Roma non avrà le Olimpiadi ma abbiamo, o meglio, avremo lo stadio della Roma. Ottimo, quindi possiamo ricominciare a parlare dello sport della gente.
Roma è uno dei comuni più verdi d’Europa, se non del mondo, e questo dovrebbe naturalmente significare una grande quantità di spazi all’aperto a disposizione di chi vuole, o vorrebbe, muoversi liberamente nella natura. Gli spazi ci sono ma sulla loro fruibilità e sicurezza c’è molto da dire e quindi, purtroppo, potersi muovere all’aperto in un ambiente attrezzato, manutenuto, sicuro e fruibile a tutti sta diventando un privilegio per pochi.
Il Dipartimento Ambiente Capitolino è molto più famoso per le “scorribande” legate a Mafia Capitale che per la gestione e la programmazione efficace del verde. Non c’è, a oggi, nessuna traccia di una possibile collaborazione tra l’Assessorato all’Ambiente e quello allo Sport su come poter rendere fruibili spazi all’aperto attrezzati per il movimento e il benessere. Questo non è mai stato fatto, se non a spot, neanche nel passato prossimo o remoto. Esistono qui e là delle piccole palestre all’aperto frutto di qualche sponsorizzazione sporadica da parte di aziende del settore, percorsi natura carenti di manutenzione e sentieri per correre, risultato di passaggi ripetuti di cocciuti runners piuttosto che di una tracciatura adeguata.
E pensare che ci vorrebbe tanto poco per avere una popolazione in salute e attiva. I politici, con le loro scelte, avrebbero la possibilità di influenzare positivamente l’ambiente in cui crescono i nostri figli, in cui viviamo. Con pochi soldi e senza nessun impatto ambientale lascerebbero un segno nella vita dei cittadini. Ma così non avviene. Il verde è visto troppo spesso come un colore e non come vita. Il verde è visto troppo spesso come un’occasione per un taglio di nastro senza pensare quasi mai a come fare per farlo vivere.
La città ideale, e Roma lo potrebbe essere, dovrebbe avere – oltre a chilometri di vere piste ciclabili, frutto di una rete che dal piccolo quartiere si propaga all’intera città – innumerevoli “spazi” di sport, dai più piccoli parchi verdi alle grandi ville storiche. Playground polivalenti, attrezzature per il fitness e percorsi per runners e bikers, con il solo costo della manutenzione, si potrebbe fare sport low-cost. Attraverso la sussidiarietà orizzontale presente nel nuovo codice degli contratti, fruendo del partenariato pubblico-privato, si potrebbe stimolare la cittadinanza “attiva” a prendersi cura di queste aree, facendole diventare un pilastro fondamentale di un nuovo uso degli spazi verdi come un vero ed insostituibile servizio pubblico.
[…] obbligo da portare a termine entro i 12 mesi dall’iscrizioneanagrafica del nuovo nato al fine di implementare le aree green cittadine e contrastare […]