/

Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (trentunesima giornata)

Inizia la lettura
/
5 mins read

Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (trentunesima giornata)

C’è un filo sottile che lega le partite del weekend appena trascorso alle vicende della Nazionale. A partire da Lazio-Sassuolo, dove nella convincente vittoria della squadra di Sarri balza all’occhio l’assenza dal tabellino dei marcatori di Ciro Immobile, che riflette una prestazione generosa ma insolitamente imprecisa nelle conclusioni. Come se anche nel suo club di appartenenza l’attaccante campano abbia vissuto un riflesso della sua storia con la nazionale. Sempre all’Olimpico pure quelli che dovrebbero essere gli attaccanti del futuro, Scamacca e Raspadori, passano senza incidere su una gara che riporta convinzioni di gioco e punti ai biancocelesti mentre a Salerno al Gallo Belotti servono ben due rigori prima di poter realizzare uno striminzito gol che affossa in maniera quasi definitiva le velleitarie speranze di salvezza dei padroni di casa. Trovare attaccanti che possano dare efficacia alla manovra dell’Italia è il problema principale al quale Mancini dovrà porre rimedio anche nella costruzione della nazionale dei prossimi mesi.

A Torino, poi, cosa rimane del derby d’Italia se al calcio d’inizio su ventidue giocatori solo cinque sono eligibili a vestire la maglia azzurra? La mancata qualificazione ai mondiali allunga le sue ombre e affonda le sue radici in ciò che, settimana dopo settimana, osserviamo accadere nella nostra serie A. L’abbandono dei vivai alla logica della convenienza più che dell’investimento sui giovani italiani, le contrapposizioni all’interno della Lega e gli obiettivi divergenti tra questa e la Federazione hanno prodotto nel corso del tempo ben due eliminazioni alla fase finale dei mondiali e l’incapacità di affermarsi nelle coppe europee da oltre un decennio. Abbiamo vinto un Europeo, si dirà: vero. Ma quel successo è stato il frutto soprattutto delle idee di un tecnico che, lavorando con passione su un gruppo di ragazzi consapevoli dei propri limiti, ha dato vita a una sorta di miracolo sportivo che, in quanto tale, ha beneficiato di quel pizzico di buona sorte che nel giro di pochi mesi è stato restituito appieno.

Torniamo così, forse mestamente, a immergerci nelle vicende del nostro campionato, che mai come quest’anno si manifesta incerto nello scorrere delle posizioni sia per la lotta scudetto che per quella della qualificazione alle coppe europee della prossima stagione. L’importante è farlo nel modo appropriato, riuscendo a contestualizzare un torneo che non riesce a trovare la formula giusta per eliminare il divario che lo distanzia dalla Premier League, dalla Liga e dalla Bundesliga. In questo senso, Juventus-Inter forse è riuscita a regalare le tracce sulle quali muoversi per costruire un futuro più roseo. A cominciare dal ritmo evidenziato dalla partita, sempre intenso dal primo all’ultimo minuto, per arrivare alla sostanziale correttezza dei giocatori in campo che, nonostante la tensione della sfida e la sentitissima rivalità, hanno mantenuto atteggiamenti accettabili anche nelle situazioni più delicate dal punto di vista nervoso. Passando per una direzione di gara nella quale Irrati ha saputo mettere da parte il dogma dell’infallibilità personale, gestendo abilmente una squadra di cui l’arbitro è solo il giudice ultimo che si avvale al meglio dei contributi apportati da Var e guardalinee.

La cronaca suggerisce qualche abbozzo di verità. La sconfitta contro l’Inter sembra togliere alla Juventus le poche possibilità di effettuare una rimonta al vertice che avrebbe avuto dell’incredibile; della Salernitana si è già accennato in precedenza mentre la lotta per il quinto posto è più incerta che mai, con le romane che sembrano finalmente capaci di esprimere le idee dei loro tecnici con continuità e l’Atalanta in difficoltà in assenza di Zapata. Stasera tocca al Milan dimostrare di essere una capolista senza sbavature.

Giornalista e scrittore, coltiva da sempre due grandi passioni: la letteratura e lo sport, che pratica a livello amatoriale applicandosi a diverse discipline. Collabora con case editrici e redazioni giornalistiche ed è opinionista sportivo nell’ambito dell’emittenza televisiva romana.
Nel 2018 ha pubblicato il romanzo "Ci vorrebbe un mondiale" – Ultra edizioni. Nel 2021, sempre con Ultra, ha pubblicato "Da Parigi a Londra. Storia e storie degli Europei di calcio".

Articoli recenti a cura di