Sandro Tonali e i sogni che si avverano
“Santa Lucia io vorrei un completo del Milan pantaloncini, maglietta e calzettoni”. È un freddo giorno di dicembre del 2010 e chi scrive la letterina è un bimbo qualunque: il suo nome è Sandro Tonali. Idee chiare fin da piccolo:“secondo te riuscirò a diventare un calciatore?” chiede alla santa nella sua cameretta immersa nella campagna lodigiana.
Ma la sua storia inizia prima, quando Sandro di anni ne ha solo sette, e il sole sui palazzi in costruzione (per dirla alla De Gregori) batte forte su Milano, in zona Barona. È lì dove questo ragazzo, bassino e capellone, inizia a muovere i suoi primi passi da calciatore. La squadra si chiama Lombardia Uno e ha la maglia rossonera come quella del suo Milan, che segue ogni domenica alla tv.
Sandro gioca nei Pulcini, ha la stoffa per giocare anche con i più grandi, ma inspiegabilmente nessuno dei due club professionistici milanesi lo nota: anzi, il Milan gli fa fare qualche provino ma lo scarta frettolosamente.
Chiusa la porta rossonera (solo per il momento) si apre per lui una parentesi biancorossa, nelle fila del Piacenza. Sandro è forte, ha già i ritmi di gioco del centrocampista, e nei tre anni con i piacentini si fa notare.
A 12 anni torna in Lombardia, alla corte del Brescia, e cinque anni dopo raccoglie il primo gettone in Serie B lanciato da Boscaglia (centrocampista come lui) a 17 anni: è il 26 agosto 2017, un mese che regalerà non poche soddisfazioni al talentino, contro l’Avellino.
Poco importa se arriva una sconfitta contro i campani, nel calcio italiano è già nata una nuova stella. Nel panorama nazionale brilla, si guadagna convocazioni anche nella Nazionale Under 19, terminando la sua prima stagione tra i professionisti con 19 presenze e 2 gol: mica male per uno che deve ancora compiere diciotto anni.
Prende in mano con le sue geometrie, la sua tecnica, la sua concretezza, il centrocampo del Brescia che conduce fino alla Serie A. Non crediamo che ci sia bisogno di specificare chi vinca quell’anno il premio di miglior giovane.
È il 25 agosto del 2019 e probabilmente Sandro si ricorda di quella domanda fatta a Santa Lucia 9 anni prima, anche perchè sta per arrivare il suo esordio in Serie A: la seconda richiesta che aveva espresso nella sua letterina. Il Brescia fatica, annaspa, cambia più volte allenatore, ma Sandrino è sempre lì in mezzo al campo a dirigere la manovra. Non può impedire però la retrocessione della sua squadra.
A gennaio 2020 trova l’accordo con l’Inter per passare ai nerazzurri d’estate: lui, un ragazzo col cuore rossonero, pronto a passare ai cugini nerazzurri. Perchè va bene il tifo, ma Tonali è un professionista serio.
Poi però succede qualcosa di impensabile solo qualche settimana prima: l’Inter è titubante, deve prima vendere, si inserisce il Milan con Paolo Maldini in primis. Sandro non ci vede più, c’è solo il rossonero nei suoi occhi: rimane composto, tranquillo, non fa trasparire nessuna emozione, ma dentro di lui vorrebbe correre sotto San Siro con la maglia del suo idolo Rino Gattuso. In nemmeno una settimana il Milan chiude la trattativa per il gioiellino, che può vestire i colori che ama da quando è un bambino.
Sandro è un ragazzo d’oro, quando c’è da scegliere il numero chiama Gattuso e gli chiede se può prendere il suo 8. Rino, da sempre legato ai colori rossoneri, acconsente senza nemmeno pensarci e gli dà qualche consiglio. E così, il 9 settembre 2020, viene ufficializzato il suo passaggio ai rossoneri. La storia di Tonali è quella di tutti i bambini che sognano di giocare nella squadra dei propri sogni. Altro che completo ufficiale del Milan: questa volta Santa Lucia ha proprio esagerato.