Ventiduesima giornata spezzettata come al solito (questa sera si disputeranno Bologna-Napoli, Milan-Spezia e Fiorentina-Genoa). La prima tranche verteva sul posticipo serale tra Atalanta e Inter, coi bergamaschi in bilico precario tra il desiderio di accorciare la distanza dalla vetta della classifica e la necessità di coprire il disagio delle assenze (ben sette). Dal canto suo la squadra di Inzaghi aveva nelle intenzioni la voglia di proseguire un cammino che, dopo l’1-1 nel derby, si era lastricato di otto vittorie consecutive. Ne è venuta fuori una partita intensa, giocata con vigore a tutto campo e ricca di occasioni che hanno permesso a Musso e Handanovic di essere protagonisti assoluti. Lo 0-0, affatto noioso, a livello di morale regala qualcosa in più ai ragazzi di Gasperini, volitivi nel sapere sopperire al meglio alla falcidia che infortuni e Covid hanno imposto alla rosa atalantina. L’Inter guarda al posticipo di stasera tra Milan e Spezia con probabile apprensione: in caso di vittoria i rossoneri tornerebbero primi in classifica, seppur con una gara in più giocata. Ulteriore testimonianza di una stagione che non sembra avere un unico padrone.
La frazione di campionato si era aperta con la vittoria a Marassi del Torino, che nell’ultimo mese ha fatto punti con chiunque tranne che con l’Inter a Milano. I granata sembrano aver assimilato pienamente il verbo di Juric paradossalmente proprio da quando Belotti si è infortunato, esprimendo un gioco che trova forza nella spinta energica di Singo, nelle soluzioni proposte da Vojvoda e Brekalo e nell’efficacia garantita da Praet, che sigilla il risultato con un gol che ha un sapore amatoriale, visto il buco nella rete nel quale si infila il pallone quasi a voler ricordare l’essenza primordiale del calcio: quella di un gioco che appartiene all’entusiasmo e alla fantasia, non soltanto di chi lo gioca. Alla felicità dei granata fa da contraltare la crisi della Samp, che sta per licenziare D’Aversa: dopo l’esonero di Shevchenko nel Genoa, sotto la Lanterna i nuovi apparati societari cercano di far partire dalle rispettive panchine una reazione tecnica necessaria per rimanere protagonisti nel gran teatro della serie A.
L’impatto ingombrante del Covid ha reso il match tra Salernitana e Lazio poco più che un allenamento infrasettimanale per i biancocelesti, per i quali sugli scudi vanno Immobile, al diciassettesimo gol nel torneo, e Lazzari, la cui esultanza ha assunto toni rabbiosi che sanno di polemica. Al di là della situazione contingente, il lavoro che aspetta Walter Sabatini per dare ai campani delle chances di rimanere nella massima divisione non è di poco conto. L’entusiasmo della nuova società e del pubblico potranno dare quella spinta necessaria per irrigare il seme della speranza.
Esultanza polemica anche a Torino, dove la Juventus raccoglie altri tre punti importanti nella rincorsa alla zona Champions contro un’Udinese che paga oltremodo dazio alla pandemia. Dybala, subito dopo il gol e nelle interviste post partita, segnala in parole e opere un “disagio” nei confronti della trattativa per il rinnovo contrattuale che increspano le acque in casa bianconera. Le note di campo, invece, segnalano la ripresa consolidata a buoni livelli di De Sciglio, che solo sotto l’ala protettrice di Allegri sembra riuscire a sviluppare un potenziale spesso frenato da infortuni e incertezze caratteriali. Mentre in mezzo al campo il dinamismo e le incursioni offensive di McKennie confermano quanto il calcio non sia più un patrimonio esclusivo della scuola europea e di quella sudamericana.