Lo sport regala sempre storie incredibili sia nel bene che nel male. Oggi purtroppo tocca al lato negativo. La storia è quella di Mikhalina Lysova atleta e campionessa paralimpica russa che nella sua carriera ha vinto 16 medaglie tra cui 6 d’oro nel biathlon e nello sci. Mikhalina è cieca dalla nascita ma nonostante questo un famosissimo giornale tedesco, la Bild, accusò la campionessa di essere dopata prima delle Olimpiadi invernali di PyeongChang.
Il quotidiano tedesco titolò: “La russa che prende il doping” alla vigilia dei giochi invernali sud-coreani. Nel corpo dell’articolo il giornale accusò direttamente e pesantemente l’atleta russa di aver abusato di sostanze atte a migliorare la prestazione fisica e atletica.
La Lysova inizialmente non venne ammessa nella lista degli atleti che avrebbero potuto gareggiare sotto bandiera neutra ai giochi invernali. Pochi giorni prima dell’inizio della kermesse sportiva arrivò l’approvazione ed il lascia passare da parte del comitato internazionale paralimpico.
La conferma della sua partecipazione fece cavalcare di nuovo il caso alla Bild che si domandò ironicamente sulla giustizia della sua inclusione citando il famoso rapporto McLaren contenente la lista di tutti gli atleti russi dopati, in cui c’è anche il nome della Lysova, che portò alla sentenza di doping di stato.
La para-atleta russa, mai coinvolta prima d’ora in scandali di doping, chiese al giornale di rimuovere l’articolo che a suo dire conteneva insulti e diffamazione. La sua richiesta non venne accolta dal quotidiano ed un procedimento legale venne aperto nella corte del distretto di Amburgo, sede della Bild.
La corte diede ragione alla Lysova indicando che le parole della Bild: “la russa che prende il doping” non erano ammissibili e violavano i diritti della paratleta. Non solo, il giornale fu costretto a cancellare dal proprio sito web l’articolo.
Bisognerebbe un attimo fermarci a chiederci se questo è giornalismo e soprattutto un tipo di giornalismo vincente. Diffamare qualcuno, a maggior ragione un’atleta paralimpica, giusto per fare il titolone o per acchiappare like e visite nel lungo termine non risulta mai una strategia vincente. Se a questo ci aggiungiamo anche la piaga delle fake-news la credibilità dei giornali, dei media ma soprattutto di chi tutti i giorni lavora per informare arriva a toccare i minimi storici.