Oscar Pistorius andrà in carcere. Questa la decisione di Thokozile Masipa, giudice dell’Alta Corte di Pretoria. Per il paralimpico, l’accusa di omicidio volontario che aggrava la sua posizione rispetto al processo di primo grado che lo vedeva responsabile di omicidio colposo per l’uccisione con quattro colpi da arma da fuoco verso l’allora fidanzata Reeva Steenkamp. Il periodo di detenzione da scontare in carcere sarà di 6 anni che per buona condotta potrà essere poi ridotto a soli 24 mesi.
In un primo momento la difesa aveva richiesto che la pena fosse scontata in un ospedale psichiatrico e attraverso lavori socialmente utili alla luce della condizione di Pistorius, depresso e affetto da sindrome post traumatica e quindi non in grado di sopportare la reclusione in carcere. La famiglia di Reeva non si ritiene soddisfatta alla base della richiesta dell’accusa di 15 anni di carcere, pena minima prevista in Sudafrica per gli omicidi volontari. Le motivazioni che hanno spinto allo sconto di pena sono state riassunte dal giudice che ha motivato la decisione evidenziando come ogni caso debba essere valutato singolarmente e sottolineando che per l’atleta paralimpico di per sè la sua pena la sta già scontando avendo, nei fatti, terminato la sua carriera.
“Le attenuanti hanno un maggior peso rispetto ai fattori aggravanti”. Queste le parole che si aggiungono anche alla convinzione dello stesso giudice che ai fini della giustizia una detenzione lunga non sarebbe utile e che il recupero dell’atleta è possibile ma dipenderà da lui. Al termine della sentenza, un commosso Pistorius ha abbracciato i suoi familiari ed è stato accompagnato della sezione ospedaliera del carcere di Pretoria. Malgrado la possibilità di ricorrere al terzo appello, i suoi legali hanno dichiarato che non contempleranno questa possibilità.
Si accende quindi il dibattito, mai sopito, su come, in Sudafrica, le differenze razziali abbiano ancora il loro peso e di come il colore della pelle e la condizione fisica dell’accusato abbiano contribuito in suo favore per questa pena che all’opinione pubblica è sembrata essere troppo leggera.