Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (trentatreesima giornata)
Nello sprint che prelude al traguardo dello scudetto siamo all’imbocco del curvone finale. Le milanesi spingono sull’acceleratore con le disponibilità di energie fisiche e nervose di quest’ultimo scorcio della stagione mentre il Napoli è il competitor che mostra maggiore affanno.
Il doppio turno casalingo che avrebbe dovuto facilitare impegni difficili ma non proibitivi come quelli che il calendario prevedeva contro Fiorentina e Roma accresce di un punto striminzito la classifica dei partenopei, che vedono allontanarsi la vetta in un momento dell’anno nel quale sono quasi impossibili i margini per recuperare. Contro la Roma gli azzurri giocano un discreto primo tempo nel quale non sono capaci di capitalizzare le difficoltà palesate dai capitolini sul settore sinistro del campo. La ripresa è quasi un monologo degli uomini di Mourinho, determinati fino all’ultimo respiro a recuperare un risultato che, con maggior lucidità, avrebbero potuto anche ribaltare. Il lavoro del tecnico portoghese sembra aver finalmente attecchito: i giallorossi hanno una determinazione assoluta nella ricerca della vittoria (un’anomalia alle latitudini di Trigoria) che rende irriconoscibili giocatori che, appena dodici mesi fa, si scioglievano facilmente davanti alle prime asperità. Una “garra” che è mancata al Napoli, apparso incapace di sostenere la pressione mentale che assedia inevitabilmente le squadre coinvolte nella lotta per lo scudetto. Il pareggio di ieri ha le sembianze di una sentenza per gli uomini di Spalletti, le cui residue speranze di recupero sono appese al filo del doppio confronto Roma-Milano del prossimo weekend.
I rossoneri mettono in mostra resilienza più che forza: sbloccano il match col Genoa nei primi minuti, il minimo sindacale per poter galleggiare senza troppi patemi fino al raddoppio nel finale che rende più rotondo un risultato indispensabile. La squadra non è più brillante come nei mesi passati, con l’ormai abituale problematicità ad essere efficace in fase realizzativa che ne condiziona il rendimento. Ma la vittoria, in questo momento, è davvero l’unica cosa che conta e lo spirito di gruppo dei ragazzi di Pioli non sembra essere scalfito dalle difficoltà recenti. Da valutare se il probabile passaggio di proprietà possa influire sulla concentrazione verso l’obiettivo finale.
Dopo la vittoria di Torino, l’Inter appare più sicura dei propri mezzi, consapevole anche del fatto che, con una partita in meno, può essere lei la virtuale capoclassifica. A La Spezia la sua prestazione è convincente, mai in bilico dopo un iniziale svarione che promette ai padroni di casa una partita che non ci sarà. La squadra di Inzaghi sembra tornata ad essere quella che nella fase centrale della stagione pareva non dover avere rivali, che macina gioco e risultati in scioltezza. Il derby di Coppa Italia ripropone nella bruciante sfida a eliminazione diretta un duello che avrà a livello psicologico più di una implicazione anche sulle prossime gare di campionato.
Insipidi i pareggi di Juventus e Lazio mentre è ormai conclamata la crisi dell’Atalanta che, nonostante il rientro di Zapata, raccoglie l’ennesima sconfitta casalinga contro il solido Verona.
La lotta per la salvezza si accende solo del respiro del Cagliari, tornato a vincere dopo cinque sconfitte consecutive, e della fiammata della Salernitana, che dopo l’ottima prestazione della scorsa settimana a Roma si ripete con maggior fortuna a Marassi, togliendo alla Samp il diritto alla tranquillità. Per i granata il calendario non è impossibile: sognare la salvezza non è un reato.