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Ronnie O’Sullivan: il profeta dello Snooker che tra vizi e guai vi ha portato il biliardo dentro casa

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Ronnie O’Sullivan: il profeta dello Snooker che tra vizi e guai vi ha portato il biliardo dentro casa

Ha compiuto ieri 46 anni Ronnie O’Sullivan, il fenomeno inglese dello Snooker. Un uomo fuori dagli schemi che nel corso della sua vita ha combattuto contro i suoi demoni e che grazie al tavolo verde si è saputo rialzare, regalandoci aneddoti incredibili. Vi raccontiamo la sua storia da film.

Il profeta dello Snooker

Di campioni ogni sport ne ha tanti, ma sono pochi quelli in grado di farti innamorare di quello che fanno. Portare una disciplina ad un altro livello è impresa difficile, ma quando questa non è conosciuta e non è adatta allo spettacolo c’è bisogno di un vero e proprio profeta che vada a portare il verbo casa per casa: Ronnie O’Sullivan lo ha fatto per lo Snooker. Cinque volte campione del mondo, sul tavolo verde ha fatto vedere di tutto: far saltare le biglie, cambiare mano, tirare usando un braccio solo, parlare con il pubblico durante il gioco, fermare una partita per chiedere quale fosse il premio. Lo Snooker lo ha tenuto fuori dai guai e il campione inglese ha ricambiato la sua fede diffondendola in ogni angolo della Terra a suon di spettacoli. Quando scorrendo i canali sportivi delle Pay Tv trovate tanti tornei di biliardo, sempre di più, forse vi chiedete di chi è il merito (o la colpa). Bene, non abbiate dubbi: Ronald Antonio O’Sullivan, detto Ronnie.

La vita estrema di Ronnie O’Sullivan

Ronnie “The Rocket” O’Sullivan sarebbe potuto essere tranquillamente uno di quei personaggi paradossali di un film di Guy Ritchie sulla malavita inglese. Il Razzo, questo il suo soprannome, in una pellicola come The Snatch, o Lock & Stock- Pazzi scatenati- avrebbe fatto la sua figura. La faccia e l’espressività da attore ci sono, in più la sua storia nelle ambientazioni di Ritchie avrebbe fatto da padrona di casa. O’Sullivan cresce nell’Essex e suo padre Ronald ha già deciso per lui cosa sarà da grande: un fenomeno dello Snooker. Ronnie viene al mondo letteralmente con la stecca già in mano e resta ore ed ore chiuso in casa per imparare a conoscere ogni angolo del tavolo e ogni aspetto del gioco. L’inglese pochi anni fa ha rivelato: “Sono dannatamente timido! E grazie…quando avevo 10 anni stavo tutto il giorno a giocare a biliardo da solo”. L’allenamento comunque paga perché lui diventa rapidamente un prodigio: a 15 anni è già capace di siglare la sua prima serie perfetta da 147 punti (se non avete mai visto lo Snooker fidatevi: non è facile per niente). A 17 anni, però, suo padre Ronald finisce in galera per omicidio, sua madre Maria viene arrestata per evasione. Il diciottenne Ronnie è chiamato a badare alla sorellina piccola e a mandare avanti gli affari di famiglia: ovviamente non si poteva trattare di un forno o una farmacia, i signori O’Sullivan gestivano una catena di sexy shop a Soho. Il campioncino inglese era già un ragazzo molto ribelle, ma sostanzialmente lo Snooker lo teneva abbastanza fuori dai guai. L’incarcerazione della signora Maria è il colpo di grazia, tutte le responsabilità sono sulle sue spalle e lui si perde in un giro di vizi. Prima la dipendenza da alcol, poi l’abuso di droghe, alla fine l’ossessione per il cibo e il giovane O’Sullivan finisce in depressione costretto a seguire delle terapie.

I successi di O’Sullivan

I problemi di Ronnie non passano ma il suo talento è trasparente come il vetro: a 18 anni, vince il suo primo torneo, gli UK Championships, diventando così il più giovane ad aver mai vinto un torneo professionistico di questo sport. Nel 1997 infila la serie perfetta più veloce della storia, 5 minuti e 20 secondi per fare 147 punti, colleghi e pubblico sono assolutamente increduli (ora capite perché “The Rocket”). Ronnie gioca divinamente e rompe anche tanti tabù: la sua personalità vulcanica e impertinente modella poco a poco uno sport così elegante da essere inavvicinabile. Esce piano piano dalle sabbie mobili con qualche piccola ricaduta che è parte del personaggio, ma comunque il suo talento è talmente grande che la sua carriera non ne risente. Campione del mondo per sei volte, il biliardo inglese non lo deve ringraziare per questo: se questa specialità è diventata spettacolare, appetibile per televisioni e sponsor, se è diventata praticata dai giovani, tanto è merito suo. Ha rotto tutti gli schemi possibili, ha giocato non per la gloria ma per amore di questo sport e del suo pubblico. Che ve ne siate accorti o meno, che se ne sia accorto o meno, è come se O’Sullivan avesso messo il biliardo inglese nella valigetta e fosse venuto a bussarvi mentre siete in pantofole:

Salve sono Ronnie, conoscete lo Snooker?

13 Comments

  1. Tutta veritiera la biografia, per quel che riguarda il resto, lo snooker era già uno sport spettacolare che ha visto campioni ben più forti di O’Sullivan, faceva numeri di spettatori e odiens già molto prima del suddetto. Spezzando una lancia a suo favori si può cmq dire che lui ha portato un tipo di gioco più moderno, e forse più spettacolare per chi non conosce lo snooker. Ma si parla di snooker lo dice la parola stessa, altrimenti si chiamerebbe imbucare all’impazata. Detto ciò è innegabile il talento cristallino, ma credo che non raggiungerà più i traguardi raggiunti di altri campioni.

    • A parte Steve Davis e Stephen Hendry, i quali hanno rispettivamente 6 e 7 mondiali vinti (ma in altre “ere”), lui ha “rotto” tutti i record: e’ il campione del mondo piu’ anziano dell’era moderna. Ha in assoluto piu’ serie da 147 e serie sopra i 100 punti di qualunque altro giocatore della storia dello sport. Ha vinto 7 volte il Master, (come nessun altro). Contro Carter nel 2007 ha totalizzato 5 serie sopra i 100 (di cui un 147) su un totale di 7 frame giocati. Ha realizzato un 147 sul decidinng frame contro Selby… una cosa imbarazzante.., solo a pensarla. Ha il 147 più veloce della storia.
      Sinceramente quindi non capisco chi intendi qundo parli di giocatori “ben piu’ forti” di lui… Ad Hendry una delle prime volte in cui lo ha battuto (prendendo anche lo scettro del giocatore più giovane ad aver vinto un torneo ranking.., e che ranking..), era novembre 1993 ed aveva 17 anni, finale UK Championship a Preston.
      L’era di Hendry, cioè gli anni ’90, non ha visto questi campioni… cosi’ come gli anni di Steve Davis, vale a dire gli anni ’80. In entrambi i casi cmq, lo stile di gioco è imparagonabile alla classe ed al genio di O’Sullivan, il quale ancora non ha finito di deliziarci…
      Io, personalmente, mi ritengo fortunato a vivere in questi anni in cui ho la possibilita’ di poter assistere a questo fenomeno inarrivabile.
      Fa’ ‘na cosa, dai n’occhiata a ‘sti 5 link e, dimmi chi puo’ fare altrettanto…
      https://www.youtube.com/watch?v=cvlzSBPFUsE https://www.youtube.com/watch?v=rLk71tnNxOU
      https://www.youtube.com/watch?v=P1VApsk1NOQ
      https://www.youtube.com/watch?v=kGAcV1kQ1ro
      https://www.youtube.com/watch?v=V1s9oC5ebFs

  2. Scrivo solo per ribadire che Campioni piu’ forti di O’Sullivan non ce ne sono mai stati, neppure chi ha vinto piu’ di lui :precisazione doverosa ed essenziale!

  3. Buongiorno Simone e Paolo,
    l’articolo non voleva dichiaratamente entrare nella discussione sul più forte di sempre nello Snooker. Il punto centrale era (ed è mia personale opinione, ci mancherebbe) che probabilmente il giocatore O’Sullivan insieme al personaggio O’Sullivan hanno dato a questo sport una spinta decisiva per affermarsi nell’era delle Pay TV. Ovviamente lo spazio per trattare questo argomento è molto ridotto trattandosi di un articolo, però credo che la sua presenza sia stata molto importante per far crescere interesse e movimento (ovviamente tutto questo vale solo se guardiamo lo Snooker con gli occhi di un italiano, di un francese, un tedesco ecc. ecc.).
    Questo solo per spiegare quale fosse l’intento, poi molto è opinione personale e si può sicuramente sostenere un’idea differente.
    Un saluto 🙂

  4. E’ molto interessante che si inizi a scrivere qualcosa sullo snooker anche nel nostro paese. Tutto sembra dover passare da un ossequio al buon Ronnie che, effettivamente, è il testimonial attuale indiscusso di questo sport. Negli anni 80 lo snooker era gemellato con il nome di Steve Davis, campione cristallino, britannico doc, sei volte detentore del titolo mondiale e insignito al cavalierato reale come OBE. Si è ritirato ufficialmente dalle competizioni solo quest’anno, restando un pilastro come organizzatore nella World Snooker e grande commentatore nella BBC. Davis ha traghettato lo snooker nell’era moderna e televisiva del quale Ronnie è degno erede anche se con stile e personalità agli antipodi dell’algido Steve. In ogni caso e dopo questa divagazione vorrei segnalarle che in Italia è nato e sta crescendo un movimento di snooker giocato e sentito. Abbiamo organizzato ben due campionati nazionali ed iniziato a partecipare agli europei EBSA … sarebbe bello se una penna come la sua potesse dedicare qualche riga all’epopea dello snooker nostrano. Infine complimenti per l’articolo !

  5. concordo con Simone e lo dico da grandissimo ammiratore di Hendry e Davis… Ronnie ha innalzato ulteriormente l’asticella e l’ha portata ad altezze secondo me inarrivabili per chiunque e per chissà quanto tempo.
    Poi magari alla fine non avrà vinto quanto Hendry e magari Selby arrivato a fine carriera avrà vinto più mondiali di lui (quanto invidio la forza mentale del Jester…), ma qualunque appassionato di questo sport sa che Ronnie è qualcosa di diverso, è una sorta di alieno venuto sulla Terra per deliziarci col suo snooker divino.
    Se devo fare un paragone con un altro sport dico Roger Federer, stessa classe, stessi colpi impossibili, stesso stile e stessa genialità inarrivabile.

  6. Ahahahahah hai centrato la tua previsione….ad oggi 29.03.2019 The rocket ha vinto 36 tornei, eguagliando un altro mostro della categoria, Stephen Hendry, da Ronnie definito il più grande giocatore di snooker. Ha fatto 1007 serie da 100 punti, 15 maximum break, ha un controllo della battente superiore a chiunque. Il più grande talento della storia di questo sport insieme al già citato Hendry, Jimmy White ed Alex “the hurricane” Higgins. Non fosse stato discontinuo a causa forse di una mente bipolare (molti lo chiamano neuro’sullivan) avrebbe vinto a mani basse tutti i tornei contro qualsiasi avversario. Se a 44 anni è tornato il numero 1 al mondo (dopo ben 9 anni), ridicolizzando due volte Robertson e disponendo facilmente di Trump (da molti definito suo erede), vuol dire che stiamo parlando di un fenomeno paragonabile ne suo sport a Federer, Messi, Cristiano Ronaldo, Usain Bolt e io ci aggiungerei anche Pantani. Gente nata per emozionare il genere umano appassionato di sport. Certo, ci sono e ci sono stati altri grandissimi…ma tu dimmi Simone se ti emoziona Selby, oppure John Higgins. Da appassionato di biliardo e di snooker, ti posso dire che mi diverto a guardare solo Williams e Trump. E mi fanno simpatia i cinesi Fu e Jun Hui. Un saluto

  7. Mi è piaciuto l’articolo !
    Si ! Sono uno dei tanti ad esser stato ammaliato da “the rocket”.
    Poi, dopo un po’, essendo troppo facile seguire Ronnie e le sue performances, la mia innata curiosità mi ha fatto scoprire altri “mondi”.
    In effetti, in Asia, lo snooker va alla grande come vanno alcuni giocatori ivi nati.
    Ding, a mio parere potrebbe essere preso come esempio.
    Mi piace la sua “compostezza” nel giocare.
    Grazie a YT ci si può sbizzarrire in videos accattivanti e uno buon canale (almeno per me) è quello di Cesar Muroya. Ci sono capitato per caso e la mia snooker-curiosity è stata appagata.
    Per ritornare all’articolo suesposto, concordo con le frasi essenziali in esso esposte.
    Ronnie, infatti, con il suo modo fantastico di giocare e complici alcune scenette ilari, ha sicuramente contribuito a far conoscere maggiormente lo snooker.
    In alcuni casi ha magari sviluppato in alcune persone una “passione” finora sconosciuta per un gioco fantastico e SILENZIOSO…💚👍

  8. Mi sono innamorato di questo gioco per Ronnie lui è il centro di attrazione il grandissimo ha tutto
    Pure sangue italiano da parte di madre.
    I Beatles . George Best e O’Sullivan.

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