Per molti ragazzi già arrivare a giocare a calcio ai massimi livelli rappresenta un traguardo incredibile, un sogno che si realizza. Quando si esordisce tra i professionisti si ricordano tutti i sacrifici fatti per arrivare fino a quel momento e si pensa soprattutto a quello che sarà il futuro, sperando di poter alzare qualche coppa e poter giocare con i più grandi campioni. Con l’avvento dei videogames poi la curiosità dei giovani calciatori è diventata anche quella di vedere come vengono rappresentati nella realtà virtuale delle console più diffuse al mondo.
Il più scarso- Tutti sognano di essere rappresentanti come ottimi giocatori, capaci magari di poter migliorare nel corso del gioco e magari anche di potersi misurare con i calciatori più forti come Messi, Ronaldo e chi più ne ha più ne metta. Quando sei un giovane portiere di una piccola squadra di League Two il desiderio di vederti, anche se pur virtualmente, giocare a San Siro oppure al Bernabeu è enorme. Delle volte però l’immaginazione si scontra con la realtà e l’incontro tra le due può non essere lusinghiero. E’ il caso di Sam Sargeant diciannovenne portiere del Leyton Orient, squadra di League Two inglese, che con il suo 45 totale è il giocatore con la valutazione più bassa di FIFA 17. Per chi mastica un po’ di questo gioco, di certo non sarà un giocatore che tutti cercheranno per il loro Team ideale e neanche per rinforzare la propria Rosa durante il mercato di riparazione nel bel mezzo della carriera da allenatore. Di certo, però, per lui è già un successo essere rappresentato su un gioco così importante e famoso.
Stile- Il giovane portiere però non si è lasciato impressionare ed ha incassato con stile il colpo: “ Sono cresciuto con questo gioco e ho sempre sognato un giorno di poterci essere anche io. Anche se la mia valutazione è veramente terribile per me essere dentro a questo gioco equivale ad aver vinto un trofeo. Certo guardando le valutazioni sulle mie abilità devo dire che sono stati un po’ duri con me. Ho l’impressione che non mi comprerà nessuno nella propria squadra, tranne me stesso”. Una ironia degna di un giovane ragazzo che vive la sua avventura nel calcio professionistico come gioia e spensieratezza, consapevole di non poter mai essere un fenomeno assoluto del mondo del pallone, ma che vorrà fare di tutto per migliorarsi e magari poter dire un giorno a tutti quelli che ora lo etichettano come il peggior giocatore in circolazione, che si sbagliavano di grosso. Una storia figlia del calcio moderno e dei nostri tempi dominati dai videogiochi e dalla realtà virtuale che delle volte sostituisce e impressiona più del mondo reale. Una storia di calcio, o giù di lì, che ci strappa un sorriso e ci riconcilia con la parte più sana e divertente di questo splendido sport.