Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (trentesima giornata)
Trentesima tappa del campionato che non porta scossoni nel gruppetto di testa ma semina un dubbio: cosa succede all’Inter? Nelle ultime sette partite ha saputo vincere da par suo esclusivamente contro la Salernitana in casa. Poi solo pareggi e sconfitte che sembrava potessero trovare un momento di riconversione verso una marcia più consona a una squadra candidata alla vittoria finale dopo la brillante prestazione esibita ad Anfield Road. Invece sono giunti altri due pareggi contro avversari ostici ma non insuperabili (Torino e Fiorentina) che hanno precluso ai nerazzurri la possibilità di recuperare la prima posizione in classifica anche ipotizzando come acquisiti i tre punti della partita che devono ancora disputare col Bologna. Appare in riserva di energie la squadra di Inzaghi, forse più mentali che fisiche: poca brillantezza, minor determinazione e l’assenza di Brozovic a incurvare ulteriormente l’assetto di forza che fino a poche settimane fa faceva apparire l’Inter come la formazione più accreditabile per la vittoria dello scudetto. Ovviamente nulla è perduto: il tempo per recuperare c’è e l’appannamento di forma che ha colto i nerazzurri è un malessere che, da qui al termine della stagione, può colpire anche Milan e Napoli. Ma al momento il passo delle rivali è più regolare, col Milan che anche a Cagliari trova una vittoria senza fiocchi e con qualche brivido e il Napoli che ribalta col bel gioco e la vena debordante di Osimhen una partita che poteva diventare scivolosa.
Dopo le critiche da sopportare per l’uscita dalla Champions, la Juventus fa sentire il vento della sua risalita regolando senza discussioni la Salernitana mentre il derby di Roma trova il suo vincitore già dopo ventidue minuti: il tempo necessario a Tammy Abraham (sempre più decisivo) per fare una doppietta che manda in visibilio i suoi tifosi. La Lazio si concede praticamente senza scendere in campo mentre i giallorossi, per la prima volta, si dimostrano al 100% made in Mourinho. Se il 21 aprile è il natale di Roma, il 20 marzo 2022 potrebbe essere quello della squadra che ha davvero in mente il tecnico portoghese.
Nella schiacciante vittoria di un Sassuolo ormai da qualche settimana in folgorante stato di grazia occhieggiano anche i barlumi delle speranze mondiali di Roberto Mancini: con una lussureggiante doppietta Berardi raggiunge i 100 gol in serie A mentre Scamacca appone il sigillo finale a una partita nella quale lo Spezia, approssimativo come le improbabili divise arancioni con cui è sceso in campo, riesce a resistere solo un tempo. Sono loro due gli attaccanti più in forma sui quali potrà contare la nazionale nella settimana decisiva per le qualificazioni alla Coppa del Mondo.
Profuma di serie A la vittoria casalinga del Genoa sul Torino, sbloccata grazie a un occasionale rimpallo sotto porta e conservata nonostante l’inferiorità numerica con cui i rossoblù hanno dovuto affrontare il match dal 24’ del primo tempo. Un risultato frutto della consueta sterilità offensiva della squadra di Blessin e dell’altrettanto consolidata efficacia della fase difensiva, coadiuvate dalla prestazione poco avvincente dei granata, piuttosto usuali quando incontrano compagini alla loro portata.
Per finire, un’ultima nota in chiave nazionale. Il campionato, dopo i mesi iniziali nei quali ci aveva abituati a partite più gradevoli, frutto di ritmi di gioco elevati e di atteggiamenti tattici orientati all’offensivismo, è tornato a presentare letture di calcio sotto ritmo, ruminate più che ragionate, prive della brillantezza che, per proprietà transitiva, sembrava soffiasse sulla serie A dopo il magico Europeo degli azzurri, sfioriti a loro volta sotto la nube talvolta tossica della vittoria. Dobbiamo augurarci che sia ancora una volta la nazionale a rialzare i toni del calcio italiano, che non può permettersi di mancare per la seconda volta consecutiva la qualificazione alla fase finale dei mondiali. Ecco perché, all’inizio di questa settimana decisiva, quella che solitamente è un’incitazione assume anche le vesti di una preghiera: forza Italia!