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Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (trentacinquesima giornata)

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Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (trentacinquesima giornata)

Il Milan si impone a San Siro con la mentalità giusta. La sfida con la Fiorentina era tutto tranne che facile: la necessità di vincere senza conoscere il risultato dell’Inter, i viola reduci, tra campionato e Coppa Italia, da tre sconfitte consecutive e in piena corsa per l’accesso alle coppe europee della prossima stagione, rischiavano di attorcigliare i rossoneri nelle spire dell’ansia. E se il risultato non è un inno di gloria, la prestazione ha detto altro perché la squadra di Pioli, nelle difficoltà di una partita nella quale i ragazzi di Italiano sono tornati a esprimere le loro buone qualità, ha espresso nervi salvi e una concentrazione verso l’obiettivo finale che l’hanno fatta andare oltre gli ostacoli sistemati sul campo dalla positiva organizzazione di gioco dei toscani. Più del valore dei singoli, tra i quali va ricordato un Maignan decisivo quando il risultato era ancora in parità, ha inciso la volontà di vincere a tutti i costi che ha manifestato il collettivo, accompagnato dal tifo incessante di tutto San Siro dal primo all’ultimo minuto. Un’unità di intenti tra squadra e ambiente che potrà essere decisiva. Tra le osservazioni di carattere tecnico va segnalata la buona conduzione di gara dell’arbitro Valeri.

L’Inter ha risposto da par suo con una vittoria messa al sicuro già nel primo tempo, nel quale la squadra ha riaffermato una superiorità di forza che, se non dovesse portarla allo scudetto, troverebbe giustificazione nel DNA storicamente umorale del club, che anche in passato è costato più di una mancata conquista. Questo duello finale è la sfida tra la forza del desiderio milanista e quella del potere tecnico nerazzurro.

Nella tennistica vittoria del Napoli col Sassuolo (imbarazzante l’approccio al match degli emiliani) rimane da riflettere sui limiti di mentalità degli azzurri, scomparsi dalla lotta scudetto pur avendo le qualità per prendervi parte fino alla fine.

Il pareggio della Roma è interlocutorio e finale: accorcia la classifica delle contendenti all’Europa League (che, in caso di risultato positivo questa sera dell’Atalanta, vede quattro squadre compresse in tre punti) e chiude il novero delle partecipanti alla prossima Champions, con Juventus e Napoli che si aggregano alle milanesi.
Altre considerazioni sulla zona retrocessione, nella quale il Venezia, con la sconfitta accusata contro la Juventus, ha quasi salutato una serie A alla quale anche il Cagliari sembra non tenere più di tanto. Il match fratricida della Lanterna ha dato un ulteriore colpo alle vaghe speranza del Genoa, il cui protagonista negativo, dopo tante battaglie, è stato il capitano Criscito, che ha sbagliato un rigore pesantissimo proprio sotto la sua curva. Il calcio vive di emozioni anche crudeli come quella che ha bloccato il risultato di un derby che, se fosse finito in parità, avrebbe ancorato anche la Samp a un abbraccio letale che avrebbe steso un velo di angoscia calcistica su tutta la città. Lasciando da parte la retorica spesso stucchevole sui giocatori che sbagliano i rigori, l’immagine di sport più bella arrivata da Marassi è quella di Quagliarella che, a fine partita, è andato ad abbracciare il “tragico” protagonista della partita.

Sempre in Liguria, qualche chilometro più a sud della riviera di levante, un altro capitano si è preso le luci (positive) della ribalta, regalando negli ultimi minuti la vittoria alla sua squadra: Francesco Acerbi. Grazie a lui la Lazio espugna La Spezia e ritorna in testa, insieme alla Roma, al gruppetto in corsa per l’ingresso in Europa League. Tribolato il suo percorso in questa seconda parte di stagione: aspramente criticato per qualche affermazione troppo sincera e sfortunato protagonista nel gol che ha regalato la vittoria al Milan la scorsa settimana, Acerbi ha risposto sul campo a chi, negli ultimi tempi, l’aveva messo in croce. Il modo migliore per riaffermare una dignità e un coraggio che il giocatore ha dimostrato in situazioni della vita ben più importanti. Ma il suo gol solleva una furia di polemiche per via delle modalità con cui si è concretizzato dal momento che, regolamento alla mano, sembrerebbe stato realizzato in posizione di fuorigioco. La decisione di convalidarlo necessita di una spiegazione da parte del designatore Rocchi: errori arbitrali sulla rilevazione dell’offside, in tempi di Var, sono inaccettabili.

Giornalista e scrittore, coltiva da sempre due grandi passioni: la letteratura e lo sport, che pratica a livello amatoriale applicandosi a diverse discipline. Collabora con case editrici e redazioni giornalistiche ed è opinionista sportivo nell’ambito dell’emittenza televisiva romana.
Nel 2018 ha pubblicato il romanzo "Ci vorrebbe un mondiale" – Ultra edizioni. Nel 2021, sempre con Ultra, ha pubblicato "Da Parigi a Londra. Storia e storie degli Europei di calcio".

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