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Scommesse illegali? Il Vietnam sceglie il male “minore”

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A partire dalla fine del prossimo marzo, anche i cittadini vietnamiti potranno scommettere sulle corse dei cavalli e sulle partite di calcio (seppur, per quest’ultimo caso, su un numero di gare ristretto).

Dopo anni di discussioni e controversie, alla fine il Vietnam ha preso una decisione storica: legalizzare le scommesse sportive. Un nuovo decreto, pubblicato sul sito ufficiale del governo pochi giorni fa, permetterà ai cittadini di scommettere su molte partite internazionali di calcio, oltre che su corse di cavalli e di levrieri a partire dal 31 marzo.

Al momento, comunque, resta escluso il circuito delle scommesse online.

Chi potrà scommettere, dunque, nel paese asiatico? Unicamente coloro che siano al di sopra dei 21 anni di età saranno autorizzati a giocare; è stato, poi, regolamentato che le sedi dei bookmakers dovranno essere lontane da scuole e locali pubblici per i bambini di almeno 500 metri.

Sono stati posti anche altri paletti: il valore minimo per una singola scommessa sarà pari a 1,000 dong vietnamiti (circa 4 centesimi di euro) mentre il limite massimo giornaliero che ogni privato cittadino potrà scommettere sarà di 1 milione di dong (poco più di 41 euro). Il decreto, inoltre, consente solo le scommesse sulle partite di calcio internazionali riconosciute dalla FIFA e approvate dal Ministero dello Sport del Vietnam.

In aggiunta, gli operatori dovranno soddisfare rigorosi requisiti a livello di capitale: 1000 miliardi di dong (circa 41 milioni di euro) per le scommesse su corse di cavalli e partite di calcio e 300 milioni di dong (circa 12 milioni di euro) per quelle sulle corse dei levrieri. Per selezionare un provider di scommesse sul calcio, infine, si terrà una procedura di gara per una fase sperimentale pari ad un periodo di cinque anni.

I funzionari vietnamiti hanno iniziato a lavorare sulle regole delle scommesse nel mondo dello sport nel 1999, ma, dopo molti e, talvolta, aspri dibattiti, si è poi sempre ritardata la loro legalizzazione.

In merito allo stesso argomento, il mese scorso, il governo del Vietnam ha anche affermato che, a partire da metà marzo, permetterà ai cittadini con più di 21 anni e con un reddito mensile di almeno 10 milioni di dong di effettuare le scommesse nei casinò locali; si tratta di una decisione presa nell’ambito di un programma pilota di tre anni che conduce, così, alla fine del divieto (lungo un anno) sul gioco d’azzardo tra i cittadini vietnamiti.

Tutte queste recenti mosse mostrano chiaramente il cambio di rotta del governo della nazione asiatica in materia di gioco d’azzardo; una volta, esso era considerato un vero e proprio “male sociale” ma dopo che molti abitanti sono stati colti ‘con le mani nel sacco’ mentre rompevano il divieto di scommettere e/o giocare e che ci si è trovati di fronte alla creazione di un settore illegale per le scommesse on-line (con molti arresti negli ultimi anni), i piani alti della politica vietnamita hanno deciso di rivedere le proprie posizioni.

Meglio o peggio? Solo il tempo potrà dirlo.

Nato a Roma sul finire degli anni Ottanta, dopo aver conseguito il diploma classico tra gloria (poca) e
insuccessi (molti di più), mi sono iscritto e laureato in Lingue e Letterature Europee e Americane presso la
facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Tor Vergata. Appassionato, sin dall'età più tenera, di calcio,
adoro raccontare le storie di “pallone”: il processo che sta portando il ‘tifoso’ sempre più a diventare,
invece, ‘cliente’ proprio non fa per me. Nel 2016, ho coronato il sogno di scrivere un libro tutto mio ed è
uscito "Meteore Romaniste”, mentre nel 2019 sono diventato giornalista pubblicista presso l'Ordine del Lazio

0 Comments

  1. Meglio! Meglio permettere il brutto vizio del gioco, così come sono permessi l’alcol, il fumo, il ricorso alla prostituzione. Senza dimenticare di tassare al massimo locali e macchinari e far pulizia della mafia che regna sovrana in quel settore. Una parte di queste tasse servirebbe ad aiutare le famiglie vittime di questo brutto vizio. Ben inteso, divieto assoluto di proselitismo e pubblicità in istrada e sui media. .

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