soldi

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La crisi del calcio italiano non accenna a fermarsi. Anzi. Come rivela uno studio condotto dalla Gazzetta dello Sport, se da una parte sono aumentati i ricavi del 2.2% (da 1800 milioni a 1840), restano forti le perdite che si assestano su un passivo di 365 milioni annui, vale a dire un milione al giorno nella stagione 2014-2015.

Numeri impietosi che lo diventano maggiormente se al dato aggregato aggiungiamo anche l’esposizione del Parma che, a causa del fallimento, non ha presentato il bilancio. Allarmante anche la comparazione con l’esercizio del campionato 2012-2013 dove il debito era di 151 milioni: in poche parole, in soli due anni il passivo è più che raddoppiato, passando per la stagione scorsa con -220 milioni. Se da una parte i ricavi crescono, anche se di poco, grazie principalmente ai diritti tv che rappresentano il 60% delle entrate, dall’altra sono aumentati i costi di gestione in particolare quelli relativi agli stipendi ( la metà dei costi complessivi di 2.4 miliardi) e la riduzione delle plusvalenze per 100 milioni circa.

Per quanto riguarda le società di calcio, l’esposizione debitoria è aumentata soprattutto nei confronti di banche ed istituti di credito (1,1 miliardi su 1,7 totali, 11% di incremento) e una parte verso i fornitori (6%).

Al termine della stagione scorsa, su 19 squadre iscritte alla Serie A, 12 hanno presentato un bilancio in rosso, escludendo sempre il Parma per i motivi che tutti sappiamo. Sul podio delle indebitate troviamo Inter, seguita da Milan e Roma, seguite da Fiorentina e Genoa. Per le squadre di Thohir e Pallotta è già in atto, da più di un anno, anche a seguito delle ispezioni dell’UEFA, una ristrutturazione del debito. Il lato positivo della medaglia è rappresentato da Juventus con un attivo di 2.3 milioni, grazie a stadio di proprietà e marketing, seguita da Torino, Lazio, Chievo ed Empoli. Quindi, sebbene la situazione degli introiti sia positiva, come aveva rivelato uno studio della britannica Deloitte, la fettuccia attivo/passivo si sta allargando sempre più e necessita di una strategia convincente per ridurre i costi e gestire le singole situazioni in maniera virtuosa. Altrimenti la fine è più vicina di quello che si può pensare.

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