L’allucinante scenario da campo di battaglia che si presentava nei giorni scorsi nella zona circostante il Porto Vecchio di Marsiglia e le riprese dei tafferugli che hanno coinvolto hooligans inglesi, russi e francesi rischiano di essere le immagini-copertina di un Europeo nato con il grande incognito della sicurezza e sin dalle prime battute gravido di tensioni e scontri. Nel centro del mirino sono finiti nelle ultime ore dei gruppi di ultras russi particolarmente violenti, nonché organizzati in maniera incredibilmente efficace per sfuggire velocemente dopo le loro incursioni alle retate delle forze di polizia. Il tutto ha portato la UEFA a sanzionare con una multa di 150mila euro la Federazione Russa e a squalificare la squadra (pena sospesa) con la minaccia di renderla esecutiva al reiterarsi dei comportamenti dei suoi supporters. La faccenda si è puntualmente ripetuta ieri a Lille con i russi che si sono scontrati con tifosi inglesi e gallesi. Al riguardo, però, l’organo europeo ancora non si è espresso.
Sono pochi, tra 150 e 300, i teppisti che hanno imperversato a Marsiglia così come a Lille, un gruppo tanto efferato nel colpire quanto lesto a dileguarsi contro cui nelle ultime ore Polizia e Gendarmeria hanno lanciato un’azione coordinata; essi rappresentano l’esternazione sul proscenio internazionale dei gravi problemi d’ordine che nelle ultime stagioni hanno perennemente afflitto la scena calcistica russa, dominata a più riprese dagli scontri tra commando di ultrà formati da esperti e navigati picchiatori, vicini in numerosi casi a settori dell’estrema destra politica xenofoba e ultranazionalista. Problemi di gestione degli hooligans si sono manifestati più volte nel corso delle ultime edizioni del campionato russo, nelle quali si son in particolar modo distinte le frange estreme del tifo della Torpedo Mosca, protagoniste di numerose sanzioni per violenza, risse e razzismo, nonché della famosa invasione di campo sul terreno dell’Arsenal Tula, che nell’aprile del 2015 vide l’interruzione di una partita trasformatasi rapidamente in un autentico Far West.
È doveroso ricordare come i 300 inafferrabili ultras russi non abbiano responsabilità inferiori a quelle che gravano sulle bande di facinorosi “tifosi” inglesi che hanno conteso loro palmo a palmo il controllo dell’area del Porto Vecchio prima di Inghilterra-Russia di sabato; la questione che li riguarda sta spostandosi tuttavia dal piano eminentemente giuridico-sportivo al terreno politico, dato che tra domenica e lunedì hanno iniziato a rincorrersi alcune voci secondo le quali i gruppi di hooligans russi presenti in Francia sarebbero esecutori materiali di un non meglio precisato piano volto a destabilizzare e denigrare l’apparato di sicurezza messo a punto per Euro 2016 e, implicitamente, gli strumenti di una strategia decisa ai piani superiori dell’apparato istituzionale russo.
Un’evidente assurdità a cui hanno dato credito numerosi organi di stampa di rilievo, dal Sunday Times al nostrano Corriere della Sera, che seppur non avvallandola esplicitamente ne hanno parlato come di un’ipotesi nonostante tutte le evidenti incongruenze che affermazioni del genere palesano. In tal senso, dunque, la violenza di pochi teppisti viene attribuita implicitamente nientemeno che alla Federazione Russa stessa: con un largo giro di parole e con allusioni velate, dunque, si lancia un nuovo attacco a un paese già bersagliato troppe volte sul versante sportivo per motivi politici e, anziché supportare le dichiarazioni e gli sforzi fatti dai rappresentanti istituzionali russi (primo fra tutti il Ministro dello Sport Vitaly Mutko), si alimenta una sterile polemica che si innesta sulle precedenti vicende spiacevoli degli scandali doping e delle polemiche sui Mondiali 2018.
Lungi dal voler vedere una diffusione incontrollata di voci tanto subdole, di seguito spiegheremo l’assoluta infondatezza di notizie del genere, rubricabili come disinformazione a trecentosessanta gradi e tuttavia decisamente pericolose in quanto portate avanti sottovoce, senza clamori.
Si può partire da un dato di fatto geopolitico: la Russia è oggigiorno la nazione che più di ogni altra è operativa a livello internazionale per contenere il terrorismo e il suo presidente Vladimir Putin ha dimostrato la più sincera vicinanza e le migliori volontà di cooperazione con l’omologo francese Hollande dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre. Dunque oggigiorno tra la Francia e la Russia vige una sintonia crescente dopo il buio biennio contraddistinto dall’imposizione contro Mosca delle deleterie sanzioni dell’Unione Europea, contro il cui rinnovo il Senato francese si è recentemente pronunciato; non sussistendo motivi di attrito, non si vede alcuna ragione in base alla quale la Russia avrebbe dovuto portare avanti un progetto di destabilizzazione tanto intricato e contorto nei confronti di un paese considerato un partner importante di Mosca sin dai tempi della presidenza del Generale De Gaulle.
Inoltre, a due anni di distanza dai Mondiali 2018, le violenze degli hooligans possono solo nuocere all’immagine della Russia e, come le dure parole di condanna di Mutko sottolineano, all’interno dell’establishment di Mosca vi è preoccupazione proprio in prospettiva della Confederations Cup e della Coppa del Mondo prossime venture, nel corso delle quali proprio le violenze di gruppi organizzati come quelli entrati in azione a Marsiglia rischiano di pregiudicare la buona riuscita delle manifestazioni. La Russia vive il teppismo degli ultras come un problema importante da affrontare, e teme la strumentalizzazione delle violenze quali possibili mezzo di discredito, come rischia di avvenire dopo i violenti focolai di sabato.
La questione importante riguarderà principalmente le prospettive con cui gli organizzatori di Russia 2018 guarderanno a Francia 2016: la triste esperienza dei primi giorni dell’Europeo può insegnare qualcosa, in quanto rappresenta un caso di studio del comportamento delle nuove frange violente del tifo organizzato. La risposta delle forze di sicurezza, totalmente concentrate sul pericolo del terrorismo islamista e meno preparate contro prevedibili casi di violenza ultras, è stata tardiva e incompleta anche per la conformazione topografica delle zone di Marsiglia teatro degli scontri, che ha permesso ai colpevoli di dileguarsi e costretto la Polizia e la Gendarmeria a disperdere le forze e indebolire la risposta contro i facinorosi. Lezioni di logistica, rapidità di risposta e controllo dei gruppi di hooligans devono essere tratte, per far sì che la continuazione di Euro 2016 possa essere meno tesa e, in futuro, una ritrovata tranquillità possa essere garantita nelle competizioni che si disputeranno in Russia nei prossimi anni. Accusare la Russia delle becere azioni di pochi hooligans è decisamente sintomo di vedute ristrette; tuttavia, ciò non toglie che il paese debba trarre lezioni importanti dal comportamento tenuto in terra francese da certi suoi scalmanati cittadini, il cui controllo sarà in futuro inderogabile per consentire una sicura prevenzione ed evitare che anche le prossime manifestazioni siano sconvolte da episodi come quello di Marsiglia.