Alla fine venne il giorno. Dopo mesi di attesa, e un’aria sempre più pesante sull’argomento, ieri è arrivato il “no” alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024. Attraverso una conferenza stampa, Virginia Raggi ha ribadito il suo parere negativo sulla corsa a cinque cerchi per la Capitale, sottolineando come l’eventuale proseguimento dell’iter sarebbe stata una “scelta irresponsabile”, definendo i Giochi “Olimpiadi del mattone”, della speculazione edilizia, con i debiti che andrebbero a gravare sulla popolazione romana, già soffocata da una situazione insostenibile. E richiama i Mondiali di Nuoto del 2009.
Dall’altra parte della contesa, Giovanni Malagò, che accusa la Raggi di aver disertato il famoso incontro previsto per ieri pomeriggio al quale la Sindaca non avrebbe partecipato per sopravvenuti impegni. “Noi ce ne andiamo” queste le parole del numero 1 del Coni, uscendo dal Campidoglio dopo l’appuntamento mancato. Continua poi invitando i membri della Giunta capitolina a non votare la mozione che darebbe formalmente rilevanza al ritiro della candidatura. “Se ne assumeranno la responsabilità“, l’anatema lanciato da Malagò verso coloro che voteranno a favore. A pesare sulla scelta, i soldi già spesi per la candidatura(si parla di 11 milioni), che andranno bruciati, e la spesa che dovrà essere sopportata per le opere infrastrutturali che dovranno essere fatte in occasione dei prossimi Europei itineranti del 2020 dove Roma ospiterà alcune gare e l’Anno Giubilare del 2025. Lavori che, in caso di Olimpiadi nella Capitale, sarebbero stati coperti dai fondi del Cio, e che invece ricadranno sul bilancio comunale. Su questo aspetto punta molto Malagò, il quale dopo il mancato incontro con la Raggi ha sentito il Premier Renzi e con lui avrà un incontro per cercare di risolvere la situazione.
Emerge, quindi, un ultimo tentativo del Coni: la possibilità di nominare un commissario governativo straordinario che mandi avanti la candidatura. Malagò che prima aveva scartato questa ipotesi adesso potrebbe fare un passo indietro, anche se sull’argomento aveva le idee chiare: “Un commissario governativo che mandi avanti la candidatura? Tecnicamente è possibile, ma, così, daremmo una brutta immagine di noi al Comitato Olimpico Internazionale“.
Il braccio di ferro non è del tutto finito, in attesa della ratifica ufficiale del Comune di Roma.