Nel celebre cartone animato “I Simpson”, il simpatico e pestifero Bart adora la tv, fare gli scherzi e andare sullo skateboard. Dalla finzione alla (ben più dura) realtà, quella che si vive in Afghanistan, dove però i bambini hanno trovato il modo di evadere, anche solo per qualche ora, dalle difficoltà quotidiane. Merito di Skateistan, un’organizzazione no profit nata nel 2007 dall’idea di Oliver Percovich, un ragazzo di Melbourne appassionato di skateboard (nel corso della sua vita ha viaggiato in oltre 50 paesi del mondo, portando sempre con sé la tavola). Giunto a Kabul per seguire la sua fidanzata, Oliver si rende conto dell’appeal che lo skate esercita sui ragazzi del posto. Da qui l’idea di fondare una Ong. Il risultato? Oggi Skateistan gestisce due progetti in Afghanistan (a Kabul e a Mazar-i Sharif), coinvolgendo circa 1.200 studenti di età compresa tra i 5 e i 17 anni, alcuni dei quali – letteralmente strappati dalla strada – sono diventati responsabili dei centri e aiutano i nuovi. E ancora, skatepark in Cambogia (Phnom Penh) e Sudafrica (Johannesburg). Dato curioso: complessivamente, oltre il 40% degli alunni sono bambine e ragazze.
“Un’ottima iniziativa, che esprime il vero senso di questo sport”, afferma lo skater romano Francesco Plini, classe 1978, appassionato della tavola fin dagli otto anni. “Lo skate è uno sport completo – continua – ed insegna, già da quando si è piccoli, a cadere e a rialzarsi. A farcela da soli, a non arrendersi mai”. Certo, in Italia questo movimento è ancora visto da molti solo appannaggio dei giovanissimi. “Niente di più sbagliato – riprende lo skater – per andare sulla tavola la carta d’identità non conta. Ma la curiosità sì, magari anche nell’approcciarsi grazie a film come California skate, Thrashin’ o Lords of Dogtown, veri e propri punti di riferimento”.
Dunque Skateistan rappresenta un approdo sicuro per bambini e bambine, ragazzi e ragazze, con lo sport a rappresentare una sorta di “aggancio”. Le iniziative della Ong sono tre (tutte rigorosamente gratuite): “Skate and create” coniuga un’ora di skateboard e un’ora di arti creative; “Back to school” è un programma di apprendimento accelerato dedicato ai bambini che non vanno a scuola ma che possono recuperare i primi tre anni in uno (poi sono aiutati a iscriversi regolarmente); “Youth leadership” dedicato agli studenti più brillanti degli altri corsi. Un’ora di skateboard è la ricompensa per tutti al termine di ogni giornata di studio, insieme alla promessa di un pasto caldo che rappresenta un grande incentivo per le famiglie. Nota a margine: nel 2012 la fotografa Jessica Fulford-Dobson è andata a Kabul per fotografare le bambine vestite in abiti tradizionali ma protette con ginocchiere e caschetto. Scatti che sono convogliati sia una mostra presso la Saatchi gallery di Londra sia nel volume fotografico dal titolo “Skate girls of Kabul”. Recuperatelo.
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