Tempo fa s’era dato conto, benché non approfonditamente, di una vicenda che, nonostante esposta a fine campionato, stava continuando a far sentire la propria eco in Laguna: due-Venezia affollano il mondo del dilettantismo nazionale e, più in particolare, di quello veneto.
Ma è bene fare un passo indietro rispetto a quanto detto, pur mantenendo qualche punto fermo tra quelli già citati nel precedente articolo: il Venezia FC, sorto dalle ceneri dell’FBC Unione Venezia, s’è riscritto al Girone C della Serie D e ora – vincitore del campionato – salirà in Lega Pro, tornando tra i professionisti. Il Venezia 1907, invece, ha preso parte al campionato di Terza Categoria. Il Venezia FC ha visto l’ingresso del noto Joe Tacopina in laguna il quale, «with a long term project», vorrebbe rifondare la squadra arancioneroverde e mettere in piedi un nuovo stadio, proseguendo nella tradizione degli investitori stranieri degli ultimi anni che tendono al quadrante di Tessera per la costruzione dell’impianto, (ipotesi mai concretizzatasi neanche nell’era Zamparini). Il Venezia 1907 si sta facendo largo da ora nell’immaginario collettivo lagunare ma anche Scarpa Basteri ha un progetto a lungo termine.
Un altro dato da tenere a mente è che il Venezia FC è arancioneroverde, così come – formalmente – lo è anche il Venezia 1907. Pur tuttavia, la squadra di Scarpa Basteri si rifà alla tradizione neroverde del Venezia, quella originaria prima della fusione ai tempi di Zamparini col Mestre. Per i lettori non veneti questa può sembrare una minuzia da nulla, una cosa di poco conto e magari neanche da menzionare, tuttavia, rappresenta una più che significativa, doverosa, precisazione per i lettori della Regione e della Serenissima in particolare.
Alfa e Omega del dilettantismo, verrebbe da pensare, e invece c’è molto di più di una semplice constatazione fatta dopo aver osservato i due campionati d’appartenenza delle due squadre.
In principio fu il marchio
Il Presidente del Venezia 1907, Scarpa Basteri, venuto a sapere dell’asta a rilancio per l’acquisto del simbolo dell’SSC Venezia nell’estate dello scorso anno, si aggiudica dopo varie offerte il logo del calcio Venezia che fu dei Fratelli Poletti e che ereditava la dell’AC Venezia (marchio compreso), già fallito in precedenza. Quello della gestione Zamparini, di Recoba e Maniero, dell’Intertoto sfiorato, insomma. I possibili compratori di quel simbolo, in sostanza, erano due: Scarpa Basteri e i dirigenti dell’allora FBC Unione Venezia, società non reiscrittasi al campionato di Lega Pro e quindi fallita.
Succede, in ogni caso, un qualcosa che i dirigenti arancioneroverdi non si aspettavano: Scarpa Basteri rilancia fino ad arrivare cifre importanti (quasi trentamila euro) e si aggiudica il marchio del centenario del Venezia. Con quel logo, infatti, l’SSC Venezia di Poggi, Lotti, del tecnico Michele Serena ma anche dei meno noti Grighini e Drascek, festeggiò il centenario dalla fondazione del Calcio Venezia, per l’appunto, 1907.
La questione matricola
Scarpa Basteri, ovviamente, non rimane con le mani in mano e fonda una squadra iscrivendola in fretta e furia al campionato della Terza Categoria di Venezia, numero di matricola: 943473. Un pugno di giorni dopo, però, Tacopina rende noto il matrimonio lagunare con l’ex dirigenza arancioneroverde dell’FBC Unione Venezia e fonda una nuova squadra che riparte dalla Serie D, il Venezia FC, numero di matricola: 943476.
Perché soffermarsi sulle matricole? E’ presto detto: perché le NOIF (Norme organizzative interne della FIGC) all’articolo 17 riportano testualmente: «la denominazione sociale risultante dall’atto di affiliazione è tutelata dalla FIGC secondo i principi della priorità e dell’ordinato andamento delle attività sportive». Priorità, dunque, che avrebbe il Venezia 1907, avendo ottenuto un numero di matricola precedente rispetto a quello del Venezia FC.
Ci può essere un Venezia solamente? Non c’è stata una presa di posizione ufficiale della FIGC a riguardo ma Iogiocopulito ha già contattato il Presidente del CR Veneto Giuseppe Ruzza per un suo parere a riguardo. Quel che conta è che, al momento, il Venezia 1907 (e non il Venezia FC) ha un diretto rimando col passato della storia del calcio lagunare, dato che ne ha preso il simbolo del centenario. La situazione, dunque, è in fieri tanto per il Venezia FC di Tacopina, quanto per il Venezia 1907 di Scarpa Basteri che, almeno per un altro anno, dovrà rimanere nel gorgo della Terza Categoria.
Per quel che mi riguarda il Venezia 1907 ha fatto un’azione astuta, ma non ha tenuto conto di una cosa. La tradizione sportiva del Venezia originario è proseguita anche dopo la dismissione di quei marchi che adesso rivendica come legittimi: di riflesso, anche ai sensi delle NOIF in materia (che superano quelle sul diritto di prelazione del primo iscritto), non basta avere un logo per definirsi “vero Venezia”. Bisogna avere la tradizione. E quella lapalissianamente ce l’ha solo il Venezia di Tacopina