Rivista al…Bar: il commento della Serie A di Paolo Valenti (diciannovesima giornata)
Il Covid torna a lambire le rive del campionato. Protocolli della FIGC e normative sanitarie sono rimaste sostanzialmente disallineate e la mancata disputa di Udinese-Salernitana rievoca le discussioni già fatte l’anno scorso dopo Juventus-Napoli. Un bis che, ragionevolmente, dovrebbe portare alle stesse decisioni maturate faticosamente nella passata stagione. Un’ulteriore stazione nel calvario della Salernitana, che attende anche le decisioni della Federazione in merito alla sua possibilità di continuare a disputare il campionato nonostante la mancata cessione del pacchetto azionario entro il 31 dicembre. Una domanda all’(ex) presidente Lotito, che di tutto si occupa in prima persona e di tutto vuole disporre: perché infliggere a una piazza appassionata come Salerno un supplizio simile?
L’Inter prosegue la sua marcia mantenendo quattro punti di distanza dal Milan, che torna a vincere con autorevolezza sul non facile campo di Empoli. I nerazzurri hanno il passo cadenzato di un maratoneta che al ventesimo chilometro sente di aver trovato il ritmo per sostenere lo sforzo fino alla fine. Ma, come ha dimostrato di averne contezza Inzaghi, il percorso è lungo e pieno di insidie. E, d’altro canto, Pioli giustamente ricorda che lo scorso anno fu la sua squadra ad affacciarsi al girone di ritorno al primo posto, perdendo poi il primato strada facendo. E’ un bel duello che infiamma la città e dal quale sembra essersi allontanato il Napoli, che perde tre punti pesanti in casa vanificando la pesante affermazione di domenica scorsa a San Siro. Imprecisione negli ultimi trenta metri e sfortuna (la sconfitta si punteggia nell’autogol di Juan Jesus e una traversa nel finale) raffreddano la classifica degli azzurri, che a gennaio dovranno fare a meno dei top player impegnati nella Coppa d’Africa: per Spalletti è facile immaginare un inizio d’anno complicato.
La Juventus ottimizza il percorso in discesa che le ha offerto il calendario nell’ultimo mese: quattro vittorie e un pareggio le hanno consentito di risalire la classifica fin quasi alle soglie della zona Champions pur senza brillare. Ma si sa: Allegri bada alla concretezza più che ai ricami e i difetti di costruzione della squadra hanno bisogno di soluzioni scaltre ed efficaci più che di tentativi di gioco improbabili per palati raffinati. Così anche col Cagliari arriva una vittoria che maschera, nella dimensione, i pericoli corsi in gara, sventati dall’imprecisione di Dalbert e dalla prontezza di Szczesny. Dopo le feste, gli impegni torneranno a collaudare le capacità dei bianconeri con coefficienti di difficoltà elevati: Napoli, Roma e Inter (nella finale della Supercoppa) saranno test più che attendibili per capire se la Juventus è davvero in grado di rimettersi in corsa per un posto in zona Champions, nella quale perde nuovamente colpi l’Atalanta. Dopo il brusco inciampo accusato in casa con la Roma, i bergamaschi non riescono a imporsi contro il malandato Genoa, che approfitta della leggerezza sotto porta degli avversari per raccogliere il secondo punto della gestione Shevchenko. Per Gasperini la sosta sarà un momento di riflessione utile a capire come intervenire sulla psicologia della squadra per renderla competitiva ai massimi livelli senza accusare mancanza di determinazione nei momenti clou della stagione.
Per contro la Roma non riesce a dare continuità alla bella vittoria di Bergamo, riproponendo ai tifosi la sua versione più noiosa e impotente. Davanti a una Samp barricadera i giallorossi smarriscono brillantezza ed efficacia offensiva, qualità attese col ritorno del capitano Pellegrini. Mentre la Lazio delle polemiche sollevate dai suoi ex e sottese nelle esultanze dei suoi marcatori ottiene tre punti importanti a Venezia.
Giunti alla fine del girone di andata è possibile fare qualche considerazione generale. Le aspettative di inizio stagione si stanno sostanzialmente confermando: le sette sorelle occupano le prime posizioni insieme alla piacevole aggiunta della Fiorentina, peraltro ipotizzata nelle considerazioni di fine agosto. La sensazione di incompiutezza per molte squadre viene ora incrementata dal riaffacciarsi del Covid come fattore determinante nella profilazione dei rapporti di forza. La fluidità delle posizioni, seppur polarizzata dall’Inter verso l’alto e dai club fuori dalla zona Champions più in basso, rende il torneo interessante e imprevedibile. La qualità dei match, dopo un periodo iniziale di gioco insolitamente verticale e dinamico, nell’ultimo mese è ristagnata sui livelli più compassati e orizzontali delle precedenti stagioni. Che l’effetto Mancini sia già finito? Speriamo di no. Soprattutto nell’ottica della Nazionale, pericolosamente chiamata a non fallire la qualificazione ai mondiali per la seconda volta di fila. Buon anno!