Grace Murray Hopper, matematica statunitense diceva che la frase più pericolosa del mondo è “abbiamo sempre fatto così”. Questo nello sport dovrebbe essere applicato nei suoi aspetti sani, ma anche in quelli poco edificanti.
Una voce da sempre sussurrata è che in molti ambienti professionistici sportivi, ci sia abbondanza di violenze e abusi, a essere fortunati(?) si rischia di essere vittime di molestia. Ultimamente da varie fonti sono venuti fuori episodi di violenza e abuso in ambiente sportivo che stanno lanciando l’allarme in più di un paese.
Lisa Vanna, calciatrice australiana ritiratasi da poco e più volte nazionale, ha confessato di essere stata vittima di abusi e violenze e di aver assistito a episodi simili accaduti alle sue compagne. Ha raccontato di aggressioni e palpeggiamenti in doccia quando era adolescente e tutto veniva fatto passare come uno scotto da pagare per far parte delle “grandi”. Inoltre ha ribadito che a più livelli ci sono manipolazioni psicologiche da parte di chi ha ruoli di guida per convincere le atlete che certe pratiche sono quasi legittime.
La situazione non cambia in Venezuela, dove Deyna Castellanos, calciatrice della nazionale ha pubblicato un documento firmato da 23 atleti per denunciare un episodio di violenza sessuale di cui è stata vittima una sua collega a 14 anni nel 2014, da parte dell’allenatore della nazionale di allora, Kenneth Zseremetra.
Nella lega femminile statunitense sono stati licenziati ben due allenatori: Paul Riley e Richard Burke, entrambi per violenze, molestie e abusi psicologici.
In Francia due allenatori di atletica leggera sono sotto inchiesta per stupro. Lo psicologo dello sport Guy Missoum ha evidenziato che purtroppo nello sport la denuncia di abusi e violenze non è facile per un semplice motivo: se l’atleta è nel pieno della carriera sportiva la sua denuncia rischia di azzerare tutte le speranze di futuro in quel mondo. Le molestie sono frequenti nel mondo dello sport perché il corpo dell’atleta è sotto i riflettori, scoperto. La violenza poi inizia nella modalità delle insinuazioni.
Non è raro che alcuni tecnici chiedano come battuta ai loro atleti stanchi con chi hanno fatto sesso il giorno prima. Il rapporto gerarchico poi, completa il tutto. Il ruolo del tecnico è di maestro e guida, quindi tutto quello che dice va fatto. In più, specie negli sport di squadra la distanza intima è totalmente azzerata.
Un fenomeno scomodo che troppo spesso bussa alla porta e difficilmente gli si vuole aprire. Si sa, le voci fastidiose ma vere, è meglio non farle venire fuori: lo spettacolo deve continuare. d’altronde “abbiamo sempre fatto così”