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Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (terza giornata)

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Milan, Napoli e Roma in testa a un campionato che parla toscano

Due tonfi segnano la terza giornata di campionato: quello dell’Atalanta, che viene sconfitta in casa da una baldanzosa Fiorentina; e quello, che fa più rumore, della Juventus, che passa nel giro di poche settimane da essere la favorita per la vittoria finale a squadra in piena crisi che annaspa a fondo classifica alla ricerca amletica di un’identità smarrita ormai da due stagioni. Non che la sconfitta del San Paolo, contro un Napoli che veleggia al primo posto, fosse un risultato impensabile, soprattutto considerando le numerose assenze che hanno afflitto le scelte di Allegri. Ma le modalità con cui si è concretizzata, quelle sì, hanno evidenziato la struttura di questa prematura crisi che avanza ombre lunghe sui tempi di cui avrà bisogno il tecnico per ricucire una squadra che oggi appare leggera, frastornata nelle sicurezze perdute da Szczesny, nelle mancanze agonistiche del centrocampo e nei vagiti vieppiù sopiti degli attaccanti.

Nell’altro big match di giornata il Milan regola senza sforzi eccessivi una Lazio che ha ancora bisogno del rodaggio necessario per avere le sembianze che Sarri desidera, lontane anni luce dall’atteggiamento passivo mostrato dai biancocelesti a San Siro. La squadra di Pioli, maturata enormemente nell’anno e mezzo di pandemia, vince senza discussioni nonostante Kessie si permetta di sbagliare un rigore. Mentre Ibrahimovic, finalmente al rientro, pesca dal suo repertorio segnando a scarpa slacciata e mostrando, a fine partita, la parte dapprima indisponente e poi ecumenica del personaggio che ha costruito. Milan in vetta con la ferma intenzione, e le possibilità, di rimanerci.  

Completa il trio di testa la Roma di Mourinho, vincente all’ultimo secondo tra mille sospiri e battiti accelerati di una partita che poteva avere mille risultati. La mano del tecnico portoghese è evidente su calciatori che fino a pochi mesi fa galleggiavano nell’insipienza mentre oggi giocano senza fronzoli cercando solo la vittoria fino alla disperazione. Il gol di El Sharaawy fa scoppiare l’Olimpico e trascina tutta la panchina sotto la curva a suggellare l’unità di intenti costruita dal tecnico portoghese in poche settimane. E’ il motivo per cui lo chiamano lo Special One.

Ma alla fine, a conti fatti, è stata una giornata di campionato a cui la Toscana ha messo il suo marchio, esaltata sul campo dalla Viola e alimentata nella sua immagine dalla dialettica infuocata dello scontro verbale tra Allegri e Spalletti al termine di Napoli-Juventus. Della Fiorentina si era già ipotizzato il ruolo di possibile sorpresa della stagione. Italiano, dopo le belle cose mostrate l’anno scorso, sta plasmando la squadra secondo i suoi dettami di bel gioco ed efficacia. Se Vlahovic si conferma al livello del talento che possiede, a Firenze, dopo tanto tempo, i tifosi torneranno a sorridere. Quanto ad Allegri e Spalletti, qualcuno dovrebbe darsi la briga di chiedere le immagini, ove ci siano, di quello che si sono detti dopo il novantesimo. La curiosità è montante dopo aver assistito alla conferenza stampa del mister di Certaldo, arrabbiato, come ormai gli capita sempre più spesso, questa volta nei confronti del collega labronico. Non interessa aver conto dei torti e delle ragioni: ma sentire esplodere i due, con l’enfasi dell’adrenalina del match ancora nelle vene, uno contro l’altro, costituirebbe un episodio spontaneo di commedia all’italiana di monicelliana memoria che, in questo tempo nel quale il calcio sciupa la sua epica nella spettralità dei bilanci da multinazionali, restituirebbe ai tifosi l’autenticità di un gioco che, per vivere, ha bisogno di passione… maremma impestata!      

Giornalista e scrittore, coltiva da sempre due grandi passioni: la letteratura e lo sport, che pratica a livello amatoriale applicandosi a diverse discipline. Collabora con case editrici e redazioni giornalistiche ed è opinionista sportivo nell’ambito dell’emittenza televisiva romana.
Nel 2018 ha pubblicato il romanzo "Ci vorrebbe un mondiale" – Ultra edizioni. Nel 2021, sempre con Ultra, ha pubblicato "Da Parigi a Londra. Storia e storie degli Europei di calcio".

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