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Roulette Russa: quanto ci costa non andare ai Mondiali?

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Ok, ci siamo. E non scherziamo: tutti a tifare Italia. Chi con la mano sul cuore, chi sul portafoglio, chi sullo smartphone. Altro che gioco, questi playoff sono una vera e propria roulette…russa. Già, perché sbagliare il colpo equivale a suicidarsi. Sportivamente ed economicamente.

Mano sul cuore, tifosi e Federcalcio

I tifosi rappresentano la parte più pulita. Incarnano la passione. Trepideranno. E incroceranno le dita. La nazionale ha “bucato” solo il Mondiale del 1958. 60 anni dopo è vietatissimo concedere il bis. Anche perchè il nostro calcio non attraversa un grande momento. É senza padrone sia in serie A che in serie B. Tradotto: solo un terzo del panorama calcistico professionistico ha una dirigenza eletta. Il resto è commissariato. Quanto basta, e avanza, per alzare un polverone generato dal rotolare dello scaricabarile. Se siamo fuori dai mondiali è colpa tua, sua, loro. Ma chi se la prenderà le responsabilità? Tavecchio ha dichiarato che non partecipare ai mondiali sarebbe un’apocalisse. In caso contrario agirà “con tutti gli atti tutela degli interessi Federali?”. Ergo? Cosa significa? Dimissioni? Ribaltoni? Attenzione a Forsberg: rischia di far saltare coronarie e poltrone. Abete si dimise dopo l’eliminazione al primo turno in Brasile…


Una mano sul portafoglio: sponsor e diritti tv

L’Italia conta su un bacino d’utenza di 40 milioni di tifosi. Senza contare quanto possa essere generato da sponsor e merchandising, si parla di una cifra che, tradotta in soldoni vale 14,25 milioni di euro annui. La Nazionale incassa questi soldi, più il contratto con lo sponsor tecnico Puma (scadenza 2022) che genera 18,7 milioni a stagione. Anche Mamma Rai è particolarmente generosa con gli azzurri: versa nelle casse FIGC qualcosa come 24,7 milioni di euro annui per trasmettere in diretta ed esclusiva le immagini. Paga, dunque, circa 4 milioni a partita. Tutti soldi che rischiano di bruciarsi qualora Ventura&soci centrassero l’impresa di farsi eliminare dalla Svezia.  Anche perchè non c’è solo un divario tecnico importante. La differenza di share per la fra la qualificazione degli azzurri e una potenziale eliminazione si assesta su una forbice del 20/30%. Tantissimo in fase di contrattazione e sponsorizzazioni.

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