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Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (trentaduesima giornata)

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Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (trentaduesima giornata)

Sono ormai evidenti le zone della classifica che alimenteranno l’interesse della fase finale del campionato: quella delle prime tre posizioni, dalla quale emergerà il nome del vincitore; il segmento tra il quinto e l’ottavo posto, che permetterà l’accesso alle competizioni europee minori; e la zona retrocessione, che in prospettiva sembra la meno propensa a dispensare sorprese. Milan, Inter e Napoli restano racchiuse nello spazio di due punti anche se con scenari emotivi che sembrano variare rapidamente ogni settimana in funzione dei risultati. E non c’è dubbio che il Milan, dopo i due ultimi pareggi a reti inviolate, vede calare l’entusiasmo che ne spingeva la corsa dopo l’importante vittoria ottenuta a Napoli un mese fa. Qualcosa si è inceppato nell’efficacia del gioco dei rossoneri, che si palesa soprattutto nell’incapacità di segnare: nelle ultime sei partite, Coppa Italia inclusa, sono stati solo tre i gol realizzati dalla squadra di Pioli. E’ vero che la difesa non ne ha subiti, ma in questa parte della stagione le vittorie servono più dei cleen sheet. Stanchezza? Affanno causato dall’obiettivo che si profila all’orizzonte? Eccessivo peso della mancanza di Ibrahimovic, con ciò che ne consegue a livello di leadership?

Forse un insieme di concause dalle quali trae profitto l’Inter, che trasforma il Verona in una squadra di facile sottomissione. Si sa, invece, quanto non sia semplice abbattere le resistenze gialloblù. Ma la partita di Milano offre una versione rigenerata dei nerazzurri ai quali, sull’onda dell’euforia portata dalla vittoriosa trasferta di Torino, è sufficiente un primo tempo potente per chiudere la partita. Ai veneti, probabilmente intimoriti dalla prova di San Siro e sorpresi dalla forza soverchiante espressa dai padroni di casa, non basta un secondo tempo col baricentro più avanzato per rimettere la gara in discussione.

La Fiorentina è nuovamente indigesta per le ambizioni del Napoli. I partenopei, dopo la pesante sconfitta rimediata in casa in coppa Italia, inciampano ancora sulla formazione di Italiano, che sfodera una prestazione eccellente fatta di ingredienti di prima qualità: concentrazione, tecnica, personalità. Agli azzurri sembra pesare psicologicamente l’importanza della partita, nella quale sono costretti a inseguire già alla mezz’ora del primo tempo. Sono novanta minuti in cui la sconfitta dei viola non appare mai essere una possibilità concreta, che esaltano la loro corsa per l’Europa e assestano un duro colpo al morale del gruppo di Spalletti nella giornata in cui la Juventus torna a vincere senza discussioni sul campo di un Cagliari ormai alla quinta sconfitta di fila. Buon per i sardi che, alle loro spalle, né il Venezia (al sesto risultato negativo consecutivo) né il Genoa, caduto fragorosamente a Marassi davanti a una Lazio brillante e determinata nel castigare ogni errore dei rossoblù, si dimostrano capaci di approfittare della loro staticità di classifica.

In coda al segmento di squadre che combattono per entrare nell’Europa dei cadetti si trova l’Atalanta che, nonostante il rientro di Zapata, perde contro il Sassuolo, a ulteriore conferma, al di là del valore dei neroverdi, di quanto pesi sui risultati del campionato la gestione degli impegni europei che si celebrano il giovedì sera. Lo sa bene anche la Roma, che rimane col respiro bloccato fino all’ultimo per battere una Salernitana brillante e coraggiosa: decisivi gli ingressi in campo dei “panchinari” e i gol di due giocatori che in Norvegia non hanno giocato (Perez) o hanno disputato pochi minuti (Smalling), evidentemente più freschi e lucidi dei compagni che col Bodo Glimt avevano assaggiato la durezza dei campi sintetici. Il dolore di Sabatini a fine partita dimostra quanto i campani credano ancora alla salvezza.

Giornalista e scrittore, coltiva da sempre due grandi passioni: la letteratura e lo sport, che pratica a livello amatoriale applicandosi a diverse discipline. Collabora con case editrici e redazioni giornalistiche ed è opinionista sportivo nell’ambito dell’emittenza televisiva romana.
Nel 2018 ha pubblicato il romanzo "Ci vorrebbe un mondiale" – Ultra edizioni. Nel 2021, sempre con Ultra, ha pubblicato "Da Parigi a Londra. Storia e storie degli Europei di calcio".

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