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Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (ventesima giornata)

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Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (ventesima giornata)

Anno nuovo ma, nella calza della Befana, il campionato ritrova un carbone dal sapore stantio: quello del Covid, che porta prima a stadi nuovamente a capienza dimezzata e poi all’annullamento di quattro partite. Nella confusione dettata dalla mancata armonizzazione tra norme sportive e disposizioni amministrative è assolutamente necessario che gli organi competenti trovino una sintesi regolamentare che faccia definitivamente chiarezza sulle procedure da seguire nel caso di contagi avvenuti all’interno delle squadre: al secondo anno di pandemia non è plausibile che il campionato rischi di essere falsato per via dell’incertezza nella quale si sono districati finora ASL, Federazione e Lega.

Le cose di campo portano ad analisi diverse, soprattutto guardando il fondo della classifica, dove le squadre rossoblù trovano nella loro personale calza la luce della speranza. Il Cagliari, infatti, torna a celebrare la vittoria dopo quasi tre mesi: la prima volta era stato proprio contro la Sampdoria, che evidentemente nutre particolari simpatie verso gli isolani. Il Genoa, atteso da una prova difficile a Sassuolo, si aggrappa alla vena ritrovata del suo uomo migliore, Mattia Destro, per uscire dal campo con un risultato poco prevedibile alla vigilia. Anche per Shevchenko il 2022 si apre con un filo di ottimismo sul quale provare a costruire l’inseguimento della salvezza.

Dopo gli inciampi di inizio dicembre, il Milan sembra aver ritrovato la vena migliore per rimanere nella scia dell’Inter, avvicinata nel punteggio per via del rinvio della partita col Bologna dei nerazzurri. La vittoria sulla Roma arriva pur in mancanza di molti titolari in un match che esalta la forza del gruppo plasmato da Pioli e le qualità di Maignan, portiere che è riuscito a far dimenticare in fretta un colosso come Donnarumma. In mezzo ci sono il talento di Messias e Diaz, la maturazione di Tonali, la solidità di Bakayoko, l’esperienza di Ibrahimovic e la devastante freschezza di Leao. Uomini, questi ultimi, che, subentrati dalla panchina, hanno dato la dimensione della profondità della rosa. D’altro canto la Roma si diletta con particolare efficacia nel manifestare uno dei tratti salienti del suo DNA: quello del masochismo. Regalare due reti in poco più di quindici minuti a un avversario come il Milan indirizza la partita sui binari del nervosismo e delle recriminazioni (quand’anche giustificate), percorso che porta quasi inevitabilmente alla sconfitta. Appurato che, per la squadra di Mourinho, la zona Champions è solo una chimera, gli interventi sul mercato di gennaio appaiono indispensabili per provare a raggiungere la qualificazione in Europa League, fortemente insidiata dalla concorrenza di Juventus (prossima avversaria domenica), Fiorentina e Lazio.

Anche i biancocelesti, in un’inopinata gara a distanza coi “cugini”, affogano le possibilità di vincere contro l’Empoli subendo due gol a inizio partita. L’assimilazione dei principi di gioco di Sarri appare un processo irto di difficoltà per una squadra abituata da (troppi?) anni a esprimersi diversamente. Ad Andreazzoli va il merito di essere riuscito a dare ai toscani un’identità che porta risultati e ne evidenzia il valore che in passato si era visto riconoscere quasi esclusivamente dagli addetti ai lavori.

La giornata si è conclusa con il pareggio tra Juventus e Napoli che poco ha potuto aggiungere alle valutazioni già fatte in passato sui due club e la loro classifica. I bianconeri hanno inutilmente provato a fare quel salto di qualità che non sembra essere nelle corde della squadra. Anche se, rispetto a inizio campionato, le prestazioni sono oggi accompagnate da una migliore rabbia agonistica che ovvia parzialmente alle mancanze strutturali. Il Napoli, pur in emergenza Covid, mostra idee di gioco che testimoniano un’estetica funzionale al risultato che è il marchio di fabbrica del lavoro di Spalletti. In attesa del rientro dei big la miglior garanzia per poter continuare ad alimentare i sogni.

Giornalista e scrittore, coltiva da sempre due grandi passioni: la letteratura e lo sport, che pratica a livello amatoriale applicandosi a diverse discipline. Collabora con case editrici e redazioni giornalistiche ed è opinionista sportivo nell’ambito dell’emittenza televisiva romana.
Nel 2018 ha pubblicato il romanzo "Ci vorrebbe un mondiale" – Ultra edizioni. Nel 2021, sempre con Ultra, ha pubblicato "Da Parigi a Londra. Storia e storie degli Europei di calcio".

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