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Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (quinta giornata)

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Il Napoli vola. E’ questa l’evidenza di chiusura della quinta giornata di campionato, con gli azzurri che, dopo lo 0-4 ottenuto a Udine, replicano lo stesso risultato in trasferta contro la Sampdoria. Dopo una prima mezz’ora di fatica, gli uomini di Spalletti fanno valere la loro superiorità andando ripetutamente a segno, coronando trame di gioco fluide e, al contempo, potenti. Pressione alta ben applicata, triangolazioni e un forte gioco di sostegno degli esterni allargano gli orizzonti di una squadra che vede sbocciare Osimhen, troneggiare Anguissa, fantasticare Lozano e Insigne. E’ un Napoli che ricorda le migliori opere del tecnico di Certaldo, sapendo coltivare un senso estetico mai fine a se stesso. E’ divertente e vincente.

Conseguono i tre punti anche le milanesi, con i rossoneri che risolvono la gara contro un buon Venezia senza rubare l’occhio. La Roma vince d’inerzia più che di forza con un’Udinese che cercava punti dopo la batosta interna della scorsa domenica mentre la Lazio pareggia in extremis il match col Torino. Un approccio al prossimo derby diverso per le due squadre capitoline, non solo nei risultati: Mourinho ha mandato in campo i soliti titolari, Sarri è ricorso al turn over.

Proprio lo scorso lunedì si criticava la moda delle esultanze mancate in voga tra i calciatori dopo i gol fatti alle ex squadre. Lo spazio di poche ore per accogliere l’invito se l’è preso Mattia Destro, attaccante genoano autore della prima rete dei rossoblù nella trasferta di Bologna, squadra nella quale ha militato dall’estate del 2015 fino a gennaio 2020. Un’esultanza fors’anche eccessiva, esplosa col lancio della maglia e una corsa sfrenata che ha accompagnato la felicità di compagni e tifosi per l’1-1 appena raggiunto. Destro, che a onor del vero anche in passato non si era fatto problemi a esibire la gioia da gol dell’ex, è uno dei più grandi enigmi espressi dal calcio italiano degli ultimi dieci anni. Coltivato in gioventù dall’Inter, con cui non ha comunque mai giocato tra i professionisti, nell’estate del 2012 fu conteso a lungo da diverse big della serie A: sembrava il prospetto italiano più promettente dell’epoca. Andò alla Roma, dove tra infortuni e concorrenza, trascorse due stagioni e mezzo discontinue pur mantenendo un’alta media realizzativa. Poi la china a scendere e il rientro in tono minore a Genova, dove aveva mosso i primi passi nella massima serie. Chissà che il ritorno alle origini e una maturità che ha attenuato il peso delle grandi ambizioni non riporti Destro alle luci della ribalta. Intanto, in questo primo scorcio di stagione, per lui sono già due reti in tre apparizioni. 

Maturità che sicuramente è ancora un obiettivo lontano da raggiungere per Nico Gonzalez, esterno d’attacco della Fiorentina che, con la squadra in svantaggio, non trova di meglio da fare che farsi espellere dall’arbitro per un plateale, reiterato applauso verso una decisione contestata. Un comportamento inaccettabile nonostante le attenuanti della tensione agonistica e della frustrazione per il risultato contrario, che ha sottratto ai gigliati una risorsa importante negli ultimi minuti di una gara che l’Inter ha poi vinto con autorevolezza. Dopo un primo tempo di sofferenza nel quale i nerazzurri riescono a contenere i danni, nella ripresa Dzeko e compagni affossano i viola che, oltre all’ultimo quarto d’ora in dieci, pagano dazio al notevole sforzo fisico consumato nella prima parte del match e alla maggiore qualità complessiva dell’avversario. Inzaghi, partendo dallo stesso modulo utilizzato da Conte lo scorso anno, ne ha declinato lo sviluppo adattandolo alle caratteristiche dei nuovi innesti e alle sue personali propensioni. L’Inter di questo inizio stagione occupa il campo e copre gli spazi e le transizioni in maniera similare ai movimenti che l’allenatore chiedeva nei suoi precedenti anni romani. Ma può farlo utilizzando un tasso tecnico superiore soprattutto sugli esterni, dove Darmian e Dumfries a destra e Perisic a sinistra garantiscono corsa e buona capacità di crossare. Un po’ come l’Atalanta, che nell’importante vittoria col Sassuolo, che la riporta nelle posizioni alte della classifica, manda in gol Zappacosta e Gosens, i laterali sui quali Gasperini ha fatto affidamento per allargare il campo e decongestionare gli spazi assaliti centralmente da Malinovskyi, Pessina e Zapata. Il match di sabato prossimo tra le due compagini nerazzurre sarà sicuramente uno spettacolo che troverà nelle sfide sugli esterni uno degli elementi decisivi per il risultato.

Per la Juventus arriva finalmente la prima vittoria di campionato. Senza brillantezza e con qualche affanno di troppo ma, in periodi come questo, l’unica cosa che conta è vincere, come si ama affermare da quelle parti. I bianconeri l’hanno fatto, cominciando a curare quelle ferite che li hanno spinti in zone della classifica per loro inesplorate. Al Picco, dopo il gol dell’1-1, qualche sorriso l’ha strappato Emmanuel Gyasi, che ha voluto festeggiare simulando una planata alla Cristiano Ronaldo. 

Giornalista e scrittore, coltiva da sempre due grandi passioni: la letteratura e lo sport, che pratica a livello amatoriale applicandosi a diverse discipline. Collabora con case editrici e redazioni giornalistiche ed è opinionista sportivo nell’ambito dell’emittenza televisiva romana.
Nel 2018 ha pubblicato il romanzo "Ci vorrebbe un mondiale" – Ultra edizioni. Nel 2021, sempre con Ultra, ha pubblicato "Da Parigi a Londra. Storia e storie degli Europei di calcio".

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